Amore, inganno e criptovalute: il servizio de Le Iene rivela la rete criminale dietro le truffe online
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Le truffe romantiche e il fenomeno del “Pig Butchering” sono in costante aumento. Nonostante la crescente consapevolezza riguardo a queste pratiche fraudolente, un numero sorprendentemente elevato di persone continua a cadere in trappola, spesso senza rendersi conto dei pericoli fino a quando non è troppo tardi.
Le vittime, inizialmente attratte da una falsa connessione emotiva o da promesse di guadagni rapidi, si ritrovano spesso coinvolte in transazioni complesse che svuotano i loro conti e le loro finanze.
Ma come funzionano queste truffe? E perché riescono a ingannare così tante persone, con le criptovalute che, tra l’altro, spesso giocano un ruolo centrale?
La fabbrica delle truffe
Vi siete mai chiesti chi ci sia dietro a queste truffe? Chi sono le persone o, meglio, le organizzazioni che si impegnano affinché le vittime credano di avere a che fare con un individuo in carne e ossa, che spesso si spaccia per una bella ragazza, con tanto di foto provocanti e credibili?
Queste domande se le sono poste anche nella redazione de Le Iene, il celebre programma di Italia1, che ha realizzato un servizio proprio su queste truffe, scoprendo che al confine tra Thailandia e Myanmar c’è una vera e propria città che vive su queste pratiche criminose, che sfrutta migliaia di disperati e che fa arricchire la criminalità organizzata.

Le truffe romantiche
Sono passati i tempi delle email del principe nigeriano che prometteva una montagna di soldi in cambio di un pagamento per sbloccarli. Adesso i truffatori si sono evoluti e creano situazioni complesse, credibili e che durano nel tempo.
In modo particolare, negli ultimi anni, si è diffusa quella che è stata ribattezzata “truffa romantica”, ovvero una frode in cui un individuo finge di essere sentimentalmente interessato a una vittima per ottenere denaro o altre risorse.

Questo tipo di truffa avviene spesso online, su app di incontri come Tinder o Bumble, social media o app di messaggistica. Il truffatore crea un profilo falso, spesso con foto rubate di ragazze o ragazzi avvenenti (a seconda se l’obiettivo sia un uomo o una donna), e inizia a interagire con la vittima, conquistandone la fiducia e dichiarando forti sentimenti in un tempo molto breve.
Una volta stabilito un legame emotivo, racconta storie drammatiche o emergenze improvvise, come problemi di salute o difficoltà economiche, e chiede invii di denaro. Dopo aver avuto ciò che vuole, il truffatore può sparire improvvisamente o continuare a inventare nuove scuse per estorcere altri soldi.
Ci sono alcuni segnali d’allarme che possono aiutare a riconoscere la non sincerità di questi interlocutori digitali: dichiarazioni d’amore troppo rapide, il rifiuto o la riluttanza a incontrarsi di persona o a fare videochiamate, richieste di denaro per motivi urgenti e un profilo social con poche informazioni o non esistente.
La macellazione del maiale
Piuttosto simili alle truffe romantiche sono quelle dette “Pig Butchering“, sofisticati schemi di frode finanziaria che spesso hanno come (involontarie) protagoniste le criptovalute. Il nome, che letteralmente significa “macellazione del maiale”, deriva dalla tecnica usata dai truffatori, che “ingrassano” la vittima con attenzioni e promesse allettanti prima di sfruttarla completamente.
Tutto inizia con un contatto apparentemente casuale, spesso attraverso messaggi su app di incontri, social network o persino errori di invio su WhatsApp e Telegram. Il truffatore, fingendosi amichevole o interessato sentimentalmente, instaura una relazione di fiducia con la vittima, dimostrandosi gentile e coinvolgente.

