Turismo e Blockchain sono un binomio perfetto che potrebbe esplodere nel 2023
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Il settore del turismo, come riportato dal quotidiano on-line forkast.news, è un business che ha contribuito per quasi i 6 trilioni di dollari al PIL globale nel 2021 e, sebbene la pandemia di Covid-19 abbia causato un impatto senza precedenti, il segmento è tornato prepotentemente alla ribalta in queste festività natalizie di dicembre. Del resto ad oggi la domanda supera l’offerta perché le persone hanno un bisogno innato di spostarsi, di fare nuove scoperte e di divertirsi come dimostra il grafico qui in basso.

Il turismo è in grande ripresa
Quello del turismo è un settore complesso che si basa su un’intricata rete di scambio di informazioni (ad esempio dati sui clienti, gestione dell’inventario e così via) combinata alla logistica degli spostamenti. Dall’inizio dell’aviazione commerciale alla nascita della biglietteria online negli anni ’90, l’industria dei viaggi è fiorita notevolmente nell’ultimo decennio, con continui progressi tecnici e cicli di innovazione che si sono ripetuti nel tempo.

Expedia e Bitcoin
Sebbene gran parte di questa innovazione sia stata incrementale, alcuni momenti hanno visto balzi in avanti radicali nell’evoluzione dei nostri viaggi. Nel 2014, Expedia accettò Bitcoin per le prenotazioni alberghiere, ma poi lo scartò, presumibilmente a causa della mancanza di adozione commerciale e dell’estrema volatilità dei prezzi di BTC in quel momento.

Nonostante il progresso tecnologico, una miriade di problemi rimane ancora legata alla dipendenza da intermediari, ai dati ancora troppo isolati e alla la mancanza di trasparenza sistemica, tutti argomenti che continuano a riemergere come punti dolenti del settore dei viaggi.
Nonostante sia un settore interconnesso e altamente centralizzato, poche entità controllano ancora la maggioranza della categoria. Expedia Group, Booking Holdings e AirBnB dominano il mercato delle prenotazioni online che dovrebbe raggiungere i 691 miliardi di dollari entro il 2026. Mentre, Amadeus, Sabre e TravelPort controllano la maggior parte della distribuzione. In definitiva, tutto questo si traduce in maggiori costi sia per i viaggiatori sia per le imprese, poiché questi gatekeeper godono di commissioni significative e del controllo delle informazioni.
Il WEB3 come soluzione
Per fortuna ci sono diversi casi d’uso blockchain che hanno un ottimo potenziale anche a breve termine. Ad esempio, visto che i bagagli dei clienti cambiano di mano più volte nel corso di un viaggio, un database open source decentralizzato potrebbe rendere molto più semplice il monitoraggio tra le aziende.
Anche i servizi di identificazione, una parte significativa del flusso di informazioni del settore dei viaggi, potrebbero essere migliorati da uno standard Blockchain per archiviare i dati e migliorare i tempi necessari per il check-in o le code negli aeroporti. Un libro mastro decentralizzato e open source come quello della Blockchain potrebbe, in ultima analisi, ridurre la dipendenza dagli intermediari esistenti, riducendo i costi trasferiti al viaggiatore.
Le cose si fanno ancora più interessanti se pensiamo al potenziale del Web3 rivolto al consumatore, in particolare al concetto di proprietà, identità e governance decentralizzate. Basti pensare alle recensioni su Tripadvisor o altri servizi similari, dove non è facile dimostrare l’autenticità delle recensioni.

E se potessimo dimostrare che ogni recensione o post è stato pubblicato da qualcuno che era innegabilmente lì, e nel momento in cui ha dichiarato di esserlo? Con la Blockchain tutto questo sarebbe già possibile. Ma si potrebbe anche andare oltre. Si potrebbe garantire che i contributi dei recensori vengano ricompensati proporzionalmente al valore fornito, e non solo con semplici “mi piace”.
Nel Web2 tutto il valore finanziario viene assorbito dalla piattaforma anche se a crearlo sono gli utenti con i loro contributi. Nel Web3 i “creators” o i “contributors” beneficiano del successo della piattaforma dando vita a un ecosistema autonomo governato dai membri della community che partecipano attivamente.
Proprietario del viaggio
Infine, una volta prenotato il viaggio, abbiamo un biglietto che non ci appartiene. Difficilmente siamo in grado di cambiare data e orario perché le compagnie aeree non ce lo consentono e, ancor meno, possiamo venderlo o cederlo a un’altra persona.
Tutto questo si potrebbe risolvere con i biglietti in formato NFT che, non solo possono essere rivenduti (con un possibile guadagno, pensate ad esempio a una prenotazione anticipata molto vantaggiosa, ndr) ma parte di questi ricavi potrebbero andare alla compagina aerea in modo da avere uno scenario dove tutti sono vincenti.
L’unico problema ad oggi, è proprio la reticenza delle grandi compagnie a uscire da una situazione di oligopolio, di fatto poco incentivante. Per fortuna questo non fermerà le aziende più piccole e le start-up che, con il loro movimenti, potrebbero influenzare anche le società più grandi. Insomma, siamo nel bel mezzo di una nuova fase di innovazione per il settore del turismo. Una nuova ondata di opportunità che potrebbero portare a creare un’infrastruttura di distribuzione e vendita al dettaglio di viaggi basata su blockchain.
Probabilmente vedremo ancora un sacco di false partenze ma è innegabile che il settore del turismo potrebbe trovare nuova linfa nella Blockchain e sarà un dei trend emergenti del 2023.
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