CBDC: banche affrontano le questioni legate alla privacy
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Secondo un recente documento pubblicato dalla Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI), poiché numerosi paesi in tutto il mondo stanno lavorando allo sviluppo delle rispettive valute digitali della banca centrale (CBDC), garantire una separazione tra i dati di identità da quelli relativi alle transazioni potrebbe produrre un ambiente migliore per la protezione della privacy e potrebbe indurre le persone ad usare le CBDC.
Il rapporto si basa sulle interviste che la BRI e la Banca mondiale hanno tenuto con nove banche centrali che esplorano le CBDC al dettaglio e l’inclusione finanziaria. Questi includevano la Banca centrale delle Bahamas, la Banca del Canada, la Banca popolare cinese (PBoC), la Banca centrale dei Caraibi orientali, la Banca del Ghana, la Banca centrale della Malesia, la Bangko Sentral ng Pilipinas delle Filippine, la Banca nazionale dell’Ucraina e la Banca Centrale dell’Uruguay.
Il documento indica l’esempio della Cina e del suo progetto CBDC, affermando che la recente emissione della legge sulla protezione dei dati personali da parte del paese pone maggiore enfasi sulla protezione dei dati. Secondo il rapporto, lo yuan digitale, o e-CNY, è dotato di un design del wallet a più livelli, che consente ai wallet di categoria più bassa di essere anonimi con solo i numeri di telefono richiesti.
La banca ha affermato che la PBoC “ha notato che le informazioni personali degli utenti non saranno condivise con le banche commerciali o la banca centrale dagli operatori di telecomunicazioni”.
Ha inoltre affermato che “i pagamenti possono essere effettuati con wallet tokenizzati inviati a piattaforme di e-commerce e altre piattaforme da online a offline, garantendo al contempo che queste piattaforme non abbiano accesso alle informazioni personali”.
Oltre a ciò, la PBoC afferma di aver installato un firewall informativo e di applicare rigorosamente i protocolli di sicurezza e privacy delle informazioni. Si dice che questi includano: nominare i responsabili della manutenzione del sistema, istituire barriere interne all’utilizzo dei dati, applicare un sistema di autorizzazione a più livelli, stabilire controlli e contrappesi ed eseguire audit interni.
La BRI ha affermato che queste misure sono progettate per garantire che le richieste e l’uso arbitrario di informazioni siano prevenuti.
Allo stesso tempo, la BRI avverte che l’istituzione di una privacy e protezione dei dati di vasta portata potrebbe innescare rischi legati al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo.
Secondo la banca i rappresentanti delle banche centrali intervistati riconoscono “questo rischio e l’importanza delle misure AML / CFT [Anti-Money Laundering / Combating the Financing of Terrorism] senza sacrificare i loro obiettivi di inclusione finanziaria” e “stanno programmando di mettere in atto limiti differenziati sui saldi CBDC o operazioni, con il limite più basso (ovvero quelle destinate a fini di inclusione finanziaria) soggette a “requisiti di due diligence semplificata (SDD).
Il documento afferma che tenendo presente quanto sopra, le banche centrali intervistate hanno riconosciuto che le leggi e i regolamenti tematici pertinenti, compresi quelli relativi ai dati sulla privacy, tra gli altri, potrebbero dover essere riesaminati per valutare la loro continua rilevanza nel contesto delle CBDC.
Con sede a Basilea, in Svizzera, la BRI afferma di essere di proprietà congiunta di 62 banche centrali mondiali, che rappresentano paesi che insieme rappresentano circa il 95% del prodotto interno lordo (PIL) globale.
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