Ethereum 3.0? Justin Drake svela la proposta “Beam Chain” al Devcon
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Definita da alcuni “Ethereum 3.0“, l’iniziativa punta a rendere più veloce la convalida dei blocchi, ridurre la quantità di token in staking per i validatori e si propone di usare tecnologie crypto avanzate per migliorare scalabilità e sicurezza.
Si avvicina la nuova era per Ethereum
Drake ha inserito la proposta all’interno delle “Ere” evolutive di Ethereum, segnando un possibile passaggio all’era ZK (Zero-Knowledge).
Ethereum è passato dal proof-of-work al proof-of-stake con The Merge nel 2022, e Beam Chain potrebbe inaugurare la prossima fase, sfruttando gli SNARK (Succinct Non-Interactive Argument of Knowledge).
Questa innovazione crypto consente alle parti coinvolte di verificare calcoli o informazioni senza esporre i dati sottostanti, aprendo la strada a una maggiore scalabilità e privacy.
Tra le caratteristiche peculiari di Beam Chain, spicca la proposta di ridurre i tempi delle slot (gli intervalli fissi per proporre blocchi) da 12 secondi a 4, consentendo una finalizzazione più rapida dei blocchi entro tre slot.
Potrebbe inoltre semplificare la struttura della rete eliminando le epoche, che attualmente organizzano i compiti dei validatori in gruppi di 32 slot.
Un altro cambiamento significativo è l’introduzione di un tetto massimo di staking, riducendo la quantità minima di token per attivare un nodo validatore da 32 ETH a solo 1 ETH.
Questi cambiamenti, ha spiegato Drake, mirano a risolvere alcune carenze progettuali dell’attuale Beacon Chain di Ethereum. Allo stesso tempo promuovono l’inclusività abbassando le barriere d’ingresso per i validatori.
Lo sviluppatore ha spiegato però che il consenso della comunità sarà cruciale per introdurre questo nuovo cambiamento.
Scalabilità senza Layer 2?
La proposta potrebbe migliorare significativamente la scalabilità della mainnet di Ethereum, riducendo potenzialmente la dipendenza dalle soluzioni Layer 2.
Le reti Layer 2, pur essendo fondamentali per la scalabilità di Ethereum, hanno suscitato dibattiti sul loro impatto sul valore del livello base.
Integrando una zkEVM (Zero-Knowledge Ethereum Virtual Machine) nativa, Beam Chain potrebbe consentire ai nodi di verificare i blocchi utilizzando gli SNARK, eliminando i limiti del gas e permettendo blocchi di dimensioni ben più grandi.
Il discorso di Drake è arrivato subito dopo una recente controversia legata alle sue dimissioni come consulente di EigenLayer, una piattaforma di restaking, in seguito a dubbi su possibili conflitti di interesse.
Si è scusato per il problema legato a consistenti pagamenti in token, riconoscendo le ragioni delle reazioni negative della comunità di Ethereum.
Nonostante questi ostacoli, Drake rimane impegnato nell’innovazione. Descrive Beam Chain come la sua “iniziativa più ambiziosa fino a oggi”. Durante il suo intervento alla conferenza degli sviluppatori ha condiviso il percorso di implementazione della proposta, che è costata mesi di collaborazione con ricercatori e sviluppatori.
“Siamo agli inizi, e la partecipazione della comunità sarà fondamentale per raggiungere un consenso generale,” ha dichiarato.
Il percorso di Ethereum dopo The Merge
Se andrà a buon fine, Beam Chain rappresenterebbe l’aggiornamento più significativo di Ethereum dai tempi di The Merge, che ha unito la mainnet di Ethereum con la Beacon Chain nel 2022.
The Merge ha portato Ethereum al proof-of-stake, riducendo il suo consumo energetico di oltre il 99% e gettando le basi per nuove migliorie in termini di scalabilità.
La comunità ha smesso di riferirsi alla transizione come “Ethereum 2.0” per evitare confusione sulla continuità della blockchain.
Allo stesso modo, Drake non è d’accordo nel definire la nuova proposta come “Ethereum 3.0”, per mantenere chiarezza e prevenire disinformazione.
Per alimentare ulteriore la curiosità riguardo l’annuncio, la Ethereum Foundation ha venduto 100 ETH per 334.316 dollari in stablecoin DAI poco prima del discorso di Drake, come riportato da Spot On Chain.
Questa è stata la prima vendita di ETH da parte della Foundation dopo la pubblicazione del suo repport finanziario, che ha rivelato la presenza di attivo in bilancio per 970 milioni di dollari, inclusi 788,7 milioni in criptovalute, principalmente ETH, e 181,5 milioni in asset non crypto.