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Le riserve dei miner di Bitcoin hanno raggiunto il loro livello più basso in oltre 14 anni, scendendo – il giorno 19 giugno 2024 – a 1,90 milioni di BTC. Questo calo significativo segna il punto più basso dal febbraio 2010, a conferma di una tendenza in cui i miner detengono meno BTC nei loro bilanci.
Nonostante questa riduzione delle riserve, il valore fiat di queste partecipazioni rimane vicino a un massimo storico, aggirandosi intorno ai 135 miliardi di dollari.
Declino delle riserve dei miner di Bitcoin
La quantità di Bitcoin detenuta dai miner è la più bassa dal febbraio 2010. Fonte: IntoTheBlock.
I dati di IntoTheBlock indicano che le riserve dei miner sono scese da 1,95 milioni di BTC all’inizio dell’anno a 1,90 milioni di BTC a metà giugno. Questa riduzione è in parte attribuita all’evento di halving avvenuto il 20 aprile 2024, che ha ridotto le ricompense di mining da 6,25 BTC a 3,125 BTC.
Ricordiamo che l’halving si verifica approssimativamente ogni quattro anni e che influenza significativamente le operazioni dei miner mediante, appunto, la riduzione delle loro ricompense in Bitcoin.
Lucas Outumuro, responsabile della ricerca presso IntoTheBlock, ha spiegato la tendenza:
“I miner sono destinati ad accumulare meno Bitcoin nel tempo poiché l’halving riduce la redditività delle loro operazioni. Ma in passato, questo è avvenuto con un ritmo piuttosto graduale, quindi non ha esercitato una pressione significativa sulle vendite”.
Nonostante la diminuzione delle riserve di BTC, il loro valore in dollari è rimasto elevato grazie all’aumento del prezzo.
Sascha Grumbach, CEO di Green Mining DAO, ha sottolineato come i miner si siano adattati a questi cambiamenti:
“I miner di oggi hanno imparato dai cicli passati. Non si praticano più sovra-leverage e l’accumulo eccessivo di Bitcoin, strategie che si sono rivelate controproducenti in passato”.
Nonostante la diminuzione delle riserve di Bitcoin, la capitalizzazione di mercato delle società di mining quotate negli Stati Uniti ha registrato un aumento significativo. Al 15 giugno 2024, la loro capitalizzazione di mercato ha raggiunto, infatti, un massimo storico di 22,8 miliardi di dollari.
Core Scientific, TeraWulf e IREN hanno guidato l’incremento dei prezzi delle azioni, registrando guadagni rispettivamente del 117%, 80% e 70%. Nonostante l’aumento dei prezzi delle azioni, il reddito e le riserve dei miner sono diminuiti, riflettendo l’ampio impatto dell’halving e delle dinamiche di mercato.
Un’analisi di Glassnode ha rivelato una costante diminuzione dei saldi dei miner nelle ultime settimane. Questo continuo sell-off indica un cambiamento nella strategia dei miner verso il mantenimento della stabilità finanziaria piuttosto che l’accumulo a lungo termine di Bitcoin.
I miner stanno affrontando un periodo prolungato di vendita
I minatori stanno affrontando un periodo prolungato di vendita, come non si vedeva dal 2017, secondo i dati on-chain analizzati da James Van Stratten, l’analista principale di CryptoSlate. Al 17 giugno, il mercato del Bitcoin ha raggiunto il 33º giorno di capitulazione dei minatori, un lasso di tempo che storicamente dura, in media, 41 giorni.
La capitulazione avviene quando i miner sono costretti a spegnere le loro macchine o vendere i loro BTC per rimanere operativi, segnalando condizioni di business non redditizie.
La principale sfida per i profitti è rappresentata dall’halving. Dal 19 aprile, il reddito giornaliero medio per i minatori è sceso da circa 900 BTC a 450 BTC. Le commissioni di rete, sebbene fonte di reddito, rimangono minimali.
Il mining è diventato altamente competitivo, con solo le operazioni più efficienti che riescono a mantenere la redditività.
Nonostante si pensasse che le grandi aziende minerarie quotate pubblicamente sarebbero state in grado di resistere al periodo successivo all’halving, i dati on-chain indicano che anche questi leader del settore stanno vendendo le loro monete, mentre i margini di profitto si riducono.
CryptoQuant ha riportato che i minatori hanno venduto 1.200 BTC in scambi over-the-counter (OTC), principalmente avviati da Marathon Digital, la più grande azienda di mining quotata pubblicamente.
Il 18 giugno, il prezzo del Bitcoin è sceso del 2%, raggiungendo circa $65.152. Attualmente la situazione è ancora più critica, con la principale criptovaluta che si attesta intorno ai $64.000, in un contesto di ridotte detenzioni da parte degli hedge fund, il che intensifica ulteriormente la pressione al ribasso.
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