Elon Musk e il suo controverso rapporto con Bitcoin e Dogecoin
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Il rapporto di Elon Musk con le criptovalute e in particolare Bitcoin è spesso stato altalenante.
Il patron di Tesla non ha mai nascosto il suo interesse, soprattutto per BTC, nominato spesso nei suoi tweet quando Twitter non era ancora stato acquistato da Musk, oltre ad aver affermato più volte di detenerlo nel suo wallet.
All’inizio del 2021, Tesla sembrava voler imprimere una svolta storica al mondo delle criptovalute. Con un investimento da 1,5 miliardi di dollari in Bitcoin, annunciato a febbraio, e la promessa di accettarlo come metodo di pagamento, Elon Musk aveva acceso l’entusiasmo degli investitori, spingendo BTC oltre i 44.000 dollari.
A marzo, il messaggio si era fatto ancora più interessante: Tesla avrebbe accettato Bitcoin senza conversione in valuta fiat, puntando così ad accumulare la criptovaluta anche nel lungo periodo. Sembrava un segnale chiaro, una scelta ponderata di una strategia più ampia.
E invece, nel giro di poche settimane, a maggio, era arrivato il brusco dietrofront. Tesla aveva annunciato che non avrebbe più accettato BTC come pagamento a causa dell’impatto ambientale del suo mining.

Immagine realizzata con intelligenza artificiale.
Nonostante la sospensione dei pagamenti, Tesla ha scelto di mantenere i suoi investimenti in Bitcoin, confermando un interesse di fondo nel suo potenziale a lungo termine e come riserva di valore.
Bitcoin non è però l’unica criptovaluta finita nel mirino di Elon Musk, che in passato non ha nascosto la sua passione anche per alcune altcoin.
Le alternative a Bitcoin: Cardano ed Ethereum sotto i riflettori
Una delle criptovalute che ha attirato l’attenzione di Elon Musk è Cardano. Attualmente scambiato intorno agli 0,68 dollari, il progetto è noto per il suo approccio accademico e per l’attenzione allo sviluppo di soluzioni blockchain in regioni in via di sviluppo, come il continente africano.
Elon Musk, attraverso il D.O.G.E – Dipartimento per l’Efficienza Governativa, ha mostrato interesse verso l’adozione di nuove tecnologie blockchain per migliorare la trasparenza e l’efficienza amministrativa. In questo contesto, le caratteristiche di Cardano, come la scalabilità e l’efficienza energetica, potrebbero rappresentare un’opportunità concreta di collaborazione.
Charles Hoskinson, fondatore di Cardano, ha espresso il suo ottimismo su una possibile partnership , dichiarandosi pronto a supportare eventuali iniziative governative basate su blockchain. Del resto il fondatore di Cardano ha espresso più volte il desiderio di collaborare con Elon Musk.
In un’intervista del giugno 2024, Hoskinson ha rivelato di aver tentato di contattare Musk per offrire soluzioni basate su Cardano, come il protocollo Midnight, per migliorare la privacy e combattere i bot sulla piattaforma X (ex Twitter). Sforzi che su ammissione dello stesso Hoskinson non hanno mai ricevuto risposta.

