Svelati gli enormi profitti che la famiglia Trump ricava dalle criptovalute
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Di recente sono emersi dati ufficiali dalla dichiarazione finanziaria di Donald Trump, che aiutano a far luce su quanto sia stata redditizia la sua incursione nel mondo delle risorse digitali.
La dichiarazione finanziaria, costituita da un voluminoso documento di 200 pagine presentato dall’Ufficio per l’Etica del Governo, rivela che Trump ha ricavato un reddito personale di 57,4 milioni di dollari dalla sua associazione con la società World Liberty Financial, gestita principalmente dai suoi figli.
È anche interessante notare che il presidente detiene 15,75 miliardi di WLFI, un token di governance che deve ancora essere immesso sul mercato. Dal momento che questo asset ha un’offerta totale di 100 miliardi, questo significa che Trump controlla il 15,75% dell’intero progetto.

Il reddito delle criptovalute di Trump è solo “una goccia nel mare”
Nel corso dell’ultimo anno, invece, le numerose collezioni di token non fungibili (NFT) rilasciate da Trump, che lo raffigurano in varie vesti a partire dal cowboy fino a quelle di supereroe, sono state meno redditizie. Queste hanno fruttato “soltanto” 1,16 milioni di dollari di reddito, a dimostrazione di come l’interesse per i collezionabili digitali si sia notevolmente dissipato.
Ci sono però due importanti fattori da tenere a mente. Innanzitutto, tutta questa attività nel settore delle criptovalute è una goccia nel mare rispetto al reddito complessivo di oltre 600 milioni di dollari riportato nella dichiarazione finanziaria. Infatti, gran parte del reddito di Donald Trump è legato ai suoi interessi nel settore immobiliare e nel golf, nonché al suo club privato a Mar-a-Lago.
E l’altro è questo: sembra che la dichiarazione finanziaria non tenga conto dell’enorme quantità di commissioni generate dalla meme coin TRUMP, le cui quote sono per l’80% nelle mani delle sue aziende.
Intorno al token TRUMP c’è stata una frenesia di scambi quando è stata presentato poco prima della sua inaugurazione e un’altra volta quando Donald Trump ha annunciato una cena di gala riservata ai principali detentori della sua meme coin.
Di conseguenza, si potrebbe sostenere che questa divulgazione non sia un’istantanea accurata dei vari interessi del presidente nel settore delle criptovalute, che arrivano in un momento in cui sta svolgendo un ruolo fondamentale nella regolamentazione di questo spazio.
Inoltre, molto potrebbe cambiare prima della pubblicazione della prossima dichiarazione finanziaria. Un recente rapporto di Forbes ha rivelato che una delle entità di Trump sta riducendo attivamente la sua partecipazione in World Liberty Financial, segno che mentre è in carica vengono conclusi “accordi segreti” e che si sta ritirando denaro dal tavolo.
È una questione di famiglia
Le preoccupazioni sui conflitti di interesse derivanti dall’esposizione di Donald Trump al mercato delle criptovalute sono ben documentate, ma è anche affascinante esaminare come i membri della sua famiglia più stretta stiano traendo profitto dall’attuale fase rialzista.
In passato, il 79enne descriveva Bitcoin come una “truffa contro il dollaro” mentre altri vi scorgevano incredibili opportunità, a cominciare dal figlio minore Barron. Il presidente ha accennato a questo durante una conferenza stampa lo scorso anno, dicendo:
“Barron ne sa tantissimo. Barron è giovane, ma ne sa molto: parla del suo wallet, ne ha quattro o qualcosa del genere, e io gli chiedo ‘cos’è un wallet?’, ma lui lo conosce alla perfezione”.
Recenti stime suggeriscono che il diciannovenne potrebbe valere ben 40 milioni di dollari, ovvero 25 milioni al netto delle tasse, grazie al suo ruolo nel rendere realtà le attività legate alle criptovalute di suo padre. Si tratta di una cifra notevolmente superiore al patrimonio dei suoi fratelli alla stessa età, inoltre Barron viene descritto come un “ambasciatore del Web3” nel “gold paper” pubblicato da World Liberty Financial.
Una serie di annunci riguardanti le ambizioni della famiglia Trump nel settore delle criptovalute dimostrano che sono determinati a sfruttare al massimo questo momento favorevole.
Recentemente è stata lanciata la nuova stablecoin USD1, che senza dubbio trarrà vantaggio dal GENIUS Act in discussione al Congresso. Ispirati dalla strategia di Michael Saylor, sono stati raccolti anche 2,5 miliardi di dollari per istituire un “tesoro in Bitcoin”.
Le critiche a Trump per i numerosi conflitti di interesse
L’associazione Citizens for Responsibility and Ethics in Washington ha descritto i profondi legami del presidente con le criptovalute, che coinvolgono partnership con aziende straniere, come “senza precedenti”, aggiungendo:
“Durante l’ultimo mandato di Trump, CREW ha individuato oltre 3.700 conflitti di interesse tra la sua presidenza e alcune aziende. Con l’espansione dei suoi sviluppi all’estero e la sua incursione nel mondo delle criptovalute, tra le altre iniziative, sembra destinato ad accumulare più conflitti che mai, con ancora meno trasparenza rispetto all’ultima volta”.
Queste critiche esplicite, che coinvolgono gruppi di attivisti e politici democratici, sembrano cadere nel vuoto. Nel bene o nel male, c’è da aspettarsi che la famiglia Trump avrà un ruolo ancora più importante nel mondo delle criptovalute durante il corso di quest’anno.
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