Pavel Durov ammette di aver condiviso i dati degli utenti di Telegram dal 2018

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Gaia Tommasi
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Sviluppi principali:

  • In India e in Brasile sono state emesse citazioni legali per la richiesta di dati degli utenti presumibilmente correlati a crimini.
  • L’azienda di messaggistica privata ha dichiarato un fatturato di 342 milioni di dollari nel 2023.

Pavel Durov ha recentemente ammesso che già dal 2018 l’azienda collabora con le autorità fornendo gli indirizzi IP e i numeri di telefono degli account coinvolti in reati penali.

Una rivelazione che contrasta con l’immagine di Telegram come difensore della privacy e che ha suscitato non poche polemiche all’interno della community crypto.

La dichiarazione è arrivata dopo la sua scarcerazione. Durov, che ha trascorso alcuni giorni in carcere, è stato rilasciato su cauzione (5 milioni di euro). Sono state imposte diverse restrizioni, tra cui l’obbligo di firmare due volte la settimana presso la polizia e il divieto di lasciare il paese.

Il magnate tecnologico miliardario di origine russa è indagato dai procuratori francesi per aver presumibilmente permesso la diffusione di immagini di abusi sessuali su minori, traffico di droga e transazioni fraudolente sull’app di messaggistica.

Pavel Durov: “Nulla è cambiato”

Pavel Durov ha recentemente ammesso che dal 2018 l’azienda collabora con le autorità fornendo gli indirizzi IP e i numeri di telefono degli account coinvolti in reati penali. Fonte: Archivio

Dopo l’arresto di Durov, la piattaforma di messaggistica Telegram aveva aggiornato la sua policy in modo da consentire agli utenti di segnalare eventuali contenuti illegali nelle chat private, per la revisione da parte dei moderatori.

Ora le FAQ spiegano in modo semplice come gli utenti possono segnalare contenuti illegali. Nella sezione delle FAQ, insieme a istruzioni dettagliate su come farlo, si legge:

“Tutte le app di Telegram hanno il pulsante ‘Segnala’ che ti permette di segnalare contenuti illegali ai nostri moderatori, in pochi tap”.

Nel suo ultimo post su Telegram, Pavel Durov ha spiegato che l’app ha sempre rispettato le politiche sulla privacy dei dati nella maggior parte dei Paesi in cui opera. Secondo lui, “non si tratta di un cambiamento significativo nel funzionamento di Telegram, poiché poco è cambiato”. Già dal 2018, Telegram è in grado di rivelare gli indirizzi IP e i numeri di telefono dei criminali alle autorità.

Telegram
Estratto dell’ultimo post di Pavel Durov. Fonte: Du Rove’s Channel

Inoltre Durov ha mostrato i dati del bot di trasparenza di Telegram. “Per esempio, in Brasile abbiamo fornito informazioni per 75 richieste nel primo trimestre del 2024 (gennaio-marzo), 63 nel secondo trimestre e altre 65 nel terzo trimestre. In India, che è il nostro mercato più grande, abbiamo gestito 2.461 richieste legali nel primo trimestre, 2.151 nel secondo e 2.380 nel terzo”.

Non è la prima volta che una grande piattaforma digitale si trova a dover bilanciare la tutela della privacy con la collaborazione con le forze dell’ordine. Facebook, ad esempio, ha già adottato simili misure in passato.

Ma nel caso di Pavel Durov, si tratta della prima volta, o almeno della prima in modo così evidente, in cui viene riconosciuto che Telegram si adegua alle richieste legali di rivelare i dati online di individui considerati criminali.

Telegram travolta dallo scandalo

Pavel Durov è spesso definito il “Mark Zuckerberg russo” per aver creato VKontakte, che è stato il social network dominante in Russia, simile a Facebook. Tuttavia, Durov ha sempre cercato di distinguersi da Zuckerberg, sottolineando le differenze tra le loro visioni sul controllo e la libertà degli utenti. – Fonte: archivio

L’essere finito nel mirino delle autorità francesi ha inflitto un duro colpo alla reputazione di Pavel Durov e, di riflesso, all’azienda, nota anche per i suoi canali di crypto su Telegram. Prima dello scoppio dello scandalo, l’azienda stava valutando la possibilità di lanciare un’offerta pubblica di obbligazioni della società sui mercati azionari, preferibilmente in Europa e Medio Oriente. Ma gli attuali obbligazionisti della società hanno subito forti perdite a causa delle indagini della procura francese.

Una scelta prudente potrebbe essere quella di attendere l’esito del processo legale e il suo impatto sulle finanze di Telegram, che ha registrato ricavi per 342 milioni di dollari nel 2023.

Arresto del CEO di Telegram, finita l’era della resistenza alla censura

Durov è stato arrestato in un aeroporto alla periferia di Parigi, in Francia, il 24 agosto. Il miliardario di origine russa è stato accusato di numerosi reati, tra cui complicità nel traffico di droga, diffusione di materiale pedopornografico, frode, riciclaggio di denaro e fornitura illegale di servizi crittografici. Dopo il rilascio di Durov, Telegram ha dovuto affrontare le pressioni dei governi per condividere i dati degli utenti.

Daria Lysenko, avvocato specializzato in crypto presso lo studio legale SBSB, ha recentemente affermato che l’ambiente normativo sta cambiando e le aziende tecnologiche come Telegram potrebbero essere costrette a soddisfare le richieste dei governi di condividere le informazioni private degli utenti.

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