Piovono critiche sull’inclusione delle “shitcoin” nella riserva crypto proposta da Trump
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Il 2 marzo 2025, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato la creazione di una riserva nazionale di criptovalute, presentandola come una strategia volta a rafforzare il settore dopo quelli che ha definito “anni di attacchi corrotti da parte dell’amministrazione Biden”.
Durante il suo discorso, Trump ha dichiarato che la riserva includerà inevitabilmente Bitcoin ed Ethereum, le due principali criptovalute per capitalizzazione di mercato. Tuttavia, ha sorpreso molti investitori menzionando anche XRP, SOL e ADA, una scelta che ha immediatamente innescato un forte rialzo nel valore di questi token.
Nelle ore successive all’annuncio, i prezzi di XRP, Solana (SOL) e Cardano (ADA) hanno registrato aumenti a doppia cifra, spinti dall’entusiasmo del mercato e dalla prospettiva di un coinvolgimento istituzionale senza precedenti.
L’annuncio ha scatenato reazioni contrastanti tra i leader e gli esperti del settore. Molti hanno accolto positivamente l’iniziativa, vedendola come un segnale di apertura del governo statunitense verso le criptovalute. Altri però hanno espresso dubbi, criticando l’inclusione delle altcoin nella riserva strategica, ritenendo che l’unica crypto degna di una riserva nazionale sia BTC, mentre l’inserimento di altre monete potrebbe portare a speculazioni e volatilità indesiderate.
In ogni caso l’iniziativa di Trump rimane ancora in una fase preliminare e dipenderà dall’approvazione del Congresso. In ogni caso, il solo annuncio ha già avuto un impatto significativo sul mercato e potrebbe segnare una svolta nell’adozione istituzionale delle criptovalute negli Stati Uniti.
Perché le shitcoin?
Le reazioni alle dichiarazioni del presidente degli USA sono state contrastanti. C’è chi ha manifestato entusiasmo e chi non ha esitato a utilizzare il termine dispregiativo “shitcoin”, solitamente usato per descrivere un token considerato privo di valore reale, con poca utilità o creato principalmente per speculazione.
Tra i commenti positivi, spicca senza dubbio quello di Brian Armstrong, CEO di Coinbase, che ha espresso entusiasmo nell’approfondire la questione e ha sottolineato di essere ancora in fase di valutazione riguardo alla distribuzione degli asset.
“Probabilmente, Bitcoin sarebbe l’opzione migliore: la più semplice e con una storia chiara come successore dell’oro. Se le persone desiderassero maggiore varietà, si potrebbe creare un indice ponderato per capitalizzazione di mercato delle criptovalute, al fine di garantire imparzialità. Tuttavia, l’opzione #1 sembra essere la più immediata.”
Raoul Pal – fondatore e CEO di Real Vision – è sulla stessa lunghezza d’onda e sostiene che:
“È probabile che vengano utilizzati semplicemente un indice delle criptovalute statunitensi basato sulla capitalizzazione di mercato, oltre a BTC ed ETH, per mantenere la neutralità e permettere al mercato di fare le proprie scelte”.
Di contro l’imprenditore e grande sostenitore di Bitcoin, Samson Mow, ha dichiarato che è stato un giorno triste per l’America perché Trump ha menzionato le altcoin:
“Nonostante Bitcoin sia in rialzo, è un giorno triste per l’America se davvero decidono di introdurre shitcoin a livello di Stato-nazione. Non posso dire di essere sorpreso, però, visto che Trump ha già lanciato una meme coin…”
Nel frattempo, il fondatore di BitMEX, Arthur Hayes, si è detto poco impressionato, sostenendo che non ci fosse nulla di nuovo e che al momento ci siano “solo fumo e parole”.
“Fatemi sapere quando otterranno l’approvazione del Congresso per prendere in prestito denaro o rivalutare il prezzo dell’oro. Senza questo, non hanno soldi per comprare Bitcoin e shitcoin”.
Il trader e analista “DonAlt” ha espresso preoccupazione, affermando che:
“Il rischio che Trump rovini tutto e che la proposta venga bocciata è piuttosto concreto. L’inclusione di shitcoin nella riserva strategica proposta apre la possibilità che le altcoin menzionati possano guadagnare almeno 3-4 volte il loro valore ma potrebbero anche crollare del 25% in caso di fallimento”.
Il dominio di Bitcoin crolla
Le altcoin menzionati sono già schizzate alle stelle con aumenti a doppia cifra nelle ultime ore, causando un calo della dominance di Bitcoin, che è scesa poco sopra il 60% nella giornata di domenica 2 marzo. Secondo TradingView, è ora in calo rispetto al massimo quadriennale di oltre il 64% raggiunto all’inizio del mese.
Nonostante l’importante calo della dominance di BTC, la principale criptovaluta ha messo a segno un’importante impennata, passando nel giro di un paio di giorni dai circa $78.600 di venerdì 28 febbraio ai $92.113 della mattinata di oggi, con un incremento del 9,47% nell’arco degli ultimi cinque giorni.

Le fortune di Bitcoin fanno il gioco anche di uno dei nuovi progetti più interessanti, ovvero BTC Bull ($BTCBULL). Questa meme coin emergente, infatti, è strettamente legata al principale asset digitale e offre ricompense in BTC reali in concomitanza con la sua crescita.
Il meccanismo è semplice: gli investitori che detengono $BTCBULL riceveranno airdrop di Bitcoin reali quando il prezzo di BTC raggiungerà una serie di traguardi prefissati: $150.000, $200.000 e $250.000. Quindi, man mano che Bitcoin sale, gli investitori di BTC Bull riceveranno token, partecipando al rally e assicurandosi profitti significativi.
Il team di sviluppo prevede anche di aumentare il valore di $BTCBULL con eventi di buyback e burn quando Bitcoin raggiungerà $125.000, $175.000 e $225.000, garantendo un costante entusiasmo intorno al token e mantenendo alto il volume di scambi.
Attualmente, $BTCBULL è disponibile nella fase di prevendita e ha già raccolto quasi 3 milioni di dollari.






