Annuncio shock di Intel: potrebbe impattare sul futuro di Bitcoin

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Marcello Bonti
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L’azienda tecnologica statunitense Intel Corporation avrebbe rivelato l’intenzione di chiudere la produzione di processori per il mining di Bitcoin Blockscale. L’iniziativa è stata decisa con l’obiettivo di ridurre i costi aziendali.

A rivelarlo è stato un recente articolo di Reuters. Secondo l’agenzia di stampa internazionale, l’azienda produttrice di chip per semiconduttori smetterà di accettare ordini per i suoi ASIC della serie Blockscale 1000 entro il 20 ottobre e cesserà l’invio dei processori ad aprile 2024.

Considerando che il prossimo halving di BTC dovrebbe avvenire tra marzo e maggio del prossimo anno, c’è da interrogarsi su quando e come investire in Bitcoin.

Intel lascerà il mercato dei chip per il mining entro un anno

Intel aveva presentato i chip Blockscale dedicati al mining lo scorso aprile. Le caratteristiche tecniche dei chip erano interessanti e rispondevano alle necessità dei miner crypto. L’hardware ASIC ha una velocità di hash che può arrivare a 580 gigahash al secondo, inoltre, ogni chip può essere integrato in ciascuna unità di mining.

Tra i primi ad adottare questa tecnologia ci sono stati giganti del mining crypto del calibro di Argo Blockchain, Block, Hive Blockchain Technologies e GRIID Infrastructure.

Purtroppo però, la tempistica non ha premiato lo sforzo di Intel che da tempo cercava di diversificare l’offerta di chip distinguendo tra quelli per il mining e quelli per il settore del gaming.

L’ingresso di Intel nel mercato dei chip per il mining crypto è avvenuto in concomitanza con il mercato ribassista e il contestuale crollo delle valutazioni del Bitcoin. Ora che il gigante tech dichiara di voler abbandonare il mercato crypto, ironicamente, Bitcoin riprende a registrare risultati positivi e di recente è tornato a superare i 30.000$, per la prima volta in quasi un anno.

I progetti di Intel vanno oltre il mining crypto

È passato solo un anno da quando Intel ha iniziato a produrre chip per il mining, eppure l’azienda ha deciso all’improvviso di uscire dal mercato. A quanto pare, la decisione fa parte di una strategia volta a dare priorità alla produzione di alcuni chip per clienti esterni, riducendo così i costi complessivi.

Secondo la dichiarazione di Intel, la decisione di abbandonare gli ASIC Blockscale è dovuta alla maggiore attenzione dell’azienda alle operazioni IDM 2.0. Decisione strategica spesso citata come la vera ragione che ha spinto la compagnia ad abbandonare diverse attività allo scopo di ridurre le spese.

IDM 2.0 (Integrated Device Manufacturing) di Intel è una nuova strategia che l’azienda sta impiegando dal 2021 per migliorare il processo di produzione dei suoi chip.

In pratica, l’obiettivo è combinare la produzione interna di chip con quella di terze parti, consentendo all’azienda di sfruttare le migliori tecnologie disponibili e di migliorare la propria efficienza produttiva.

Il CEO di Intel, Pat Gelsinger, ha dichiarato di aver subito un taglio del 25% dello stipendio a febbraio. Intanto, l’azienda ha messo in conto un risparmio fino a 10 miliardi di dollari l’anno grazie alle iniziative di riduzione dei costi e all’aumento dell’efficienza entro il 2026.

Sebbene abbia deciso di interrompere la produzione di chip per il mining, Intel avrebbe dichiarato che continuerà a valutare le “opportunità di mercato” nel settore delle criptovalute.

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