Kraken mette fine allo staking di ETH dopo l’accordo con la SEC. Cosa succederà adesso?

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Sauro Arceri
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Kraken mette fine allo staking degli Ether

Kraken, uno dei principali exchange di criptovalute, ha assunto una posizione di primo piano per l’unstaking di Ethereum (ETH) che ha fatto seguito all’ultimo aggiornamento della blockchain, Shapella.

L’aggiornamento di Shanghai (Shapella) segna una pietra miliare significativa nello sviluppo di Ethereum, dal momento che comprende sia modifiche al livello di esecuzione della blockchain (aggiornamento di Shanghai) sia al livello di consenso (aggiornamento di Capella) e all’API Engine.

Questo aggiornamento completo permette agli utenti di ritirare gli ETH che avevano messo in staking, insieme alle ricompense accumulate nel frattempo.

Alle 09:00 UTC, Kraken rappresentava circa il 63,2% dei ritiri di ETH in staking, superando in modo significativo i suoi principali concorrenti. Secondo i dati della piattaforma di analisi blockchain Nansen, infatti, Coinbase deteneva una quota del 10,8% soltanto, mentre Huobi manteneva una quota del 5,1% appena.

In quel momento erano in attesa di essere ritirati quasi 869.000 ETH, pari a un valore di oltre 1,8 miliardi di dollari; di questi, oltre un miliardo rappresentavano la quota di Kraken.

Kraken raggiunge un accordo con la SEC e punta all’espansione

È da notare che i problemi legali di Kraken e la sua disputa con l’autorità di regolamentazione statunitense, la Securities and Exchange Commission (SEC), hanno probabilmente giocato un ruolo nello sviluppo di questa faccenda.

Lo scorso febbraio, l’exchange americano ha raggiunto un accordo con la SEC in base al quale Kraken ha accettato di non offrire più servizi o programmi di staking ai clienti con sede negli Stati Uniti.

La SEC ha accusato la piattaforma di non aver “registrato come servizio l’offerta e la vendita del suo programma di staking di cryptoasset”, che l’autorità di regolamentazione considera alla stregua di titoli azionari.

Nell’ambito dell’accordo con l’agenzia, Kraken ha anche accettato di pagare circa 30 milioni di dollari in sgravi, interessi anticipati e sanzioni civili.

Allo stesso tempo, la piattaforma statunitense sta portando avanti il progetto di lanciare una propria banca, denominata Kraken Bank.

In mezzo alla crisi bancaria in corso, Kraken spera di creare una nuova impresa crittografica attraverso il quadro della Special Purpose Depository Institution (SPDI) del Wyoming, progettato per consentire alla nuova banca di concentrarsi sulla custodia e sulla protezione degli asset digitali.

“Stiamo costruendo un tipo migliore di banca crypto e Bitcoin per i nostri clienti”, ha dichiarato Kraken in un recente comunicato.

L’exchange con sede a San Francisco ha inoltre affermato:

“Stiamo studiando prodotti come conti di deposito in USD e criptovalute (per esempio Bitcoin), opzioni multiple di finanziamento e pagamento, prodotti di custodia istituzionale (custodia qualificata per consulenti e broker dealer), IRA e molto altro”.

 

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