Trump e Musk pensano a un assegno da $5.000 chiamato “DOGE Dividend”
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Un assegno da $5.000 potrebbe scuotere il mercato delle criptovalute, alimentando l’entusiasmo tra gli investitori. Alcuni lo vedono come un catalizzatore paragonabile al boom del 2021 ma con un potenziale ancora maggiore.
Gli analisti stanno già dibattendo sulle strategie migliori per capitalizzarlo, con l’idea di investirli direttamente in Bitcoin, puntando su una crescita a lungo termine, che appare come la più gettonata.
Il piano audace di Musk: tagli fiscali e rimborsi ai contribuenti
Quello che è stato ribattezzato come “DOGE Dividend” nasce da un’idea proposta da Elon Musk, che suggerisce un piano ambizioso per rimborsare i contribuenti tagliando la spesa federale. Secondo il progetto, l’obiettivo è ridurre il bilancio federale di 2 trilioni di dollari entro il 2026. Circa il 20% dei risparmi ottenuti circa 400 miliardi di dollari – verrebbe redistribuito alle famiglie idonee sotto forma di assegni da $5.000.
Elon Musk ha lanciato l’idea attraverso un post su X, suggerendo che avrebbe “controllato con il Presidente” per verificarne la fattibilità. Questo commento ha immediatamente acceso il dibattito tra analisti e investitori, alimentando speculazioni sulle possibili implicazioni economiche e politiche di una simile iniziativa.
Tra i primi a esprimere sostegno c’è stato James Fishback, noto analista finanziario di Azoria, il quale ha elogiato il concetto, definendolo una sorta di “restituzione” ai contribuenti. Secondo Fishback, un’iniziativa di questo tipo potrebbe rappresentare un meccanismo innovativo per ridistribuire valore, potenzialmente rafforzando la fiducia nel mercato e incentivando la partecipazione economica.
Restano però aperte numerose domande su come tali pagamenti potrebbero essere implementati e quali effetti concreti avrebbero sulla politica fiscale e sul sistema finanziario nel suo complesso.
Come potrebbe funzionare il “DOGE Dividend”
Il Dipartimento per l’Efficienza Governativa ha già segnalato risparmi per 55 miliardi di dollari. Diversi media hanno però sollevato dubbi sulla reale portata dei numeri del “DOGE Dividend”, evidenziando discrepanze nei rapporti della task force sui risparmi.
Un esempio lampante è stato un presunto taglio di 8 miliardi di dollari, che in realtà si è rivelato essere di soli 8 milioni, una differenza significativa che ha sollevato critiche e perplessità.
L’idea, comunque, prevedrebbe un assegno di rimborso una tantum da $5.000 per le famiglie che pagano l’imposta federale sul reddito. Secondo le stime, questo includerebbe circa 79 milioni di famiglie. I fondi sarebbero però disponibili solo se il piano DOGE riuscisse a raggiungere il suo obiettivo di 2 trilioni di dollari di risparmi. A oggi, sia Musk sia Trump considerano questo risultato “abbastanza probabile”. Ma tra il dire e il fare…
L’assegno da $5.000, inoltre, necessiterebbe dell’approvazione del Congresso, un ostacolo non da poco nel contesto politico attuale. Di sicuro, con Trump alla Casa Bianca, le possibilità sono ancora tutte aperte. Se il piano dovesse andare in porto, potrebbe segnare una svolta epocale nella politica economica americana.
Cresce la resistenza politica
Il “DOGE Dividend”, infatti, sta già incontrando diversi ostacoli al Congresso. I repubblicani sono divisi sul piano: alcuni lo respingono come avventato, mentre il senatore Ron Johnson sostiene che i risparmi dovrebbero essere utilizzati per “riequilibrare il bilancio federale, anziché per “regali” ai cittadini”. Il senatore Josh Hawley ha proposto un’alternativa, suggerendo che i fondi vengano destinati all’espansione del credito d’imposta per i figli.
Di certo trasformare questo entusiasmo in azione concreta non sarà facile, visto che il piano ha bisogno del sostegno del Congresso, del presidente Trump e di prove che il risparmio di 2 trilioni di dollari sia più di una semplice promessa.
Musk, da sempre critico nei confronti della gestione fiscale del governo, non ha cambiato idea. In un’intervista a Time, ha dichiarato: “Penso che il governo non sia, per sua natura, un buon amministratore del capitale”, lasciando però aperti numerosi interrogativi su quanto profondi saranno i tagli.






