Perché Bitcoin si è fermato? Ecco cosa potrebbe spingerlo a 150k
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Dopo aver superato per la prima volta i 100.000 dollari, la crypto di maggior valore, Bitcoin ha seguito un andamento laterale, sorprendendo molti, nonostante gli afflussi record da parte degli investitori istituzionali e degli exchange-traded fund (ETF).
Cosa sta frenando Bitcoin?
Per Vijay Boyapati — autore di “The Bullish Case for Bitcoin” e convinto sostenitore di Bitcoin — la risposta risiede nelle balene: i grandi holder a lungo termine, che detengono più di 1.000 Bitcoin ciascuno, circa 109 milioni di dollari ai valori attuali.
L’esperto ha scritto su X:
“La verità è che i 100.000 dollari erano una soglia simbolica per molti holder di lungo periodo, che controllano una quota significativa dell’offerta liquida di Bitcoin.
“Le vendite delle balene bastano ampiamente a coprire la domanda degli ETF e di Saylor, e potrebbero continuare a farlo ancora a lungo”, ha aggiunto, riferendosi a Michael Saylor, CEO di Strategy.
Pare che, nonostante l’afflusso di capitali istituzionali, Bitcoin sia frenato dalle vendite delle whale, che hanno atteso a lungo la soglia dei 100.000 dollari per incassare i profitti.
L’asset ha superato i 100.000 dollari per la prima volta a dicembre. Poche settimane dopo, ha raggiunto i 106.000 dollari, un record all’epoca, trainato dal trionfo di Trump alle elezioni e anche dalle aspettative di politiche normative favorevoli per il settore.
Ad aprile l’asset è scivolato nuovamente a 75.000 dollari, dopo la guerra dei dazi di Trump contro i principali partner commerciali degli Stati Uniti, Cina inclusa. A far ripartire Bitcoin a maggio è stato l’allentamento delle tensioni commerciali e la riduzione dell’inflazione. Il mese scorso l’asset ha segnato un nuovo massimo storico sopra i 111.000 dollari.
Fino a quel momento, l’asset aveva faticato a superare i 100.000 dollari, rimanendo in un range ristretto. Per gli analisti alcuni fattori, tra cui nuove normative e riserve aziendali, potrebbero aiutare Bitcoin a riprendere il suo rally.
Secondo il sito di Bitcoin Treasuries, da gennaio, il numero di BTC detenuti dalle società quotate in borsa è aumentato di oltre il 30%, raggiungendo quota 819.374 BTC, per un valore di 89,7 miliardi di dollari. Si tratta di circa il 4% della supply totale di Bitcoin.
Inoltre, secondo i dati della piattaforma SoSoValue, al 9 giugno gli afflussi totali verso gli ETF basati su Bitcoin hanno superato i 44,6 miliardi di dollari.
La balene stanno manipolando il mercato?
Nel suo post, Vijay Boyapati ha respinto l’idea che i prodotti derivati, che non implicano il possesso diretto di BTC, o le balene, viste come manipolatori del mercato, stiano sopprimendo l’asset.
Secondo lui, la pressione di vendita da parte delle whale è un processo naturale e necessario per ridistribuire l’asset: dai primi holder ai nuovi acquirenti, tra cui colossi istituzionali come BlackRock e Fidelity.
Il “processo di monetizzazione” è il momento in cui un asset, come Bitcoin, passa da essere di nicchia a una vera riserva di valore.
E Boyapati sottolinea che questo passaggio non può avvenire se chi ha accumulato Bitcoin all’inizio non inizia a venderli, permettendo ad altri — istituzioni, nuovi investitori, aziende — di entrarne in possesso.
Tracy Jin, chief operating officer dell’exchange crypto MEXC, ha dichiarato che qualsiasi asset destinato a diventare una riserva di valore su scala macroeconomica deve, prima o poi, ampliare la propria base di investitori. Ha affermato:
“La differenza, questa volta, è che a entrare in gioco sono gli investitori istituzionali, con il capitale e la pazienza necessari per mantenere posizioni a lungo termine. È il segnale di un mercato che sta maturando, aggiungendo profondità, resilienza, stabilità e credibilità a Bitcoin come asset finanziario globale.”
Secondo Matteo Greco, senior associate e analista della società di servizi crypto Fineqia con sede a Vancouver, i dati on-chain mostrano che il range di prezzo compreso tra 100.000 e 110.000 dollari ha “innescato un aumento delle prese di profitto tra gli holder a lungo termine”.
