Bitcoin News: le notizie di oggi, mercoledì 25 giugno 2025
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In un contesto globale sempre più incerto, segnato da tensioni geopolitiche, inflazione persistente e politiche monetarie in continua evoluzione, Bitcoin continua a essere al centro dell’attenzione. Dopo una fase di correzione che ha momentaneamente offuscato la sua immagine di “bene rifugio”, la criptovaluta ha mostrato nuova forza, tornando stabilmente sopra quota 106.000 dollari e riaccendendo l’interesse di investitori retail e istituzionali.
In questo articolo, abbiamo raccolto e analizzato le novità più significative riguardanti BTC, con l’obiettivo di offrire una panoramica completa e aggiornata sulle dinamiche che stanno influenzando il suo prezzo, la fiducia degli investitori e il futuro dell’intero ecosistema crypto.
L’Exchange Whale Ratio aumenta: è un segnale ribassista per il prezzo di Bitcoin?
Dopo il cessate il fuoco tra Israele e Iran, il prezzo di Bitcoin è salito. Il mercato appare comunque instabile, soprattutto a causa del comportamento di quelle che possiamo definire come “nuove whale”. Questi grandi investitori, entrati solo di recente nel mercato, reagiscono rapidamente alle cattive notizie e vendono i loro Bitcoin in momenti di panico. Questo contribuisce a forti oscillazioni nel prezzo.
Dalla metà di giugno, il prezzo di Bitcoin ha mostrato movimenti marcati: partito da circa 107.000 dollari, ha superato i 110.000, per poi scendere sotto i 100.000 dollari. Secondo i dati di CryptoQuant, tra il 14 e il 22 giugno le whale hanno venduto Bitcoin in perdita per circa 228 milioni di dollari. La giornata del 17 giugno ha registrato il picco delle vendite, con 95 milioni di dollari di perdite in un solo giorno. Di questi, circa 85 milioni provengono da nuove whale, mentre le balene più “anziane” hanno venduto molto meno, ovvero intorno agli 8,2 milioni di dollari.

Il 22 giugno si è registrato un nuovo picco di perdite, pari a 51 milioni di dollari. Questa volta, le vendite sono state equamente distribuite tra nuove e vecchie whale. Tuttavia, è evidente che sono soprattutto le nuove a reagire rapidamente agli eventi negativi, amplificando così le discese del prezzo.
L’Exchange Whale Ratio, uno strumento di analisi sviluppato da CryptoQuant, misura la quantità di Bitcoin che le balene inviano agli exchange. Un valore elevato di questo indicatore suggerisce spesso che le whale si stanno preparando a vendere.
Nel corso del mese di giugno, questa ratio è rimasta alta, in particolare nei momenti in cui il prezzo di Bitcoin si avvicinava ai 110.000 dollari. In quelle fasi, le whale trasferivano ulteriori quantità di Bitcoin verso gli exchange, segnale che stavano predisponendo ordini di vendita. Questo comportamento ha limitato il potenziale di crescita del prezzo.

Quando il prezzo è sceso sotto i 102.000 dollari, la ratio è calata temporaneamente. Con la risalita verso i 105.900 dollari, la ratio è tornata ad aumentare. Questo comportamento indica una certa cautela da parte dei grandi investitori, generando ulteriore pressione di vendita e incertezza sul mercato.
Il prezzo di Bitcoin si muove lateralmente a giugno: il mercato rialzista è finito?
Il prezzo di Bitcoin ha perso il 2,29% nel corso degli ultimi 30 giorni. Contestualmente, una serie di titoli tecnologici – come Palantir, Nvidia e Oracle – ha registrato performance eccezionali. Viene dunque da chiedersi se il mercato rialzista sia giunto al termine o se BTC possa ancora raggiungere le previsioni di prezzo tra i 150.000 e i 200.000 dollari per la fine del 2025.
Gli exchange di criptovalute sono mercati dinamici, in rapido movimento, aperti e globali. Di conseguenza, nessuno può prevedere con certezza quale sarà la prossima mossa del prezzo di Bitcoin finché il mercato non l’ha effettivamente compiuta. Esistono però alcuni indizi e schemi storici che i trader e gli investitori più esperti utilizzano per decidere quando acquistare, vendere o mantenere le proprie posizioni.
Negli ultimi 30 giorni, Bitcoin è sceso di oltre il 2%, influenzato dalla politica commerciale globale e dall’instabilità geopolitica che, però, non sembrano influenzare diversi importanti titoli tecnologici statunitensi.
Le azioni di Nvidia, colosso dei semiconduttori con sede a Santa Clara (California) e secondo titolo più pesante negli indici USA per capitalizzazione, per esempio hanno guadagnato oltre il 9,15%. Palantir, azienda di data analytics con sede a Denver (Colorado), ha registrato un rialzo del 19,84%. Oracle, altra società tecnologica attiva nel settore dei dati e con sede a Nashville (Tennessee), è cresciuta del 32,5% nello stesso periodo.

