Il nuovo documentario HBO svelerà chi è Satoshi Nakamoto, il creatore di Bitcoin?
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In un nuovo documentario prodotto da HBO verrà svelata la vera identità del creatore di Bitcoin, noto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto? Il documentario è stato realizzato da Cullen Hoback, nominato agli Emmy, che ha ricevuto elogi dalla critica per la sua serie “Q: Into the Storm,” in cui ha rivelato gli autori della teoria del complotto QAnon.
Money Electric: The Bitcoin Mystery – questo il titolo del documentario – andrà in onda su HBO martedì alle 21:00 EST, ovvero le 2:00 del mattino di mercoledì 9 ottobre in Italia. Qui potete vedere il trailer:
Se le scoperte si riveleranno credibili, la rivelazione potrebbe scuotere i mercati finanziari globali e persino influenzare le elezioni presidenziali statunitensi, considerando il modo in cui il candidato repubblicano ed ex presidente Donald Trump ha coltivato il sostegno degli appassionati di Bitcoin.
Una storia lunga 15 anni
Bitcoin è diventato il fenomeno finanziario dell’era di internet. Dalla sua creazione nel 2009, la criptovaluta che esiste su un registro decentralizzato chiamato blockchain, è diventata una riserva di valore per coloro che credono che la moneta tradizionale venga sistematicamente svalutata, un veicolo di speculazione per chi si sente escluso dai mercati finanziari tradizionali e, soprattutto, un popolare mezzo di pagamento per prodotti e servizi sia legali sia illegali…
Dagli albori Bitcoin è cresciuto fino a diventare un asset da mille miliardi di dollari, acquisendo una tale rilevanza che persino le banche centrali hanno dovuto affrontarlo come un potenziale sfidante dei loro sistemi.
Parte del fascino che aleggia attorno a BTC è legato al mistero relativo a colui che ha dato i natali a BTC, sparito poi nel nulla e, si dice, detentore di un patrimonio che lo renderebbe una delle persone più ricche al mondo: si stima infatti che Satoshi controlli circa 1,1 milioni di Bitcoin, anche se non è chiaro se abbia ancora accesso alle chiavi crittografiche di questa fortuna. Se le avesse, il suo patrimonio netto sarebbe di circa 66 miliardi di dollari.
Tra l’altro, proprio con l’avvicinarsi della data di trasmissione del documentario, un certo numero di wallet di grande valore “dell’era Satoshi” sono tornati attivi per la prima volta dal 2009. Circa 250 BTC — del valore di circa 15 milioni di dollari — sono stati prelevati da questi wallet nelle ultime due settimane.
Sebbene queste monete non siano ufficialmente collegate ai wallet usati da Satoshi Nakamoto, sono rimaste inattive dai primi giorni di Bitcoin, quando la criptovaluta non valeva quasi nulla. I creatori di questi portafogli, dunque, sono stati quanto meno tra i primi collaboratori di Satoshi.
Ma chi è Satoshi Nakamoto?
La vera identità di Satoshi Nakamoto rimane uno dei più grandi misteri degli ultimi anni. Dopo aver pubblicato il whitepaper di Bitcoin il 31 ottobre 2008, qualcuno che ha utilizzato quello pseudonimo — lavorando principalmente tramite forum ed email — ha aiutato il sistema a ottenere rilevanza, raccogliendo il sostegno di un gruppo di eccentrici esperti di crittografia e programmazione, noti come cypherpunk.
Nel 2010, quella stessa persona è scomparsa dalla scena e di lui non si è più saputo nulla. Il suo ultimo messaggio pubblico era indirizzato al sito di informatori Wikileaks e diceva: “WikiLeaks ha scosso il nido di vespe, e ora lo sciame sta venendo verso di noi… Faccio un appello a WikiLeaks: non utilizzate Bitcoin. Si tratta ancora di una piccola comunità beta nelle sue fasi iniziali. Non otterreste altro che pochi spiccioli, ma l’attenzione che attirereste potrebbe distruggerci in questo momento delicato.”
Negli anni successivi, molti hanno cercato di risolvere il mistero di Satoshi ma senza successo. Il primo tentativo è stato quello della giornalista Leah McGrath Goodman nel 2014 che aveva identificato Dorian Nakamoto come sospetto, ma lui ha negato e ben pochi sono stati convinti dal suo reportage…
Nel 2016, il crittografo australiano Craig Steven Wright si è fatto avanti per rivendicare il titolo di creatore di Bitcoin, dopo essere stato doxxato (contro la sua volontà) in documenti trapelati alla stampa l’anno precedente. Nonostante il sostegno di alcuni membri di spicco della comunità, la sua campagna per dimostrare di essere Satoshi Nakamoto è naufragata all’ultimo momento quando non è riuscito, in modo inspiegabile, a fornire le prove promesse. Inoltre, la sua aggressiva azione legale contro chiunque osasse metterlo in discussione ha sollevato ulteriori dubbi sulle sue affermazioni.

Successivi processi hanno completato la sua disfatta. A marzo di quest’anno, un giudice dell’Alta Corte britannica ha stabilito che Wright non era Satoshi Nakamoto. Il presunto genio, finanziato dal magnate del gioco d’azzardo Calvin Ayre, ora è costretto ad affrontare addirittura accuse di falsa testimonianza.
Gli insoliti sospetti
Altri che, negli anni, sono stati accostati a Satoshi Nakamoto sono il defunto ingegnere software Hal Finney, l’informatico Nick Szabo e Adam Back, l’inventore di Hashcash.
Tuttavia, molti nella community di Bitcoin respingono tutti questi tentativi di identificare Satoshi, sostenendo l’importanza del suo diritto alla privacy. Inoltre affermano che, senza una prova tangibile — in particolare il trasferimento di monete da un noto wallet di Satoshi — tutte le affermazioni rimangono semplici speculazioni.
“Per anni ci sono state infinite speculazioni sull’identità reale di Satoshi Nakamoto”, ha detto Peter McCormack, un podcaster specializzato in Bitcoin. “Eppure, finché qualcuno non firmerà con le chiavi private collegate agli indirizzi di Satoshi, tutto questo rimane una semplice congettura. Satoshi ha donato al mondo un dono profondo con Bitcoin ma ha deliberatamente scelto di rimanere anonimo, una decisione che deve essere rispettata. Gli sforzi per smascherarlo non sono solo irresponsabili ma potenzialmente pericolosi.”
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