Mining cripto usando le onde cerebrali? Microsoft pensa che tu possa
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Il brevetto è stato concesso dalla Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (OMPI) il 26 marzo, circa nove mesi dopo che il gigante della tecnologia ha presentato la sua domanda iniziale, che si chiama "Sistema di criptovaluta che utilizza i dati dell’attività del corpo".
La società con sede a Redmond descrive come il server centrale di un sistema cripto potrebbe proporre attività ai dispositivi degli utenti su una rete di comunicazione, utilizzando sensori per misurare l’attività corporea degli utenti.
Gli autori affermano che il sistema collega i dispositivi dell’utente dotati di sensori corporei. Questi sensori trasmettono quindi dati da "attività corporea", tra cui onde cerebrali, flusso sanguigno attraverso arterie e vene ed altre forme di movimento.
Tutti questi dati verrebbero quindi trasmessi a un server e trattati come una proof-of-work, eliminando così ciò che viene chiamato "massiccio lavoro di calcolo", richiesto dai mezzi convenzionali di mining di criptovaluta.
I sensori sarebbero estremamente sofisticati e potrebbero rilevare non solo le onde gamma e beta che gli umani usano per imparare, utilizzare le funzioni ddella memoria e per impegnarsi nel pensiero logico, ma anche le onde alfa che gli scienziati ritengono siano utilizzate dalla mente subconscia.
Il piano della società di software prevede l’uso di onde cerebrali e calore corporeo "emessi dall’utente quando esso esegue l’attività fornita da un fornitore di informazioni o servizi" e fornisce l’esempio del modo in cui "visualizzare un annuncio o utilizzare determinati servizi Internet può essere utilizzato nel processo di mining."
Un set di diagrammi illustra come l’ "attività del corpo codificata" può essere convertita in un output crittografato utilizzando un algoritmo di crittografia, come un algoritmo o una funzione hash", che alla fine si traduce nell’assegnazione di criptoasset all’utente in questione.

I documenti della domanda di brevetto non specificano se Microsoft cerchi di utilizzare una rete blockchain esistente o se il gigante del software cerchi invece di sviluppare una propria piattaforma.
Solo il tempo dirà se Microsoft deciderà mai di mettere in atto una soluzione ad un problema reale basata su questo brevetto non convenzionale.






