La meme coin DOGE alimenta le speculazioni sulle ambizioni politiche di Elon Musk sotto la presidenza di Trump
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Elon Musk ha nuovamente agitato le acque con un post provocatorio sui social media, alludendo a un possibile ruolo politico qualora Donald Trump dovesse riconquistare la presidenza nelle elezioni di novembre 2024.
In un recente post su X, il miliardario ha condiviso un meme che mostra un’immagine (generata dall’intelligenza artificiale) in cui Musk è seduto dietro una scrivania con una targhetta con scritto “D.O.G.E.”, un acronimo per “Dipartimento dell’Efficienza Governativa”.
Il post, dunque, gioca su due temi, ovvero quello legato a Dogecoin, la prime e più importante tra le meme coin, e quello della politica, alimentando speculazioni sul futuro di Musk nel servizio pubblico, al fianco di Donald Trumpo.
Doge aumenta dopo il tweet di Musk
Dopo la pubblicazione del meme, Dogecoin, la criptovaluta strettamente associata a Musk, ha registrato un notevole aumento, raggiungendo il suo picco nelle 24 ore successive. Nonostante questo incremento, però, non ha ancora recuperato il suo massimo ($0,11) raggiunto nella seconda metà del mese di agosto.
Attualmente DOGE viene scambiata a $0,097, con un incremento dello 0,43% rispetto alle 24 ore precedenti.

Le speculazioni sono ulteriormente intensificate dalla recente proposta di Trump di istituire una commissione per l’efficienza del governo. Il candidato repubblicano, infatti, ha promesso di lanciare questa commissione per condurre una revisione completa delle finanze e delle prestazioni del governo federale, raccomandando riforme sostanziali.
In risposta, Musk ha ritwittato un video dell’annuncio di Trump con il commento: “È fortemente necessario.”
Con questa azione, il proprietario di Tesla ha lasciato intendere la volontà di contribuire a tale iniziativa, sebbene continui a non confermare un suo ruolo ufficiale nel governo.
Trump, da parte sua e senza farsi mancare un tocco di umorismo, ha suggerito che Musk potrebbe guidare la task force proposta:
“Dato che non è molto occupato, Elon ha accettato di guidare quella task force…” – ha detto Trump, indicando un potenziale coinvolgimento di Musk.
Nonostante le dichiarazioni di Trump, comunque, al momento non c’è alcuna reale conferma del fatto che Musk stia realmente considerando una posizione governativa. Del resto, al di là delle battute, non è che a Elon manchino gli impegni, visto il suo ruolo di guida di Tesla, SpaceX e xAI, oltre alla supervisione di Neuralink, The Boring Company e della piattaforma social X.
Proprio il suo utilizzo di X e la sua posizione ondivaga sulle criptovalute – ora sembra supportarle, ora non le considera – stanno suscitando molte polemiche all’interno della community crypto e non solo.
Inoltre le sue prese di posizione molto nette e raramente concilianti – sebbene si sposino con l’atteggiamento sovente tenuto anche da Donald Trump – potrebbero mal conciliarsi con la politica. Si vedano, per esempio, le sue dichiarazioni su X.com in Brasile, la sfida per combattere Nicolás Maduro del Venezuela e le dispute legali in corso con OpenAI e il suo CEO Sam Altman…
Visto che le elezioni di novembre sono sempre più vicine, ne sapremo sicuramente di più nelle prossime settimane e capiremo se si concretizzeranno i piani di collaborazione tra Trump e Musk.

Tribunale respinge le accuse di manipolazione di Doge contro Musk
La scorsa settimana, Musk e la sua azienda di veicoli elettrici Tesla hanno ottenuto l’archiviazione di una causa federale che li accusava di frodare gli investitori promuovendo la criptovaluta Dogecoin e conducendo operazioni di insider trading, causando miliardi di dollari di perdite.
La causa, intentata nel 2022, sosteneva che i commenti di Musk su X avessero manipolato il prezzo di Dogecoin e danneggiato gli investitori in criptovalute. Gli investitori affermavano che le dichiarazioni del miliardario, tra cui che Dogecoin fosse la sua valuta preferita, la criptovaluta del popolo e la futura valuta della Terra, fossero fuorvianti.
I vari querelanti che si erano uniti all’azione collettiva avevano richiesto 86 miliardi di dollari di risarcimento, oltre ai danni, per un ammontare di ulteriori 172 miliardi.
“Queste dichiarazioni sono aspirazionali e promozionali, non fatti concreti e falsificabili” – ha scritto il giudice distrettuale Alvin K. Hellerstein del distretto meridionale di New York nella sua sentenza. Di fatto liberando Musk da una causa che sarebbe stata impegnativa sotto molti punti di vista.
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