Esplode il mercato dei diamanti in formato NFT, colpa della crisi delle banche

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Lo scorso fine settimana ha dato il via a una serie di eventi di portata stravolgente. Diverse banche d’affari sono fallite e anche un’importante stablecoin, USDC, ha perso il peg con il dollaro. In questo caos si è affermata una nuova asset class alquanto inusuale: i diamanti tokenizzati.

La volatilità del mercato ha raggiunto il suo picco e i report di CoinDesk mostrano che le vendite di diamanti digitalizzati sono salite del 300%, guidate da Diamond Standard.

Il fondatore e CEO della compagnia Cormac Kinney conferma che l’aumento del volume del trading è stato tale da costringere Diamond Standard Spot Market a restare aperto senza sosta.

In particolare, secondo l’ad, la maggior parte degli acquirenti voleva uscire dall’esposizione nei confronti delle stablecoin. Kinney ha spiegato:

“[Le vendite] dei diamanti tokenizzati e di altri prodotti sono aumentate in modo sostanziale da venerdì, a causa della disposizione delle autorità della chiusura di Silicon Valley Bank e Signature Bank, del de-peg [del dollaro] di USDC e dei timori di contagio a danno di altre banche e asset digitali.”

La popolare stablecoin USDC ha riguadagnato il suo ancoraggio al dollaro USA dopo che le autorità di vigilanza degli Stati Uniti hanno assicurato l’accesso ai propri depositi ai correntisti di Silicon Valley Bank (SVB).

USDC è la quinta crypto e la seconda stablecoin per capitalizzazione di mercato, con 37 miliardi di dollari, mentre Tether (USDT) è terza nella classifica del mercato crypto e al primo posto tra le stablecoin, con una capitalizzazione di 76 miliardi di dollari.

Cos’è un diamante tokenizzato

Diamond Standard, con sede a New York, è una società blockchain che si descrive come sviluppatore di tecnologia e “produttore delle prime commodity di diamanti al mondo”. L’azienda ha tokenizzato il mercato dei diamanti, consentendo agli investitori di investire nel minerale con facilità.

“Il nostro obiettivo è sbloccare il potenziale dei diamanti naturali come asset per gli investitori, come per l’oro, l’argento e il platino”, ha dichiarato l’azienda. Per garantire massima trasparenza collabora con autorità di vigilanza, revisori e sponsor finanziari. Il valore di questo tipo di investimento si comprende al massimo in periodi di grande volatilità e incertezza del mercato, quando gli investitori tendono a concentrarsi su asset solidi per tutelare il valore del loro capitale.

Il CEO ha spiegato che la maggior parte dei clienti che lavorano con l’azienda mira a detenere l’asset a lungo termine, considerandolo un’opportunità per diversificare e garantire il portafoglio.

Tra i clienti della società ci sono privati, gestori di patrimoni familiari e piccoli hedge fund. Molti di questi possiedono in portafoglio oro e considerano “i diamanti come qualcosa di non correlato ad altri asset”. Inoltre, ci sono possibilità che il prezzo dei diamanti salga e generi un guadagno aggiuntivo per gli investitori.

La crisi che ha travolto le banche USA

È interessante notare che Diamond Standard opera ancora principalmente con la Signature Bank, pur avendo accordi commerciali con alcune altre banche. Kinney è certo che Signature sia attualmente “la banca più sicura del mondo”. Ne è convinto dato che la nuova entità ad interim sarà per un certo periodo la Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC).

Le turbolenze che hanno di recente travolto il settore bancario USA hanno portato finora a tre grandi fallimenti: Silvergate, SVB e Signature Bank.

La FDIC ha preso il controllo di Signature due giorni dopo che le autorità hanno chiuso SVB lo scorso fine settimana in un crollo massiccio che ha interessato miliardi di depositi. La Signature aveva 110,36 miliardi di dollari di attività e 88,59 dollari di depositi alla fine del 2022, stando alle stime del Dipartimento dei servizi finanziari dello Stato di New York.

Il crollo di Signature è stato il terzo maggiore fallimento nella storia bancaria degli Stati Uniti, la chiusura della Silicon Valley Bank è stata la seconda e la prima è stata la Washington Mutual, crollata durante la crisi finanziaria del 2008.

Insieme alla travagliata Silvergate, Signature Bank era riconosciuta come una delle maggiori banche pro-cripto degli Stati Uniti.

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