Trump contro Harris sulle criptovalute: Tutto quello che devi sapere
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Dopo anni di interventi severi da parte della SEC e di incertezza normativa per aziende e consumatori, questo settore cerca soluzioni dalla prossima amministrazione. Del resto le crypto sono diventate una questione sempre più bipartisan, con Democratici e Repubblicani che spingono entrambi per rendere l’America un leader del settore.
Non sorprende quindi che i politici inizino a prestare attenzione a questo settore, all’interno del quale c’è un ampio numero di elettori indecisi nonché di potenziali donatori.
Secondo i dati di Consensys e HarrisX, il 92% degli investitori in criptovalute intende votare il 5 novembre e che l’11% considera questo tema cruciale nella scelta del candidato. Un ulteriore 12% ha dichiarato che sarebbe molto più propenso a sostenere un candidato pro-crypto. Dato che il risultato finale potrebbe dipendere dai voti del Collegio Elettorale in un ristretto numero di stati, questa posizione conta.
Ci è sembrato interessante, dunque, mettere a confronto le posizioni di Donald Trump e Kamala Harris sulle criptovalute per offrire un quadro più chiaro su cosa potrebbero comportare le rispettive presidenze.
Cosa dicono delle crypto?
È giusto dire che abbiamo un’idea più chiara della visione di Donald Trump sulle criptovalute. Ciò è dovuto principalmente a due motivi: ha esplicitamente cercato il sostegno dell’industria e ha partecipato alla corsa elettorale più a lungo.
Al contrario, la campagna di Kamala Harris è stata svantaggiata fin dall’inizio. Joe Biden si è ritirato bruscamente dalla corsa a luglio dopo una disastrosa performance in un dibattito televisivo, e lei è stata ufficialmente confermata come candidata democratica solo un mese dopo.
Gli elettori hanno cercato segnali che Harris adottasse un nuovo approccio verso le attività digitali, segnando una chiara rottura con la posizione del suo predecessore. Sebbene ci siano stati alcuni segni di progresso in questo senso, è lecito affermare che il suo sostegno per le criptovalute è ben lontano dall’entusiasmo di Trump.
Ma, questo non bisogna dimenticarlo, Trump non è sempre stato un grande sostenitore di Bitcoin come lo è ora. Il che lascia pensare che ci possa essere della strategia nelle sue dichiarazioni pro crypto.
Di certo Harris non si è mai effettivamente espressa in modo convincente sulle criptovalute. E considerando che Trump ha parlato al Bitcoin 2024 e ha persino pubblicato le proprie collezioni di NFT in passato, la candidata democratica ha avuto poche possibilità di eguagliare il suo entusiasmo.
Tuttavia, la Harris ha comunque avuto una serie di incontri a porte chiuse con importanti attori dell’industria, il che può essere comunque visto come un forte indizio che le cose saranno diverse se dovesse vincere la corsa alla Casa Bianca.
Cosa dicono in merito alla regolamentazione delle criptovalute?
Sebbene si possa pensare che le aziende crypto si opporrebbero alla prospettiva di una regolamentazione, molti imprenditori credono che una maggiore chiarezza aiuterebbe il settore a crescere e migliorerebbe la credibilità di questa classe di asset tra gli investitori comuni.
Tutto questo significa che, al momento, c’è particolare attenzione nei confronti delle politiche che Kamala Harris e Donald Trump stanno suggerendo in caso di elezione, poiché la legislazione potrebbe fare la differenza tra il fatto che gli Stati Uniti diventino una superpotenza nel settore crypto o un’entità irrilevante.
Quando si analizzano le dichiarazioni di entrambi i candidati, si nota come solo Trump abbia parlato apertamente dei suoi piani. Il team di Harris ha invece fornito un’idea delle proprie posizioni attraverso la diffusioni di comunicati.
Per contestualizzare meglio ciò che entrambi i candidati stanno comunicando, è importante sottolineare come Donald Trump abbia a lungo criticato la SEC, promettendo di “licenziare Gary Gensler – il suo presidente – fin dal primo giorno”, un’azione che, secondo alcuni esperti legali, potrebbe risultare difficile da realizzare.
