Pi Network nella bufera: utenti scontenti per le migrazioni, il prezzo è a rischio?
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Continua a crescere il malcontento nella community di Pi Network. Diversi utenti hanno segnalato nuovi requisiti di migrazione indicati nelle loro app, generando rabbia e confusione a poche settimane da un importante sblocco di token.
Su X, molti utenti di Pi Network hanno condiviso screenshot della checklist aggiornata dell’app. Anche chi aveva già completato la prima migrazione è incappato in nuove richieste di verifiche.
“Questa storia di Pi è assurda. Dopo anni di mining ci viene negato l’accesso ai token… Il core team dovrebbe rivedere come gestisce quella che chiamano Pi Community” ha scritto su X l’utente @bfrancis_12.
La seconda migrazione di Pi Network genera malcontento
Il caos regna sovrano. Secondo alcuni, la seconda migrazione è iniziata malgrado molti utenti si trovino ancora a dover completare la procedura KYC non ancora ultimata. Il risultato è che in tanti non possono migrare i loro saldi nonostante abbiano già seguito tutti i passaggi richiesti.
“Non ho ancora finito la prima migrazione, perché tanta fretta per la seconda migrazione?” ha scritto un utente su X, mentre altri si sono lamentati delle verifiche KYC ancora in sospeso.
Pare però che tutto sia nato da un equivoco studiato ad arte.
Un popolare account satirico che sbeffeggia il fondatore di Pi Network, Dr. Nicolas Kokkalis, ha alimentato le tensioni con un post virale: “PI NETWORK 2ND MIGRATION HAS BEGUN!”
Il messaggio, ha fatto presto il giro della rete mentre invitava gli utenti a prepararsi al passaggio alla Mainnet completando vari step: invio della verifica KYC, finalizzazione della checklist (inclusi wallet e impostazioni di lockup), e approvazione dei trasferimenti di Pi verso il Mainnet.
Secondo il post, completare questi passaggi avrebbe permesso agli utenti di sbloccare l’utilità reale delle monete Pi, tra cui acquisto di beni e servizi, accesso a dApp decentralizzate basate su Pi e, in generale, partecipazione all’innovazione Web3.
Peccato che il Core Team di Pi non abbia confermato tramite canali ufficiali alcuna nuova fase di migrazione.
Tutto questo avviene mentre Pi Network si prepara a sbloccare 276 milioni di token PI a giugno, un evento che aumenta l’offerta di circa 176 milioni di dollari secondo i dati di PiScan.
Non si tratta di una buona notizia, i volumi di trading languono mentre il sentiment è fragile. Questo sblocco potrebbe mettere seriamente alla prova la tenuta del mercato.
Pi Coin resta sotto pressione mentre i ribassisti prendono il sopravvento
Pi Coin continua a essere scambiato sotto pressione, e si aggira intorno a 0,64 dollari.
Il grafico a 30 minuti mostra un trend ribassista prolungato che si estende dai massimi registrati lo scorso 12 maggio. Ora il prezzo si sta consolidando vicino al bordo inferiore delle Bande di Bollinger a 0,6410 dollari.
L’RSI a 40,27 segnala una debolezza dell’intensione di acquisto, mentre il MACD resta piatto, a ribadire un clima diffuso di indecisione.
Sul grafico a 5 minuti la situazione è simile. L’RSI è sceso a 29,00, in zona di ipervenduto, suggerendo che i venditori di breve termine mantengono il controllo.
Anche il MACD è negativo, senza divergenze rialziste evidenti. L’assenza di picchi di volume conferma il calo d’interesse.
Sul grafico a 1 minuto, Pi ha testato minimi intraday a 0,6405 dollari, mentre l’RSI è sceso per il momento a 30,90 prima di registrare un leggero rimbalzo. Un altro segnale negativo arriva dalla sequenza di massimi e minimi decrescenti che continua, mantenendo una prospettiva ribassista nel breve periodo.
Ora che il grande sblocco di 276 milioni di token PI previsto per questo mese è alle porte, i rischi al ribasso restano elevati.
Se il livello di 0,64 dovesse cedere con forza, il prossimo supporto sarebbe a 0,60 dollari, seguito dalla soglia psicologica di 0,40. Per cambiare la tendenza, i rialzisti dovrebbero riconquistare con forza la fascia 0,65-0,66 dollari intervenendo con volumi di trading importanti.
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