Dopo aver costruito un legame emotivo, il furfante introduce gradualmente il tema degli investimenti, presentandosi come una persona esperta nel settore finanziario e suggerendo opportunità redditizie, spesso legate al mercato delle criptovalute o a piattaforme di trading fittizie. Per convincere la vittima, mostra guadagni elevati e casi di successo fasulli, spingendola a investire piccole somme iniziali.
Questi primi investimenti sembrano dare frutti, poiché le piattaforme truccate mostrano profitti inesistenti, inducendo la vittima a investire somme sempre più grandi. Quando il truffatore ritiene di aver ottenuto il massimo possibile, l’exchange fittizio smette di funzionare, l’account viene bloccato e la vittima perde tutto il denaro versato.
A rendere questa truffa particolarmente insidiosa è il suo mix di manipolazione psicologica e sofisticate operazioni finanziarie che, come visto anche nel video de Le Iene, spesso coinvolgono reti criminali organizzate.
Per difendersi, è fondamentale diffidare di chi propone investimenti troppo vantaggiosi, verificare sempre la credibilità delle piattaforme finanziarie e non fidarsi di sconosciuti che cercano di instaurare un rapporto online con l’intento di parlare di soldi o investimenti.
Numeri tristemente in crescita
Analizzando il profilo demografico delle vittime delle truffe di “Pig Butchering” emerge una tendenza preoccupante. Sebbene gli adulti più anziani siano storicamente i principali bersagli delle frodi finanziarie, ora queste si concentrano su individui più giovani e competenti in tecnologia, spesso “agganciati” tramite profili fake sui social o su Tinder & Co.
I dati più recenti rivelano che le persone di età compresa tra i 30 e i 49 anni rappresentano la maggior parte dei casi segnalati. E sono emersi oltre 200.000 casi di truffe di questo tipo, che hanno portato al furto di oltre 5,5 miliardi di dollari attraverso 1,15 milioni di transazioni fraudolente.

Una parte significativa dei fondi sottratti attraverso le truffe di Pig Butchering confluisce in un numero relativamente ristretto di crypto, scelte strategicamente dai truffatori per la loro liquidità, anonimato e facilità di movimentazione.
Sebbene vengano utilizzati diversi asset digitali, alcuni token sono preferiti per le transazioni illecite, in particolare quelli con elevata capitalizzazione di mercato e ampia accettazione negli exchange globali. Questi asset consentono ai criminali di spostare grandi somme con minori rischi di tracciamento rispetto ai sistemi bancari tradizionali.
Le stablecoin, in particolare quelle maggiormente diffuse come USDT (Tether), USDC (USD Coin) e DAI, rappresentano una scelta privilegiata. Il loro valore ancorato a una valuta fiat – di solito il dollaro statunitense – riduce la volatilità e permette di trasferire e convertire fondi in modo rapido e discreto.
La loro stabilità, dunque, le rende ideali per mantenere e spostare fondi senza subire perdite dovute alle fluttuazioni del mercato, rendendole strumenti particolarmente attraenti per il riciclaggio di denaro.

Inoltre, le principali piattaforme basate su smart contract, come quelle costruite su Ethereum, Binance Smart Chain e Tron, registrano livelli elevati di attività fraudolenta. La loro predominanza nella finanza decentralizzata (DeFi) e i grandi volumi di transazioni quotidiane offrono ai truffatori un ambiente favorevole per mascherare i movimenti illeciti.
Attraverso protocolli DeFi, come DEX, bridge cross-chain e mixer di criptovalute, i fondi rubati vengono suddivisi e trasferiti tra più indirizzi, rendendo complessa l’identificazione dei responsabili. Questi strumenti permettono ai furfanti di “ripulire” il denaro digitale prima di convertirlo in valuta fiat o in altre crypto più difficili da tracciare.
L’uso combinato di stablecoin e piattaforme DeFi evidenzia come i criminali sfruttino l’innovazione tecnologica per eludere i controlli tradizionali e rendere più difficile il recupero dei fondi rubati.
Per contrastare questo fenomeno, le autorità e le aziende di analisi blockchain stanno sviluppando strumenti avanzati per monitorare i flussi di criptovaluta, identificare wallet sospetti e collaborare con gli exchange per bloccare i fondi associati ad attività fraudolente.
USDT ed Ethereum rappresentano ciascuno il 45% dei fondi rubati, mentre USDC e DAI costituiscono rispettivamente l’1,7% e l’1,3%.