Al contrario, Kamala Harris ha preferito concentrarsi sul supporto, da parte della sua amministrazione, nei confronti degli uomini neri, con particolare riferimento proprio alle criptovalute, di cui riconosce il potenziale nel favorire l’inclusione finanziaria in demografie più svantaggiate.
Quali sono i piani riguardo alle criptovalute?
Alcuni all’interno dei circoli crypto hanno sollevato più di qualche dubbio riguardo al fatto che Harris abbia focalizzato le sue politiche sulle criptovalute su un segmento della società, piuttosto che riferirsi all’intera America.
Tuttavia, possiamo avere un’idea più chiara di come la sua presidenza potrebbe influenzare gli investitori esaminando le sue politiche fiscali. Harris ha precedentemente promesso che le tasse non sarebbero aumentate per le famiglie con un reddito inferiore a 400.000 dollari all’anno, ma ci sarebbero cambiamenti per gli investitori con redditi più elevati.
Coloro che guadagnano più di 1 milione di dollari all’anno potrebbero vedere l’aliquota della tassa sulle plusvalenze aumentare dal 20% al 28%.
Una proposta particolarmente radicale che riguarderebbe un numero ancora più ridotto di americani prevede la tassazione delle plusvalenze non realizzate per coloro con un patrimonio netto superiore a 100 milioni di dollari. Ciò significa che ci sarebbero obblighi fiscali su tutto, dalla proprietà alle azioni e alle criptovalute, anche se non vengono vendute.
Al contrario, Trump non ha ancora annunciato formalmente alcuna modifica alle plusvalenze, ma circolano voci che sia favorevole a una riduzione dal 20% al 15%.
Una cosa che ha fatto è presentare un insieme di politiche specifiche per il settore crypto, tra cui:
- Fermare il governo degli Stati Uniti dal vendere i Bitcoin sequestrati ai criminali e stabilire una “riserva strategica”.
- Costituire un Consiglio di Consulenza Crypto per orientare la regolamentazione.
- Bloccare il lancio di una valuta digitale della banca centrale in America.
- Adottare misure per garantire che tutti i BTC rimanenti vengano estratti negli Stati Uniti.
Molti hanno sollevato più di qualche perplessità su quanto siano realizzabili alcune di queste idee, specialmente per quanto riguarda l’acquisizione della quota di mercato nel mining di Bitcoin. L’impressione è che Trump potrebbe avere qualche difficoltà a mantenere le promesse elettorali…
Quante crypto possiedono?
Oltre alla retorica espressa durante la campagna elettorale, è interessante analizzare i portafogli di investimento di entrambi i candidati. Perché è importante? Perché ci consente di capire se stanno davvero investendo in ciò in cui dicono di credere o se stanno solo dando fiato alla bocca.
Le informazioni pubbliche chiariscono le loro strategie e risulta utile verificare se abbiano o meno esposizione agli asset digitali. Questo aspetto li allineerebbe con il 17% degli americani.
Quindi, confrontando i due candidati fianco a fianco, vediamo che solo Trump ha fatto il grande passo di investire in criptovalute. E, sebbene Harris possieda fondi quotati in borsa, le ultime dichiarazioni suggeriscono che non includano ETF spot di Bitcoin. Questi prodotti si sono dimostrati molto popolari da quando sono stati approvati dalla SEC a gennaio.
E adesso?
L’America ha una scelta da fare e le criptovalute sono solo una parte del quadro più ampio.
Alcuni economisti hanno avvertito che alcune delle politiche di Trump in altri settori, in particolare quelle relative ai dazi, potrebbero alla fine spingere alla crescita dell’inflazione. Quindi, potrebbero influenzare indirettamente i mercati crypto.
I critici hanno persino affermato che Trump potrebbe non mantenere le sue promesse elettorali. Insomma, potrebbe aver semplicemente detto ciò che la community crypto voleva sentire per guadagnarsi il loro supporto.
Con l’avvicinarsi del giorno delle elezioni, in ogni caso, una cosa è diventata chiara: c’è ottimismo nei mercati crypto. E, che il risultato sia chiaro la sera stessa o nelle settimane e nei mesi successivi, l’esito potrebbe avere un grande impatto sul valore di Bitcoin.