Raid israeliani sui siti nucleari in Iran innescano il panico sui mercati: BTC crolla
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Si intensificano le tensioni in Medio Oriente dopo i raid israeliani sui siti nucleari iraniani nella notte tra giovedì e venerdì. In risposta alla crescente incertezza sul fronte geopolitico, gli investitori hanno scaricato in fretta gli asset ad alto rischio.
Bitcoin è crollato in maniera violenta nella tarda serata di giovedì fino a un minimo intraday di 102.556 dollari, per poi riprendere quota ed essere scambiato al momento sopra i 104.000 dollari in calo del 3,4%.
Le tensioni tra Israele e Iran innescano il panico sui mercati
Lo scossone arriva mentre BTC era riuscito a recuperare un massimo in 24 ore di 108.500 dollari.
Il panico si è presto diffuso sui mercati e l’ipotesi di un aggravarsi della crisi geopolitica in Medio Oriente ha spinto alla ritirata dagli asset ad alto rischio.
La forte ondata di vendite ha portato alla liquidazione di 427 milioni di dollari in posizioni long nelle ultime 24 ore.
Le autorità israeliane hanno confermato che i raid hanno colpito infrastrutture militari nei pressi di Teheran e Tabriz, definendo l’azione una misura preventiva in risposta alla minaccia nucleare dell’Iran.
Israele minaccia il protrarsi degli attacchi ancora per giorni mentre Bitcoin continua a subire perdite violente
Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha definito l’operazione un passo necessario per “eliminare questa minaccia”, aggiungendo che continuerà “per tutto il tempo necessario”.
L’Iran ha risposto con durezza agli attacchi sferrati dall’esercito israeliano. Il Ministro della Difesa israeliano Katz ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale in attesa di una contromossa iraniana con droni e missili. Intanto, fanno sapere le autorità iraniane, nell’attacco sono morti comandante delle Guardie della rivoluzione, capo delle forze armate e scienziati.
Il leader iraniano Khamenei ha prontamente dichiarato la controffensiva in risposta all’attacco israeliano.
La reazione internazionale all’attacco israeliano verso l’Iran
Gli Stati Uniti hanno dichiarato la loro estraneità all’attacco. In risposta hanno iniziato a ritirare diplomatici dall’Iraq e hanno offerto evacuazioni volontarie alle famiglie dei militari nei paesi vicini.
Il Dipartimento di Stato ha anche emesso avvisi per i cittadini americani di lasciare l’Iraq, citando l’instabilità regionale.
A Washington, il Segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato che Israele ha agito unilateralmente, seppure avesse già informato gli Stati Uniti al riguardo.
L’ex consigliere di Trump Steve Witkoff ha ribadito che non si fermeranno i negoziati sul nucleare con l’Iran, anche se i rischi di escalation permangono.
Bitcoin perde il suo status di bene rifugio in tempi di crisi geopolitica
Come già successo in passato, Bitcoin si è dimostrato sensibile alle tensioni geopolitiche. In queste circostanze i trader tendono a ridurre la propria esposizione verso asset volatili ad alto rischio, impattando negativamente sui prezzi di BTC.
Sebbene l’asset crypto sia visto da alcuni come copertura di lungo periodo, sul momento il prezzo tende spesso a riflettere il sentiment di rischio globale.
Anche Ethereum ha seguito il trend ribassista, scendendo sotto i 2.500 dollari, mentre XRP è arretrato a 2,10 dollari, aumentando la pressione su tutto il mercato.
Bitcoin fatica a mantenersi sui 104.000 dollari
Al momento della scrittura, Bitcoin è scambiato leggermente al di sopra dei 104.000 dollari, mostrando segnali di stabilizzazione dopo un primo calo repentino del 4%.
Sul grafico a 2 ore, BTC resta sotto pressione. Le Bande di Bollinger si allargano e il prezzo si avvicina alla banda inferiore, segnale di maggiore volatilità e pressione ribassista.
L’indice di forza relativa (RSI) a 25,51 è precipitato in territorio di ipervenduto, situazione che potrebbe preludere a un rimbalzo nel breve periodo.
I valori MACD restano però fortemente negativi (linea MACD a -438,59), indicando che la tendenza ribassista è ancora dominante.
Osservando il timeframe a 30 minuti, è evidente che il prezzo fatica a riconquistare la zona dei 105.000 dollari. L’RSI è a 32,30, ancora vicino ai livelli di ipervenduto, mentre il MACD continua a espandersi verso il basso, rafforzando il rischio di ulteriori cali se il supporto dovesse cedere.
Il grafico a 1 minuto riflette tentativi di recupero di brevissimo termine, l’RSI risale a 66,49 e il MACD incrocia al rialzo. Questo piccolo recupero non è però confermato dai timeframe superiori, quindi la cautela è d’obbligo.

I livelli chiave da monitorare sono il supporto immediato a 102.533 dollari e la resistenza a 105.693 dollari.
Una chiusura sopra i 105.000 dollari potrebbe allentare la pressione di vendita, In caso contrario non è da escludere la possibilità di un crollo verso i 100.000 dollari.
Per ora il sentiment resta di avversione al rischio, e i tori di BTC dovranno difendere questi livelli per evitare una correzione più profonda.
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