Ethereum come chiave per decentralizzare l’IA? L’opinione di un ex sviluppatore

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Secondo Connor il “momento di maggiore diffusione” di Ethereum potrebbe arrivare grazie alla sua integrazione con l’IA
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Laura Di Maria
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Ethereum potrebbe avere un ruolo cruciale nel risolvere alcuni dei problemi più gravi che riguardano l’intelligenza artificiale. Ne è certo Eric Connor, un ex sviluppatore core della blockchain.

Connor ha condiviso la sua opinione con un post su X del 15 aprile. L’ex sviluppatore core ritiene che il “momento di maggiore diffusione” di Ethereum potrebbe arrivare grazie alla sua integrazione con l’IA.

Di fatto, potrebbe essere la soluzione ai noti problemi dell’AI come centralizzazione, algoritmi opachi e crescenti dubbi sulla tutela della privacy.

“L’IA è compromessa da processi opachi, silos di dati centralizzati e problemi legati alla privacy,” ha osservato Connor.

Ethereum si trova in una posizione unica per affrontare queste sfide.

Ethereum potrebbe offrire all’IA un’alternativa decentralizzata ai monopoli delle big tech

Connor è certo che la struttura decentralizzata di Ethereum, la trasparenza degli smart contract, gli incentivi costituiti dai token e il sistema di micropagamenti integrato potrebbero fornire una base migliore per lo sviluppo dell’IA, liberandola dal monopolio delle grandi aziende tecnologiche.

In particolare, gli smart contract potrebbero rendere più trasparenti i processi di addestramento dell’IA e reperimento dei dati. Una soluzione ottimale contro la segretezza che circonda attualmente molte piattaforme for profit di IA.

Ha ammesso, però, che le grandi aziende di intelligenza artificiale potrebbero opporsi a questa apertura. I loro modelli di business, infatti, si basano soprattutto sul controllo dei dati.

Il visionario sviluppatore ritiene che la crescente domanda di equità e trasparenza potrebbe favorire Ether visto i suo approccio più etico e collaborativo rispetto ad altre blockchain.

Il potenziale di Ethereum potrebbe esprimersi al meglio anche nel campo in rapida evoluzione dell’IA agentica. Gli Agenti AI sono software autonomi in grado di prendere decisioni, eseguire transazioni e interagire con smart contract.

Un recente post sul blog di Ethereum ha mostrato come la blockchain già supporti questi agenti. Lo fa garantendo accesso ai dati in tempo reale, proprietà di asset digitali e interazione con applicazioni decentralizzate.

Esistono già diversi progetti interessanti in questo ambito. Per esempio Luna, un’influencer virtuale con controllo del portafoglio on-chain. Ma anche AIXBT, un agente di IA che offre insight sul mercato crypto. Infine Botto, un artista NFT decentralizzato animato dai voti della comunità.

Inoltre, strumenti come Bankr e HeyAnon sono in grado di creare un’interfaccia con cui dialogare e interagire usando il linguaggio naturale.

In definitiva, Connor è certo che Ethereum debba continuare a sviluppare strumenti e applicazioni, fare ricerca per rendere l’IA decentralizzata una realtà praticabile.

Se avrà successo, Ethereum potrebbe diventare una forza trainante per l’adozione di un’IA etica, ampliando il suo impatto ben oltre il settore finanziario.

Un venture capitalist accusa i layer-2 di aver ridotto l’attrattiva degli investimenti in Ether

Lo scorso mese, il venture capitalist Nic Carter di Castle Island Ventures ha evidenziato due problemi principali che stanno minando il valore di Ether: l’ascesa delle reti di scalabilità layer-2 (L2) e l’emissione incontrollata di token.

Ha affermato che i “L2 di Ethereum avidi” stanno sottraendo valore al layer base di Ethereum senza restituire nulla.

Ha anche criticato la comunità di Ethereum per aver accettato di creare fin troppi progetti collegati, sostenendo che “ETH è stato sepolto da una valanga dei suoi stessi token. È morto per mano propria”.

I commenti di Carter sono arrivati dopo un’analisi altrettanto severa di Quinn Thompson, fondatore di Lekker Capital, che ha dichiarato Ethereum un investimento “completamente morto”.

Thompson critica il calo del volume delle transazioni, il freno alla crescita degli utenti e il calo dei ricavi della rete. Sarebbero tutti segnali che ETH non rappresenta più una forte opportunità di investimento, nonostante la sua utilità come piattaforma blockchain.

Lo scorso settembre, Carter aveva già notato che i ricavi delle commissioni di Ethereum erano crollati del 99% in sei mesi. A suo dire, la ragione stava nella capacità dei L2 di attirare attività degli utenti e ricavi senza contribuire allo sviluppo del layer portante di Ethereum.

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