La SEC tace sugli ETF, ma il mercato attende lo sblocco delle opzioni in scadenza

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Marcello Bonti
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Continua a prendere tempo il presidente della SEC Gary Gensler che non lascia trapelare indiscrezioni sulle decisioni in merito alle richieste di ETF spot su Bitcoin presentate all’istituto.

In un recente intervento, il presidente si è limitato a confermare che la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti sta esaminando tra le otto e le dieci domande di ETF collegati a BTC.

Le speculazioni sulla possibile approvazione dell’ETF non sono state confermate

Sono state proprio le voci circolate riguardo la possibile approvazione da parte della SEC del primo ETF spot a far impennare il prezzo di BTC che da allora è in netta risalita.

Ma Gensler non offre alcun appiglio sulle possibili sorti delle domande. Finora sono state presentate undici richieste, dodici tenendo conto di quella di Grayscale di convertire in ETF il proprio trust legato a BTC. Intanto, il presidente ha confermato che solo una decina di queste sono al momento al vaglio.

Ha anche confermato che c’è la possibilità che queste vengano esaminate dalla commissione ristretta di cinque membri, ma non ha fornito indicazioni sui tempi previsti. Ha invece specificato che le domande hanno “tutte hanno scadenze diverse”.

In ordine d’arrivo, la prima domanda a dover essere evasa è quella di ARK Invest di Cathie Wood. La SEC ha tempo fino a 240 per dare parere al riguardo e il termine scadrà il 10 gennaio 2024.

L’attenzione degli osservatori è puntata anche sulle richieste formulate da altre società, tra cui BlackRock, Bitwise, WisdomTree, Fidelity e Invesco.

Il tema della possibile approvazione è tornato scottante quando la Commissione ha scelto di non appellarsi alla decisione del tribunale che ha dichiarato inconsistente la motivazione con cui era stata respinta la richiesta di Grayscale. Ora la Commissione dovrà stabilire se e come convertire in ETF il fondo, il maggiore al mondo direttamente legato all’andamento di mercato di BTC.

Intanto il mercato dei derivati raccoglie i frutti della volatilità

Gli ETF non sono l’unico strumento “tutelato” che i gestori patrimoniali hanno a disposizione per ottenere un’esposizione a Bitcoin, anche il mercato dei derivati ha grande importanza.

In questo momento le opzioni su Bitcoin ed Ether hanno toccato il massimo storico di 20 miliardi di dollari, mercato alimentato dal clamore legato alla possibile approvazione degli ETF spot.

Oggi in scadenza 4,5 miliardi di dollari di opzioni su BTC, quasi tutte vincenti

Intervistato da CoinDesk, Luuk Strijers, Chief Commercial Officer di Deribit ha dipinto un quadro molto significativo sullo stato del mercato dei derivati crypto.

Deribit è il maggiore gestore del mercato delle opzioni su Bitcoin ed Ethereum, da solo controlla il 90% di questo settore altamente speculativo.

Nella serata di oggi 27 ottobre scadrà il termine prefissato per i contratti derivati, con un valore di 4,5 miliardi di dollari. In questo momento l’open interest sulle opzioni di Bitcoin ed Ether quotate su Deribit ha superato i 20,62 miliardi di dollari.

Questo dato indica il crescente interesse che gli investitori istituzionali nutrono nei confronti degli asset digitali. Interesse alimentato negli ultimi tempi dal clamoroso rally del mercato e di BTC in particolare.

Opzioni e derivati per aumentare l’esposizione del mercato tradizionale sulle crypto

Le opzioni rappresentano dei contratti derivati che permettono di investire indirettamente su un sottostante, scommettendo sul suo futuro andamento di prezzo. In particolare, le opzioni danno il diritto, e non l’obbligo, all’investitore di acquistare o vendere il sottostante a un prezzo predeterminato entro una certa data.

Gli acquirenti possono quindi scegliere se investire al ribasso, scommettendo sul calo dei prezzi, con le opzioni put che danno diritto alla vendita. Oppure possono investire al rialzo, scommettendo sull’apprezzamento dell’asset sottostante con le opzioni call.

Altro elemento rilevante, quando il prezzo di mercato del sottostante al momento della scadenza è maggiore rispetto al prezzo fissato con l’opzione call, si dice l’opzione è in the money, ITM, generando così un guadagno per l’acquirente. Al contrario, è in the money l’opzione put in cui la vendita coincide con un prezzo più basso di quanto prefissato a monte.

In questo particolare momento, ha spiegato Strijers, le opzioni in scadenza nel tardo pomeriggio di oggi, hanno “un valore di 4,5 miliardi di dollari. Si tratta di un valore particolarmente elevato, di cui una percentuale non comune è destinata a scadere in the money (ITM) a causa del recente movimento di mercato che ha stimolato un’azione dei prezzi”.

Gli operatori si sono dimostrati parecchio sensibili all’impennata dei prezzi di BTC di queste ultime due settimane che hanno visto BTC salire dai 29.000$ a oltre 34.000$. Dato che non fa che confermare l’appetito del mercato istituzionale nei confronti dei titoli del mercato crypto.

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