Il Data Act ignora le richieste del settore blockchain
Crediamo nella completa trasparenza con i nostri lettori. Alcuni dei nostri contenuti includono link di affiliazione e potremmo guadagnare una commissione attraverso queste partnership. Tuttavia, questa potenziale compensazione non influenza mai le nostre analisi, opinioni o pareri. I nostri contenuti editoriali vengono creati indipendentemente dalle nostre partnership di marketing e le nostre valutazioni si basano esclusivamente sui nostri criteri di valutazione stabiliti. Per saperne di più clicca qui.
Disclaimer
Siamo fautori di un rapporto basato sulla più totale trasparenza con i nostri lettori. Ed è per questo che teniamo a sottolineare che alcuni dei nostri contenuti potrebbero includere link di affiliazione, da cui poter guadagnare una commissione attraverso queste partnership.Le nuove norme dell’Unione Europea riguardanti il Data Act sembrano aver ampiamente ignorato le richieste di alcuni importanti operatori del settore blockchain, tra cui Polygon, NEAR e Cardano.
Il Data Act e le sfide per il settore blockchain
Il Data Act mira principalmente a regolare gli accordi automatizzati di condivisione dei dati, ma ha suscitato una serie di preoccupazioni nel settore blockchain. La versione finale delle norme, pubblicata il 7 luglio, sembra non aver tenuto in considerazione i desideri e le richieste avanzate dai rappresentanti del settore.
In particolare sembra che le disposizioni riguardanti la sicura interruzione degli accordi automatizzati si concentrano principalmente sugli “smart contract”, e non sui “contratti digitali”, preferiti invece dal mondo della blockchain.
I progetti come Stellar, Polygon, NEAR e Cardano hanno cercato di far sentire la propria voce attraverso appelli e una lettera aperta indirizzata ai negoziatori. Ma le loro richieste non hanno trovato ascolto e il testo finale del Data Act continua a riferirsi agli smart contract.
Smart contract a rischio
Una delle principali preoccupazioni dell’industria blockchain riguarda la possibilità che molte applicazioni basate su smart contract possano diventare illegali a causa delle nuove norme. Il testo impone anche obblighi ai “venditori” di programmi automatizzati, ma ciò solleva timori riguardo a una possibile “responsabilità perpetua e illimitata” nei casi decentralizzati, dove non è presente un unico venditore.
Anche se il testo è stato modificato rispetto alle proposte iniziali della Commissione Europea del febbraio 2022, il campo di applicazione rimane molto ampio, includendo l’esecuzione automatizzata di accordi di condivisione dei dati tramite dispositivi intelligenti come automobili e frigoriferi connessi. Non copre, però, le reti private o autorizzate, rendendo il campo di applicazione più esteso di quanto richiesto dai lobbisti dell’industria blockchain.
Alcuni operatori, come Iota, hanno già reagito attraverso i loro account Twitter per esprimere le loro preoccupazioni riguardo al testo.
[Data Act Update] In ongoing efforts to safeguard #blockchain innovation in Europe 🇪🇺, the #IOTA Foundation and collaborators present a joint statement addressing the latest circulated Data Act proposal. Read it here:
🔗https://t.co/lBVK5XAln3— IOTA (@iota) July 17, 2023
Il testo proposto è stato distribuito in via privata ai governi membri dell’UE dalla Spagna, che presiede attualmente i negoziati.
Secondo il testo, è stato raggiunto un accordo politico provvisorio durante una riunione il 27 giugno, la quale ha concluso con successo i negoziati con i legislatori del Parlamento europeo.
Per diventare legge, il testo deve essere approvato dal Parlamento e successivamente dai governi membri del Consiglio dell’UE.
Leggi anche:
- MiCA: c’è un problema con le stable coin!
- L’UE scommette sulla blockchain per la verifica dell’identità digitale!
Segui Cryptonews Italia sui canali social






