Crollo Bitcoin: gli esperti prevedono un calo a $73.000 nei prossimi 6 mesi
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Il prezzo di Bitcoin è sceso di oltre l’8,8% da venerdì, quando Bybit ha subito il più grande attacco informatico della storia delle criptovalute. L’asset digitale di punta aveva raggiunto un picco di 99.493 dollari alla fine della settimana scorsa ma adesso sta letteralmente precipitando.
Al momento viene scambiato a 88.200 dollari, il che rappresenta un calo del 3,63% nelle ultime 24 ore e addirittura del 15,73% rispetto a un mese fa.
Questo ribasso non solo cancella il tentativo di Bitcoin di rimanere sopra la soglia dei 95.000 dollari, ma mette anche a rischio una zona di supporto molto importante. Si tratta di un intervallo di trading che dura da 97 giorni, compreso tra i 91.000 e i 102.000 dollari.

Se BTC scende al di sotto di questo range, potrebbe essere un segnale preoccupante che indicherebbe una possibile perdita di valore ancora maggiore.
Anche perché, il prezzo del principale asset digitale ha infranto il canale di tendenza discendente che era stato osservato dal 20 gennaio, cioè una linea che segnava la direzione negativa del mercato. Questo significa che il movimento del prezzo sta seguendo una traiettoria peggiore di quanto previsto inizialmente.
Cosa succederà al mercato crypto?
Ari Paul, co-fondatore e Chief Investment Officer di BlockTower Capital, ha offerto una visione a 360 gradi sulla traiettoria di Bitcoin e sull’ambiente macroeconomico più ampio.
In un post su X, Paul ha parlato della potenziale debolezza dei mercati azionari e dell’effetto a cascata sugli asset digitali:
“La mia visione del mercato: le azioni affrontano da 4 a 15 mesi di difficoltà (io ipotizzo 9 mesi) legati a politiche governative deflazionistiche (soprattutto tariffe e licenziamenti di massa). Poi sarà una questione politica: l’amministrazione Trump ‘capitolerà’ e diventerà severamente inflazionistica? Nella stragrande maggioranza dei casi simili nella storia, la risposta è stata sì, ma per me attualmente è solo un’ipotesi con bassa fiducia.”
Spostando l’attenzione sulle crypto, Paul ha sottolineato che, sebbene le criptovalute possano ancora mostrare correlazioni a breve termine con i mercati azionari, sono fondamentalmente su ritmi ciclici diversi:
“Cosa significa tutto questo per le crypto? Continuo a ritenere che le criptovalute e le azioni seguano cicli diversi ma ciò non esclude una correlazione nel breve periodo. Le altcoin probabilmente seguiranno il calo delle azioni, almeno inizialmente, ma, poiché sono già scese così tanto – anche rispetto ai prezzi del 2021 – potrebbero raggiungere il loro minimo molto prima delle azioni.”
Come si comporterà Bitcoin?
Parlando di Bitcoin, Paul prevede che la principale criptovaluta “si comporterà come una via di mezzo tra l’oro e l’S&P 500”:
“Se l’oro continua a rimanere forte, potrebbe indicare che Bitcoin sovraperformerà le azioni in calo, ma probabilmente non di molto. Un ritracciamento verso i $73.000-$77.000 sembra realistico e dunque aggiungerei posizioni in quella fascia.”
Nonostante la volatilità a breve termine, Paul rimane ottimista:
“Rimango fiducioso che il mercato rialzista delle criptovalute non sia ancora terminato ma, questa volta, sembra molto differente dai cicli passati, probabilmente più lento e prolungato. Il mio scenario di base è che le crypto guideranno la transizione verso un’inflazione macroeconomica più alta, quindi è possibile che la loro corsa rialzista riprenda tra sei mesi, mentre le azioni potrebbero risalire tra nove mesi. Le tempistiche che indico sono solo delle stime, perciò meglio non dare troppo peso alla precisione dei tempi.”
Anche il fondatore di BitMEX, Arthur Hayes, ha avvertito su X di una spinta al ribasso imminente. Ha indicato la meccanica degli Exchange-Traded Funds (ETF) di Bitcoin e l’arbitraggio nel mercato dei futures come possibili fattori che potrebbero aumentare la pressione di vendita.
Ecco che cosa ha scritto nel suo post:
“Arriva Goblin Town per Bitcoin: Molti detentori di IBIT sono hedge fund che hanno preso posizioni lunghe sugli ETF e corte sui futures CME per guadagnare un rendimento maggiore rispetto a quello che ottengono investendo in titoli di stato USA a breve termine. Se questa base scende mentre BTC cala, questi fondi venderanno IBIT e riacquisteranno i futures CME. La “base” (ovvero la differenza tra il prezzo di Bitcoin e il rendimento dei titoli di stato statunitensi, gli UST n.d.r) è molto vicina ai rendimenti offerti da questi titoli, perciò i fondi potrebbero decidere di vendere le loro posizioni in Bitcoin per incassare i guadagni durante le ore di mercato negli Stati Uniti. 70.000 dollari: ti vedo, bastardo!”
La frase con cui Hayes chiude il suo post, dunque, suggerisce che prevede che il prezzo di Bitcoin possa scendere fino a 70.000 dollari.