Un’altra blockchain che potrebbe rientrare nell’interesse di Musk è Ethereum che grazie alla sua leadership nello sviluppo degli smart contract ha costruito l’ecosistema blockchain più vasto e diversificato al mondo.
A differenza di Bitcoin, che si concentra principalmente sul suo ruolo di riserva di valore, Ethereum offre soluzioni avanzate come la finanza decentralizzata (DeFi), le organizzazioni autonome decentralizzate (DAO) e l’adozione dell’algoritmo di consenso Proof of Stake, arrivato con un aggiornamento, e molto più efficiente dal punto di vista energetico.
Vitalik Buterin, fondatore di Ethereum, ha sempre criticato apertamente l’elevato consumo energetico del mining di Bitcoin, definendolo uno spreco di risorse. Sebbene Musk non abbia rilasciato commenti recenti su Ethereum negli anni 2024 e 2025, in passato ha dichiarato di possederlo insieme a Bitcoin e Dogecoin, mantenendo così viva l’attenzione su questa blockchain.
Elon Musk e Dogecoin: un rapporto privilegiato
Il rapporto tra Elon Musk e Dogecoin rappresenta invece uno dei fenomeni più emblematici dell’interazione tra personaggi pubblici e mercati crypto, e per questo merita un capitolo a parte.
Tutto cominciò nell’aprile 2019, quando Musk definì su Twitter Dogecoin la sua criptovaluta preferita, descrivendola come “pretty cool”. La community, cogliendo il tono leggero, lo nominò “CEO onorario” in un sondaggio online.
Quella che poteva sembrare una boutade si trasformò presto in un legame duraturo: nei mesi successivi, Musk iniziò a utilizzare sistematicamente i social per promuovere Dogecoin, alimentandone la popolarità e rendendo ogni suo tweet un potenziale catalizzatore di rally.
Nel 2020 il suo sostegno implicito contribuì a un primo boom di interesse. Nel 2021, alla vigilia della sua apparizione al Saturday Night Live, si autoproclamò “The Dogefather”, accompagnando l’ascesa di Dogecoin verso un massimo storico di quasi 0,73 dollari.

Immagine generata con AI.
Bastò invece una battuta – definire Dogecoin “una truffa” (“a hustle”) durante la trasmissione – per innescare un crollo immediato. Da quel momento, ogni parola di Musk, positiva o negativa, si è rivelata in grado di influenzare sensibilmente il prezzo di DOGE.
Il supporto di Musk non si è limitato alle dichiarazioni: nel maggio 2021 annunciò DOGE-1, una missione spaziale finanziata interamente in Dogecoin, mentre nel 2022 Tesla iniziò ad accettare la meme-coin per i suoi gadget, seguita da SpaceX. Con questi gesti, Musk ha dato a Dogecoin una legittimità che poche meme coin sono riuscite a conquistare.
L’acquisizione di Twitter, poi rinominato in X, ha offerto nuove occasioni per ribadire il legame. Nell’aprile 2023, Musk sostituì temporaneamente il logo del social con l’icona di Doge, provocando un rally del 30% in poche ore.
Un’influenza che ha sollevato anche polemiche: nel 2023 Musk è stato trascinato in una causa miliardaria da parte di investitori che lo accusavano di manipolazione del mercato, accusa che è stata però respinta dai giudici.
Nel 2024 e 2025 il rapporto si è ulteriormente evoluto. A novembre, Musk ha definito Dogecoin “una criptovaluta dal potenziale reale”, mentre a gennaio ha lasciato intendere, con un tweet criptico, possibili utilizzi di DOGE in ambito governativo, rilanciandone nuovamente il prezzo.
A distanza di anni è evidente che Musk non si è limitato a cavalcare il fenomeno Dogecoin: in buona parte lo ha creato.
Bitcoin rimane una scelta strategica
Nonostante le critiche mosse nel tempo, Elon Musk non ha mai completamente abbandonato Bitcoin.
Secondo Anthony “Pomp” Pompliano, fondatore di Morgan Creek Digital, è fondamentale osservare non solo quello che le persone dicono, ma soprattutto quello che fanno. E Musk, pur avendo realizzato profitti consistenti nel 2021, detiene ancora una quota significativa di Bitcoin nei bilanci di Tesla.
Un altro elemento importante è il miglioramento della sostenibilità del mining di Bitcoin: stime recenti indicano che circa il 75% dell’estrazione di Bitcoin è alimentato da energie rinnovabili.
Questa tendenza verso pratiche più ecologiche potrebbe rafforzare l’interesse di Musk e di altri investitori istituzionali verso la criptovaluta creata da Satoshi nakamoto, specialmente in un contesto in cui la sostenibilità è sempre più centrale nelle decisioni aziendali
In definitiva, sebbene Elon Musk abbia messo in discussione l’impatto ambientale di Bitcoin, il suo coinvolgimento a lungo termine nel settore crypto rimane solido.
Rimane invece da verificare se, nel futuro, Tesla o altre sue aziende decideranno di adottare criptovalute alternative come Cardano o Ethereum per i loro progetti.






