L’Agenzia delle Entrate giapponese vuole tassare le vendite di NFT e i crypto games
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In un documento di tipo FAQ, l’ente ha illustrato le “linee guida” per i funzionari fiscali che si occupano di “casi” legati agli NFT, in cui dovrebbero essere applicate imposte come quella sui consumi (l’equivalente giapponese dell’IVA).
Le linee guida non sono state ancora inserite nel Codice fiscale giapponese, o in altre leggi, ma saranno probabilmente utilizzate dalle autorità fiscali locali o centrali e dai funzionari della NTA finché il parlamento non interverrà modificando la legislazione in materia.
L’agenzia ha consigliato ai funzionari e a coloro che desiderano dichiarare le proprie transazioni di “confermare” i “dettagli dei metodi di calcolo” per la tassazione al momento della dichiarazione dei redditi annuale, con l’aiuto di “esperti” e funzionari specializzati in materia.
Nel caso della maggior parte delle vendite sul mercato secondario, invece, ai commercianti NFT è stato consigliato di fare dichiarazioni – e di pagare l’imposta sulle plusvalenze sui loro profitti.
I creatori e i venditori di NFT potranno tuttavia “dedurre le spese” dalle loro dichiarazioni. Ma anche i destinatari degli omaggi NFT potrebbero dover pagare le tasse sui token ricevuti gratuitamente tramite airdrop.
Tasse per i traders giapponesi di NFT e per i Crypto Gamers
I sostenitori degli NFT saranno probabilmente incoraggiati dal fatto che le FAQ chiariscono che anche i token non fungibili si qualificano come una forma di proprietà immateriale ai sensi della legge nazionale. La NTA ha osservato che i token “rubati o scomparsi a causa di un accesso non autorizzato al [wallet]” non possono essere soggetti a tassazione.
Tuttavia, le notizie per i giochi basati sulle criptovalute e le blockchain sono contrastanti. L’NTA ha ammesso che “è complicato valutare ogni singola transazione” nel caso di titoli play-to-earn (P2E), ma ha consigliato che i guadagni in criptovalute derivanti dai giochi dovrebbero essere comunque classificati come “redditi diversi” nelle dichiarazioni annuali dei redditi.
Questo, però, vale soltanto per i giochi che utilizzano token che possono essere scambiati su piattaforme di trading di criptovalute oppure convertiti in valuta fiat.
Le valute “in-game” che non possono essere utilizzate al di fuori dell’ecosistema di un singolo gioco “non sono considerate tassabili”, ha spiegato la NTA.
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