Tutte e tre le aziende presentano capitalizzazioni enormi e sono spesso paragonate a Bitcoin in quanto asset ad alto potenziale. Mentre loro sono in crescita, BTC ha perso terreno, restituendo parte dei guadagni di aprile e maggio.
Quindi, il rally delle criptovalute si sta esaurendo?

Molti esperti non la pensano così. Un mercato ribassista imminente non sarebbe nemmeno in linea con l’andamento storico di Bitcoin. Secondo il Bitcoin Rainbow Chart – uno strumento di analisi ampiamente utilizzato e basato sui cicli storici di prezzo – Bitcoin è ancora lontano dal suo picco pluriennale. Anzi, l’attuale situazione ricorda da vicino i mercati di novembre 2020 e maggio 2017.
Nel maggio 2017, Bitcoin valeva 1.434 dollari (1° maggio) e raggiunse oltre 20.000 dollari il 17 dicembre dello stesso anno: un ROI del 1.400% in meno di 9 mesi. Nel novembre 2020, BTC era a 13.862 dollari (1° novembre) e balzò fino a 62.208 dollari entro il 15 aprile 2021: un ROI del 450% in meno di 6 mesi.
Ecco perché sia il celebre trader di lungo corso Peter Brandt, sia il fondatore di Galaxy Digital – Mike Novogratz – prevedono che Bitcoin possa salire fino a 150.000 dollari entro agosto o settembre.
Chainlink collabora con Mastercard: 3 miliardi di titolari di carte potranno acquistare criptovalute
Chainlink e Mastercard hanno stretto una partnership per consentire ai 3 miliardi di titolari di carte in tutto il mondo di acquistare asset crypto direttamente on-chain tramite una conversione sicura da valuta fiat a criptovaluta.
La collaborazione è resa possibile dall’infrastruttura di interoperabilità sicura di Chainlink e dalla rete globale di pagamenti affidabile di Mastercard, “eliminando le barriere di lunga data che hanno impedito agli utenti mainstream di accedere all’economia on-chain”, hanno dichiarato le aziende in un annuncio congiunto. Chainlink verifica e sincronizza i dettagli chiave delle transazioni per permettere ai titolari Mastercard di accedere direttamente alle criptovalute.
Oltre ai protagonisti principali, Chainlink e Mastercard, diversi altri partner avranno un ruolo nell’operazione. Zerohash offre servizi on-chain, liquidità, conformità, custodia e infrastruttura per le transazioni, mentre Shift4 Payments consente un’elaborazione fluida delle carte. Swapper Finance e XSwap garantiscono esperienza applicativa e funzionalità DEX, mentre Uniswap fornisce la liquidità dagli exchange decentralizzati.
Il sistema crea un’esperienza unificata in cui gli utenti possono convertire valuta fiat in criptovalute attraverso l’esecuzione di smart contract in modo regolamentato. XSwap ottiene liquidità da exchange decentralizzati come Uniswap, permettendo l’esecuzione finale dello swap on-chain mantenendo la conformità normativa. Non è stato specificato se l’accesso alle criptovalute sarà geograficamente limitato o disponibile solo in determinate giurisdizioni.
“Questo è il tipo di convergenza tra finanza tradizionale e finanza decentralizzata per cui Chainlink è stato creato” – ha dichiarato Sergey Nazarov, cofondatore di Chainlink – che ha aggiunto di essere entusiasta riguardo alla “capacità di abilitare questa connessione cruciale tra il mondo dei pagamenti tradizionali e gli oltre tre miliardi di titolari di carte nella base utenti Mastercard, direttamente verso gli ambienti di trading di prossima generazione degli exchange decentralizzati on-chain.”
Raj Dhamodharan, vicepresidente esecutivo per blockchain e asset digitali di Mastercard, ha affermato che “non c’è alcun dubbio sul fatto che le persone vogliano potersi connettere facilmente all’ecosistema degli asset digitali, e viceversa”.
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