La Banca Centrale Italiana e i rischi legati alle criptovalute e alla cybersecurity
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Negli ultimi mesi, il settore bancario italiano ha mostrato un crescente interesse nei confronti delle criptovalute, con un cambio di atteggiamento piuttosto netto rispetto al recente passato. Un segnale chiaro di questa evoluzione è arrivato con l’acquisto, avvenuto un mese fa, di 11 Bitcoin da parte di Intesa Sanpaolo, una delle principali istituzioni finanziarie del nostro Paese.
Questa mossa riflette una tendenza più ampia tra le banche tradizionali, sempre più consapevoli del ruolo che gli asset digitali possono svolgere nei mercati finanziari globali.
In questo contesto, non stupisce dunque che la Banca d’Italia e la Consob stiano intensificando il dialogo con le aziende del settore crypto per affrontare i rischi legati alla sicurezza finanziaria e informatica. L’attenzione si sta concentrando su questioni cruciali come la regolamentazione, la stabilità del mercato e la prevenzione di attività illecite, mentre si cerca di bilanciare l’innovazione con la tutela degli investitori.
Un punto di vista autorevole

Sull’argomento è intervenuto Fabio Panetta – il governatore della Banca d’Italia – che, il15 febbraio, parlando al 31° Congresso Assiom Forex, ha condiviso una serie di riflessioni sulle principali preoccupazioni relative alla finanza digitale, alle normative sulle criptovalute e ai rischi legati alla cybersecurity.
Panetta, inoltre, ha sottolineato come l’ecosistema crypto globale sia sottoposto a una crescente attenzione normativa a causa dei potenziali legami con il riciclaggio di denaro e delle preoccupazioni più ampie sulla stabilità finanziaria.
Il governatore ha poi evidenziato il contrasto tra i quadri normativi di Europa e Stati Uniti, ovvervando come il Vecchio Continente abbia introdotto il regolamento Markets in Crypto-Assets (MiCA) per fornire linee guida chiare al settore, mentre gli Stati Uniti continuano a regolamentare le criptovalute caso per caso, a seconda che gli asset siano considerati o meno titoli finanziari.
Ha inoltre fatto riferimento all’ordine esecutivo – datato 23 gennaio – dell’amministrazione Trump sulla tecnologia finanziaria digitale, che indica un approccio più aperto all’integrazione delle criptovalute nel sistema finanziario.
Panetta ha avvertito che le discrepanze normative tra Europa e Stati Uniti potrebbero essere sfruttate dagli operatori crypto, mettendo potenzialmente a rischio l’integrità finanziaria.
“Queste divergenze normative tra Stati Uniti ed Europa dovranno essere attentamente valutate una volta che la posizione delle autorità statunitensi sarà più chiara, al fine di comprenderne le implicazioni a livello internazionale”, ha dichiarato.
Da tempo la Banca d’Italia sta collaborando strettamente con la Consob – l’autorità di regolamentazione dei mercati finanziari – per valutare i rischi associati agli asset digitali. Le due entità, in particolare, hanno evidenziato i rischi di liquidità, poiché un numero crescente di utenti si affida alle piattaforme online per depositi e prelievi.
Per affrontare queste problematiche, sono in corso discussioni con aziende crypto interessate a operare in Italia.
“Il compito della Banca d’Italia è garantire che questi operatori adottino adeguate misure di sicurezza per gestire i rischi strategici, operativi e finanziari, oltre a quelli legati al riciclaggio di denaro e all’elusione delle sanzioni internazionali”, ha dichiarato Panetta.
Inoltre, il governatore ha messo in guardia contro l’ascesa dei token digitali emessi dalle grandi aziende tecnologiche, sostenendo che la loro adozione su larga scala potrebbe minacciare il ruolo delle banche tradizionali.
“Le banche commerciali rischierebbero di perdere una parte significativa delle loro attività”, ha avvertito, sottolineando la necessità di una regolamentazione globale coordinata.
L’Italia rafforza la sorveglianza del mercato crypto

Lo scorso anno, il nostro Paese ha adottato una serie di misure volte a rafforzare il controllo sui mercati delle criptovalute, allineandosi al quadro normativo introdotto dal Regolamento MiCA.
Queste nuove disposizioni mirano a garantire maggiore trasparenza e sicurezza nei mercati digitali, riducendo i rischi sistemici e proteggendo gli investitori da eventuali abusi. Un aspetto cruciale riguarda il potenziamento della sorveglianza finanziaria, con un focus particolare su pratiche illecite come l’insider trading (uso di informazioni privilegiate per ottenere vantaggi di mercato) e la manipolazione del mercato (strategie fraudolente che alterano il valore degli asset digitali).
Per rendere più efficace il contrasto a queste pratiche, il nuovo decreto legislativo varato dal governo introduce sanzioni severe per chi viola le normative sui mercati crypto. Le multe variano da 5.400 a 5,4 milioni di dollari a seconda della gravità del reato, colpendo non solo gli operatori non conformi ma anche coloro che diffondono informazioni riservate in modo non autorizzato.
Un altro aspetto fondamentale della riforma riguarda l’obbligo di registrazione e vigilanza per gli exchange e i fornitori di servizi crypto operanti in Italia. Questi soggetti devono ottenere l’autorizzazione dalle autorità di regolamentazione (la Consob e la Banca d’Italia), e dimostrare di possedere adeguati sistemi di sicurezza, gestione del rischio e conformità alle normative antiriciclaggio (AML).
Queste misure segnano un passo importante per l’integrazione delle criptovalute nel sistema finanziario tradizionale, con l’obiettivo di creare un ambiente più sicuro e regolamentato per gli investitori e favorendo una maggiore legittimazione del settore agli occhi delle istituzioni italiane ed europee.
Disclaimer: le criptovalute sono una classe di asset ad alto rischio. Questo articolo è fornito a scopo informativo e non costituisce un consiglio di investimento. Potresti perdere tutto il tuo capitale.





