Satoshi Nakamoto: Si rivela al mondo il vero inventore di Bitcoin. O no?

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Laura Di Maria
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Uno, nessuno, centomila Satoshi Nakamoto sono usciti allo scoperto negli ultimi dieci anni o poco più. Salvo poi ritrattare, smentire, o essere persino obbligati alla smentita da parte di un tribunale.

Sul perché tutti vogliano essere l’originale inventore di Bitcoin ci sono pochi dubbi: la mitomania è una costante. Ma quali effetti avrebbe la rivelazione della vera identità del possessore delle chiavi d’accesso ad alcuni tra i maggiori wallet di Bitcoin delle origini?

Un comunicato stampa annuncia la rivelazione dell’identità di Satoshi Nakamoto

L’annuncio del comunicato stampa per rivelare al pubblico la tanto misteriosa identità del fondatore di Bitcoin è stata data ieri.

Il 30 ottobre ha iniziato a circolare un comunicato stampa che annunciavo una conferenza prevista per oggi, 31 ottobre a Londra.

Uno tra i più ferventi massimalisti di Bitcoin, Wayne Vaughan ha commentato la notizia con scetticismo. Quel BS alla fine della frase sta per bullsxxxit, e non è un riferimento al mercato toro.

Del resto, sostiene, annunciare la propria rivelazione con una conferenza stampa non è nello stile di Nakamoto, scomparso dalle cronache dal 2011.

La conferenza è stata fissata per le 12.30, ora italiana, a Londra nella sala stampa del Frontline Club in un quartiere di Londra.

Il motivo della rivelazione? Stringenti problemi legali del presunto Satoshi gli renderebbero necessario presentarsi al mondo perché conosca la sua vera, verissima identità.

Le testimonianze dei presenti

Non possiamo contare su testimonianze dirette, ma sul web stanno iniziando a girare i primi commenti di chi ha cercato di partecipare alla conferenza.

Pare che il multimiliardario inventore di Bitcoin abbia bisogno di chiedere 500 sterline per far assistere alla conferenza. Forse per scremare il pubblico e includere solo gente dello stesso rango.

Dopo un parapiglia iniziale, lo sparuto pubblico ha assistito a un via vai di figure. Alcune di questi, gli stessi gestori del locale che hanno tenuto a precisare la loro non affiliazione all’evento.

A introdurre il misterioso personaggio è stato il presentatore dell’evento, Charles Anderson che su LinkedIn si propone come l’agente e responsabile alle pubbliche relazioni di Satoshi Nakamoto (quello vero) [cit.].

Il giornalista Joe Tidy ha seguito e documentato l’evento in diretta, dato che “Satoshi e la sua organizzazione non sono riusciti a far funzionare il laptop, quindi l’evento si svolge offline”.

Il presunto Satoshi sarebbe Stephen Mollah, che sostiene di essere un economista e di aver già provato a rivelare al mondo la sua identità nel 2016, ma di non essere stato preso sul serio.

L’ennesimo Craig Wright ha organizzato uno show deludente

Lo show messo a punto dal fantomatico inventore di Bitcoin sembra essere stato un fiasco su tutta la linea.

I, pochi, giornalisti presenti, hanno riportato difficoltà di Mollah a fornire la tanto attesa “prova”. Lo scetticismo impera e i più attenti hanno riportato vari tentativi in passato di emergere come l’inventore di BTC.

Lo stesso autore del documentario Money Electric che di recente sosteneva di poter rivelare l’identità misteriosa, ha ammesso di essere stato contattato da Mullah e di aver ricevuto un’offerta per un’esclusiva prima della rivelazione urbi et orbi del 31.

Mollah non sarebbe nuovo alle autorità. Infatti in passato è già stato accusato di aver millantato di essere Satoshi e in particolare, è accusato di truffa e di aver causato forti perdite di denaro agli investitori coinvolti. Il prossimo anno, Mollah e Anderson dovranno presentarsi in tribunale e difendersi dalle accuse, queste sembrerebbero vere, di aver mentito e frodato ignari investitori. I due, ora fuori su cauzione, sembrano aver cercato un sistema colorito per portare acqua al loro mulino.

Peccato però che l’intera community crypto stia ora ridendo alle loro spalle.

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