Una Whale dormiente di Ethereum mette in staking 49K ETH – Che cosa può succedere?

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Marcello Bonti
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Stando alle rivelazioni dell’account Twitter @lookonchain, una whale (balena) di Ether da tempo inattiva che ha partecipato all’Initial Coin Offering (ICO) di Ethereum potrebbe essere in procinto di mettere sul piatto ben 32.015 token ETH.

L’indirizzo dell’utente che aveva partecipante all’ICO ha messo in staking 48.992 ETH lo scorso ottobre, dopo sei anni di inattività. Secondo @lookonchain, all’inizio di questa settimana la balena ha spostato 32.015 ETH su un nuovo indirizzo e si direbbe che finiranno anche questi nel calderone dello staking.

La whale, che aveva fatto incetta di token ai tempi dell’ICO, aveva ottenuto 120.000 ETH quando era stata creata la mainnet di Ethereum nel 2015 in tre portafogli separati. Se l’ipotesi è corretta, mettendo in staking altri 32.015 la whale avrà posizionato il 67,5% dei 120.000 token ottenuti allora.

Staking di Ether: qualcosa è cambiato

Non si tratta di una notizia secondaria. Se l’operazione dovesse andare in porto e la whale di ETH optasse per lo staking di una grossa fetta del proprio capitale, indicherebbe un importante cambio di rotta tra i principali HODLer di Ethereum.

Lo staking di ETH è diventato realtà solo nel 2020 quando ha avuto il via sulla Bacon chain. Finora, però, la maggior parte dei proprietari di ETH ha scelto di non mettere in staking i propri token. E sì che i rendimenti sono interessanti: attualmente si aggirano intorno al 7-8% per i validatori dei nodi e al 4-5% per i partecipanti al pool di staking.

La ragione principale di tanto scetticismo è che i token in staking non possono essere riscattati a piacimento. Questa mancanza di flessibilità non è casuale ma voluta: è servita per garantire l’integrità del network durante la transizione da proof-of-work a proof-of-stake.

Ora però la transizione è stata completata, il Merge è andato alla grande lo scorso settembre. Gli sviluppatori di Ethereum stanno lavorando al prossimo grande aggiornamento della blockchain, noto come hard fork “Shanghai” che dovrebbe avvenire entro la fine di marzo.

Insieme all’aggiornamento verranno sbloccati i depositi in staking che potranno essere riscattati. Anche se non sarà possibile prelevare tutto e subito, la promessa di una maggiore flessibilità sembra attirare un maggior numero di HODLer di ETH verso lo staking.

Dal Merge a oggi, cioè dallo scorso settembre, il numero di ETH in staking è cresciuto di circa 2,7 milioni e il totale al momento è di 16,2 milioni di ETH. Le pool di staking in questo momento detengono circa il 13,5% dell’intero circolante di ETH. Ben lontano dai livelli del principale rivale di Ethereum, Cardano, che ha un tasso di partecipazione superiore al 70%, grazie alla maggiore flessibilità delle condizioni di deposito. Ma la tendenza sembra essere in costante aumento.

Valore totale dello staking di ETH - Fonte Glassnode
Valore totale dello staking di ETH – Fonte Glassnode

Gli effetti dello staking sull’andamento dei prezzi di Ether

Lo staking di per sé è un elemento che gioca a favore dei prezzi di Ethereum. Chiunque può comprendere che conviene molto di più possedere una crypto che offre un rendimento fisso, rispetto a un’altra che non offre alcun tipo di vantaggio economico.

Va detto che finora la mancanza di flessibilità ha frenato parecchi investitori che apprezzano di più il vantaggio di disporre di liquidità rispetto a un rendimento costante. Ora gli investitori di ETH possono contare (quasi) su entrambe le cose. L’aumento dello staking può rivelarsi vantaggioso per ETH per diversi motivi.

Innanzitutto, incoraggia l’HODLing, visto che genera un rendimento fisso e indipendente dal mercato del 5-8% in base al ruolo associato allo staking.

D’altro canto, quanti più sono i token in staking, minore è la quantità di circolante disponibile per soddisfare la domanda. Ecco perché parecchi analisti sono certi che un maggiore livello di staking giochi a favore dell’aumento dei prezzi del token.

L’altra ipotesi a favore dell’incremento dei prezzi è che l’assestamento del token e del suo valore, insieme a un consolidamento atteso delle condizioni di mercato, non faranno che attirare nuovi investitori istituzionali. Cioè quelli in grado di spostare grosse somme di denaro, attirati dallo staking di ETH come forma di investimento a rischio più contenuto e rendimento noto.

Altri fattori che dovrebbero favorire l’apprezzamento dell’ETH nel lungo termine sono i continui sforzi di miglioramento della blockchain (lo sharding potrebbe rendere Ethereum più scalabile già quest’anno), il costante aumento del tasso di adozione (gli indirizzi a saldo non nullo dovrebbero presto raggiungere i 100 milioni) e il fatto che ora Ethereum è diventato un asset deflazionistico.

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Disclaimer: La sezione Industry Talk presenta approfondimenti di operatori del settore crittografico e non fa parte dei contenuti editoriali di Cryptonews.com.

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