La Turchia stringe la morsa e si allinea alle norme internazionali sulle crypto

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Laura Di Maria
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Con una decisione importante, la Turchia ha preso nuove misure sulle crypto. Lo scorso 16 maggio Abdullah Güler, presidente del gruppo del partito al governo (partito AK), ha presentato una proposta di legge sulle criptovalute che si allinea agli standard internazionali.

La proposta di legge copre vari aspetti del settore delle criptovalute, tra cui l’attività dei fornitori di servizi di asset virtuali (VASP), le piattaforme di trading, l’archiviazione di asset e le transazioni condotte da residenti turchi.

Principali aspetti che emergono nella nuova proposta di legge crypto turca

All’inizio della settimana sono iniziati i lavori del Parlamento turco per la presentazione di una bozza di legge sulle crypto. I punti principali trattati dal nuovo regolamento riguardano la protezione dei consumatori e l’adesione agli standard globali. Già lo scorso gennaio, il governo turco aveva annunciato di aver quasi completato la legge quadro sulle criptovalute necessaria per conformarsi agli standard della Financial Action Task Force (FATF) internazionale.

La bozza prevede che tutti i fornitori di servizi di criptovaluta che operano in Turchia devono ottenere licenze e registrarsi presso il Capital Markets Board (CMB), l’ente regolatore finanziario della nazione.

Il disegno di legge conferisce inoltre alla CMB un più ampio raggio d’azione e maggiore autorità nella tutela dei beni dei consumatori detenuti presso i fornitori di servizi crypto. Si tratta di un passaggio importante dal momento che la Turchia è cresciuta nel corso degli anni fino a diventare uno dei più grandi mercati per le criptovalute.

Misure insufficienti per prevenire il riciclaggio

Inoltre, il disegno di legge affronta la questione della riscossione delle entrate. La capacità esecutiva di riscossione delle tasse sarebbe affidata al CMB e al Consiglio per la ricerca scientifica e tecnologica della Turchia (TÜBITAK).

La bozza sottolinea inoltre la priorità del governo turco di promuovere un ecosistema regolamentato a livello locale. Nello specifico vieta ai broker crypto stranieri di operare in Turchia senza aver prima ottenuto le licenze necessarie e aderito alle normative in vigore.

Le linee guida adottate nel disegno di legge si rifanno agli standard internazionali stabiliti dalla Financial Action Task Force (FATF). Si tratta dell’organismo internazionale di vigilanza che combatte il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.

La bozza incorpora la “Travel Rule” del FATF, che impone alle società di criptovaluta e alle istituzioni finanziarie coinvolte nelle transazioni di asset digitali di raccogliere e condividere informazioni accurate su origini e beneficiari di tali transazioni.

La Turchia rafforza la vigilanza sul mercato crypto dopo i richiami la presa sul mercato delle criptovalute a seguito delle preoccupazioni del GAFI

La mossa della Turchia per rafforzare le sue normative sulle criptovalute arriva dopo che il Gruppo d’Azione Finanziaria Internazionale (GAFI), o Financial Action Task Force (FATF), ha inserito il paese nella sua “lista grigia” a ottobre 2021. A motivare la decisione c’erano misure inadeguate per la prevenzione del riciclaggio di denaro in vari settori, tra cui quello bancario e della finanza.

La necessità del governo di regolamentare il settore delle criptovalute è diventata urgente alla fine del 2022. Il governo ha agito per cercare di frenare l’ingresso delle criptovalute nell’economia nazionale. Lo scopo della contromisura era salvaguardare il valore della valuta nazionale, la lira turca, già soggetta a forte inflazione.

L’iniziativa ha incontrato l’opposizione della community crypto turca che ha animato la protesta a livello mediatico, tanto da costringere le autorità a valutare una nuova linea d’azione.

Nonostante gli espliciti appelli del presidente Erdogan nel dicembre 2022 a regolamentare il settore delle criptovalute, l’introduzione di un disegno di legge formale è stata rinviata.

Incidenti di percorso prima della definizione della bozza di legge

La reazione della community si è fatta più violenta quando è trapelata una prima bozza di legge sulle crypto  preparata dal partito di maggioranza, il Partito Giustizia e Sviluppo (AKP). Pare che che abbia suscitato indignazione sulle piattaforme social a causa delle timori su potenziali misure restrittive.

La protesta pubblica è stata intensa, In risposta, funzionari governativi, tra cui ex viceministri dell’AKP e alti burocrati di agenzie come la Banca Centrale e il Tesoro, hanno convocato una riunione al Parlamento a dicembre 2022. Lo scopo è stato interfacciarsi con i vari rappresentanti delle diverse community crypto turche.

Il dialogo doveva rispondere ai dubbi dei cittadini e raggiungere un accordo su un quadro normativo più inclusivo.

Ora le autorità turche hanno proposto un quadro normativo completo sulle criptovalute in linea con le linee guida della Financial Action Task Force (FATF). La Turchia cerca di bilanciare le preoccupazioni dei cittadini promuovendo al contempo un mercato più sicuro e affidabile.

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