Multa da €2,25 milioni a Bybit nei Paesi Bassi per operazioni crypto non autorizzate
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Il 22 ottobre 2024, la Banca Centrale dei Paesi Bassi, De Nederlandsche Bank (DNB), ha imposto una multa di 2,25 milioni di euro alla piattaforma di criptovalute Bybit Fintech Limited per aver operato senza la registrazione necessaria nei Paesi Bassi.
La sanzione rientra negli sforzi normativi della DNB per far rispettare le leggi contro il riciclaggio di denaro (AML) e il finanziamento del terrorismo. Queste normative impongono ai fornitori di servizi crypto di registrarsi presso la banca al fine di contrastare i rischi elevati legati alla natura anonima delle criptovalute.
Bybit, con sede a Dubai, avrebbe violato queste normative offrendo servizi crypto non registrati nei Paesi Bassi fino a settembre 2023.
Banca Centrale dei Paesi Bassi contro Bybit: 2,25 milioni di euro sono troppi?
L’obbligo di registrazione, introdotto nel maggio 2020 ai sensi della Legge olandese sul riciclaggio di denaro e sul finanziamento del terrorismo, richiede alle piattaforme di asset digitali di segnalare transazioni finanziarie sospette all’Unità di Intelligence Finanziaria dei Paesi Bassi (FIU-NL).
Secondo la DNB, il fatto che Bybit non abbia effettuato tale registrazione ha comportato la mancata segnalazione di numerose transazioni potenzialmente legate ad attività illecite, aprendo varchi per il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. Per questo motivo, la banca ha determinato l’ammontare della multa valutando la gravità, l’ampiezza e la durata della violazione commessa.
L’importo della sanzione è stato comunque ridotto dopo che Bybit ha trasferito la propria clientela olandese a un partner locale autorizzato, SATOS B.V., un fornitore di servizi crypto registrato.
In risposta alla multa della DNB, la piattaforma crypto ha riconosciuto le proprie lacune normative del passato e ha sottolineato le misure proattive adottate per sanare la situazione. Ha anche affermato che, a partire dall’inizio della collaborazione con SATOS B.V., ha rispettato integralmente il quadro normativo in vigore.
“Da settembre 2023, Bybit opera sotto il marchio Bybit Powered by SATOS, sfruttando la licenza di fornitore di servizi di asset virtuali (VASP) accreditata dalla DNB.”
Il co-fondatore e CEO di Bybit, Ben Zhou, ha ribadito l’impegno dell’azienda per una “crescita responsabile” e ha assicurato ai clienti che sta collaborando attivamente con i regolatori europei per promuovere un ecosistema conforme e trasparente.

Zhou ha osservato che la partnership con SATOS ha contribuito a una crescita significativa, posizionando “Bybit Powered by SATOS” in una posizione di grande rilievo all’interno del mercato olandese.
“Attualmente, Bybit Powered by SATOS si sta affermando come la seconda piattaforma di exchange nel mercato con 10 milioni di utenti.”
Il Regolamento dell’UE sui mercati delle crypto-attività (MiCA), la cui entrata in vigore è prevista per dicembre 2024, richiederà alle aziende di ottenere una licenza ufficiale per operare in tutto il blocco.
Implicazioni più ampie per i fornitori di servizi crypto in Europa

Con l’accelerazione dell’adozione delle criptovalute a livello globale, le autorità europee stanno concentrando i propri sforzi sull’implementazione di normative per mitigare i rischi di riciclaggio di denaro nell’industria crypto.
Secondo un recente rapporto, l’Europa Centrale, Settentrionale e Occidentale (CNWE) si sta affermando come un attore di rilievo nel mercato globale delle criptovalute, seconda solo al Nord America. Da luglio 2023 a giugno 2024, il volume delle transazioni on-chain nella regione ha raggiunto i 987,25 miliardi di dollari, rappresentando il 21,7% delle transazioni globali in criptovalute.
L’azione della DNB contro Bybit fa parte di una più ampia repressione normativa in Europa verso le piattaforme di scambio di criptovalute operanti senza autorizzazione e segue una serie di multe imposte ad aziende crypto in tutta Europa, tra cui Crypto.com, Kraken e Coinbase.
La conformità alle misure antiriciclaggio e di finanziamento al terrorismo non è più facoltativa, ma è diventata un pilastro fondamentale per la legittimità operativa in Europa.
Il MiCA introduce requisiti stringenti per gli emittenti di stablecoin nell’UE, tra cui l’obbligo di conformità alle politiche antiriciclaggio, la protezione delle riserve e la gestione del rischio. Questo potrebbe portare a una riduzione delle stablecoin ancorate al dollaro nell’UE, mentre quelle legate all’euro potrebbero trarne vantaggio.
A ottobre 2023, il mercato delle stablecoin ha raggiunto un valore di 172 miliardi di dollari, con il Regolamento dell’UE che ne ha orientato in modo significativo lo sviluppo.
Grandi attori come Ripple stanno adattandosi a queste normative e ottenendo le licenze necessarie per operare in Europa, anche se la conformità a MiCA rappresenta un peso significativo sia per gli emittenti di stablecoin europei sia per quelli stranieri.
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