Parlando con la redazione di CryptoNews, Greco ha spiegato: “Le metriche basate sull’età di detenzione indicano che la recente pressione di vendita è stata in gran parte spinta da investitori di lungo periodo che hanno deciso di incassare i profitti”.
Per chiarire il concetto, Greco ha confrontato i profitti degli holder a lungo termine con quelli a breve termine. Nei 30 giorni precedenti, i primi hanno incassato oltre 1 miliardo di dollari, contro i 350 milioni registrati dai secondi.
Si tratta di un profitto quasi triplo per le balene, afferma.
“Questo suggerisce che la maggior parte delle ultime vendite arriva da chi aveva comprato Bitcoin a prezzi molto più bassi e ora sta approfittando di livelli di mercato favorevoli.”
Bitcoin resta fermo nonostante gli afflussi negli ETF
Nonostante gli exchange-traded fund (ETF) abbiano portato miliardi di dollari di nuova domanda su Bitcoin, Matteo Greco, analista di Fineqia, ha sollevato dei dubbi: gli afflussi sono davvero così rialzisti come sembrano?
“Gli afflussi verso gli ETF spot su Bitcoin non rappresentano necessariamente nuovo capitale”, ha spiegato Greco. “Gli investitori istituzionali spesso adottano strategie delta-neutre, acquistando azioni di ETF spot e coprendosi con derivati come le opzioni. In questo modo, ottengono rendimenti mantenendo una posizione neutra rispetto al mercato.”
Eric Balchunas, analista senior di Bloomberg, ritiene che gli Exchange-Traded Fund non siano responsabili dello stallo dell’asset.
“Non è colpa degli ETF, ovviamente, perché ultimamente stanno comprando in modo aggressivo ”, ha scritto Balchunas su X, in risposta a una domanda ricorrente sul perché gli afflussi record negli ETF non abbiano innescato un rally di Bitcoin.
“Sono gli holder di Bitcoin che stanno vendendo, oppure speculatori con leva o altri operatori del mercato”, ha spiegato. “Gli exchange-traded fund continuano a comprare, ma ogni volta si scontrano con le vendite di chi sta uscendo dalle posizioni.”
Cosa potrebbe succedere a Bitcoin?
Secondo Vijay Boyapati, le balene prima o poi esauriranno il loro desiderio di prendere profitto. A quel punto, l’asset potrebbe ripartire e arrivare a 120.000 o 150.000 dollari.
“Non preoccupatevi del movimento laterale,” ha scritto Boyapati. “Sappiate solo che, sotto la superficie, il processo di monetizzazione del Bitcoin continua senza sosta, ha aggiunto.
La sua analisi trova riscontro nei dati della piattaforma di Glassnode, che mostrano come, sebbene una parte dell’offerta sia in movimento, circa due milioni di Bitcoin rimangono intatti e non sono stati spesi.
Nell’ultimo anno, il realized cap — un metrica che misura il valore dei token in circolazione in base al loro ultimo movimento on-chain — detenuta da Bitcoin con oltre 10 anni di età è scesa dallo 0,045% allo 0,033%, con cali evidenti tra dicembre e febbraio e un’altra flessione dal 20 aprile.

Secondo i dati di Glassnode, i dati indicano che anche parte delle partecipazioni più datate viene ancora spesa, segno che non tutta l’offerta risalente ai primi anni è andata perduta o dimenticata.
La piattaforma stima che, dei 3,4 milioni di Bitcoin rimasti fermi dal 2010, circa 1,4 milioni siano probabilmente persi in modo permanente. Gli altri 2 milioni risultano invece ancora sotto custodia attiva, detenuti da holder con strategie a lungo termine.

Jin, COO dell’exchange MEXC, ha affermato che il potenziale di rialzo a lungo termine di Bitcoin rimane intatto nonostante la recente volatilità del mercato.
“La crescente presenza di ETF, riserve aziendali e operatori istituzionali sofisticati aggiunge liquidità e stabilità al mercato, due elementi assenti nei precedenti cicli dominati dal retail”, ha spiegato alla redazione di Cryptonews.
Secondo Jin, Bitcoin potrebbe raggiungere i 150.000 dollari entro il quarto trimestre di quest’anno, ma solo se il contesto macroeconomico sarà favorevole e le tensioni geopolitiche si attenueranno.
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