Il mining di criptovalute e i centri dati AI assorbono il 2% dell’elettricità globale

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Aniello Raul Barone
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Un recente studio del Fondo Monetario Internazionale (FMI) riporta che, attualmente, il mining di criptovalute e i centri dati AI rappresentano insieme il 2% del consumo globale di elettricità e quasi l’1% delle emissioni globali di gas serra.

Nell’arco dei prossimi tre anni, però, si prevede che questa cifra salirà al 3,5%, il che solleva preoccupazioni sull’impatto ambientale generato da queste industrie ad alta intensità energetica.

L’aumento delle imposte è una potenziale soluzione al problema

La potenziale soluzione proposta dal Fondo Monetario Internazionale è quella di aumentare la tassa sull’elettricità dell’85%, in modo da costringere il settore a diventare più responsabile dal punto di vista ambientale.

Poiché la attività di estrazione delle criptovalute (mining) sono particolarmente avide di energia, i responsabili politici stanno iniziando a considerare strategie per limitare l’impronta di carbonio.

Una di queste è l’uso potenziale di una tassazione mirata, che sia in grado di indirizzare il settore verso la riduzione delle emissioni inquinanti. Il Fondo Monetario Internazionale propone di tassare le società e i singoli minatori al fine di incentivarli a ridurre il consumo di energia elettrica.

L’attività di estrazione delle criptovalute si basa sull’utilizzo di apparecchiature informatiche ad alta potenza che consumano grandi quantità di energia elettrica.

Recentemente, inoltre, all’elenco di attività particolarmente affamate dal punto di vista energetico, si sono aggiunte anche le tecnologie basate sull’intelligenza artificiale (AI), ormai sempre più diffuse in tutti i settori.

Secondo il Fondo Monetario Internazionale, una singola transazione di Bitcoin consuma all’incirca la stessa quantità di energia elettrica che una persona media consuma nell’arco di tre anni in paesi come il Ghana o il Pakistan. Le ricerche effettuate tramite ChatGPT, o con qualsiasi altro Data Center AI, consumano un quantitativo di energia elettrica 10 volte maggiore rispetto a una query effettuata tramite un motore di ricerca tradizionale.

Questa enorme domanda di energia elettrica ha messo sotto pressione i governi e le organizzazioni, costringendoli a impegnarsi per cercare di ridurre l’impatto ambientale del settore, soprattutto perché il consumo globale di energia elettrica è strettamente legato all’aumento delle emissioni di gas serra.

In un post sul blog, il Fondo Monetario Internazionale propone una tassa diretta di 0,047 dollari per kilowattora come possibile soluzione per incoraggiare l’industria del mining di criptovalute ad allinearsi agli obiettivi di riduzione delle emissioni globali.

Questa tassa si rivolgerebbe direttamente ai singoli minatori, incentivandoli a ridurre il consumo di energia elettrica o ad adottare fonti energetiche più pulite e sostenibili.

Secondo il Fondo Monetario Internazionale l’imposta potrebbe generare un gettito annuo di 5,2 miliardi di dollari

Secondo i calcoli effettuati dal Fondo Monetario Internazionale (FMI), l’applicazione della tassa potrebbe aiutare l’industria delle criptovalute a diventare più responsabile dal punto di vista ambientale, contribuendo al tempo stesso a perseguire obiettivi climatici più ampi.

Tuttavia, se la tassa tenesse conto anche degli effetti negativi dell’inquinamento atmosferico sulla salute locale, l’aliquota dovrebbe salire a 0,089 dollari per kilowattora. Ciò comporterebbe un aumento dell’85% del prezzo medio dell’elettricità per i minatori di criptovalute, con un sostanziale impatto sui loro costi operativi.

Il Fondo Monetario Internazionale stima che questa tassa genererebbe 5,2 miliardi di dollari di entrate annuali per i governi di tutto il mondo e ridurrebbe le emissioni globali di 100 milioni di tonnellate, un quantitativo di CO2 quasi analogo a quello delle attuali emissioni annuali del Belgio.

Con l’intensificarsi della spinta globale all’azione per il clima, il ruolo del mining di criptovalute nel consumo energetico e nelle emissioni inquinanti sta diventando un argomento sempre più importante per i politici.

Di conseguenza, la strategia di tassazione proposta dal Fondo Monetario Internazionale, per quanto possa apparire aggressiva, è un modo per affrontare le sfide ambientali del settore delle criptovalute e, allo stesso tempo, aumentare le entrate per i governi.

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