Binance delista le privacy coin come Monero in 4 Paesi europei

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Sauro Arceri
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Negli ultimi giorni sono circolate molte notizie, poi confermate da Binance, relative ai crypto-asset definiti privacy coin come Monero. Molti utenti di alcuni Paesi, infatti, hanno ricevuto messaggi dall’exchange che avvertivano della sospensione delle negoziazioni.

La notizia è stata poi confermata anche da Binance, l’exchange ha scritto sul suo sito ufficiale che, a causa dei requisiti normativi imposti da alcune autorità locali, gli utenti che hanno utilizzato determinati canali di pagamento per depositare valute fiat non saranno più autorizzati a negoziare privacy coin.

Binance: il delisting della criptovaluta Monero

Il sito ufficiale non dice dove le coppie di trading inerenti le privacy coin su Binance saranno rese inutilizzabili, ma per ora si sa che sono almeno quattro i Paesi europei in cui il delisting diventerà presto operativo: Francia, Italia, Polonia e Spagna.

Molti utenti dell’exchange residenti in questi Paesi hanno già ricevuto la comunicazione ufficiale, che dovrebbe arrivare a tutti nei prossimi giorni.

Il giorno del possibile delisting è il 23 giugno 2023, anche se la data non sembra ancora definitiva per tutti e quattro i Paesi.

Il delisting riguarderà dodici privacy coin: Monero (XMR), Zcash (ZEC), Dash (DASH), Verge (XVG), Beam (BEAM), Decred (DCR), Secret (SCRT), Horizen (ZEN), MobileCoin (MOB), Navcoin (NAV), Firo (FIRO) e PIVX (PIVX).

Le coppie di trading con questi token non saranno rimosse dall’exchange, ma rese inoperative per gli utenti che risultano essere residenti nei Paesi a cui è stata applicata questa restrizione. Gli altri potranno continuare a negoziarli.

Gli utenti che non potranno più negoziarli potranno comunque ritirare i loro token per inviarli, per esempio, a un portafoglio proprietario o a un altro exchange.

Le ragioni del delisting

Il problema delle privacy coin è la loro scarsa tracciabilità; infatti sono state create proprio considerando la mancanza di tracciabilità come una caratteristica e non come un problema.

Questa “caratteristica”, però, diventa un problema quando ci sono regole stringenti sui processi KYC e sulle normative AML; molti Paesi, infatti obbligano gli exchange centralizzati di criptovalute a effettuare il KYC (Know Your Customer), ovvero il riconoscimento e la verifica dell’identità del cliente.

Se questo fosse l’unico problema, le privacy coin potrebbero essere scambiate senza problemi, ma poiché si tratta di criptovalute ad alta privacy che offuscano alcuni dati delle transazioni, tra cui in particolare il mittente, sono di fatto irrintracciabili, o comunque rintracciabili solo in rari casi e con estrema difficoltà.

Di conseguenza, quando un utente riceve privacy coin sul portafoglio di un exchange centralizzato, l’exchange ha un’estrema difficoltà a verificare che tutte le norme, in particolare quelle relative all’antiriciclaggio, siano state rispettate.

Le norme antiriciclaggio impongono anche agli exchange di verificare che non vi siano seri sospetti che i fondi ricevuti provengano da attività illecite o di riciclaggio di denaro. A queste si aggiungono le norme contro il finanziamento del terrorismo, che seguono procedure simili.

In questi casi l’exchange è tenuta a verificare la fonte dei fondi, e con le privacy coin questo può essere impossibile o comunque troppo difficile.

Queste ragioni hanno spinto Binance a scegliere di cancellare dal listino le monete privacy nei Paesi in cui le normative in materia sono più severe, o in cui non è conveniente investire grandi risorse per cercare di rimanere conformi alle normative.

Andamento del prezzo della cripto Monero (XMR)

La criptovaluta più famosa per la privacy è Monero (XMR), anche perché probabilmente è stata la prima; tuttavia, si contende con Zcash il primato di privacy coin più utilizzata.

L’andamento del prezzo di XMR è in realtà tutt’altro che positivo: non solo sta perdendo quasi il 2% oggi, ma il prezzo attuale è addirittura simile a quello della fine del 2022. In altre parole, sebbene abbia seguito la crescita dei mercati delle criptovalute all’inizio del 2023, nei mesi successivi ha perso tutto ciò che aveva guadagnato.

Il prezzo attuale di 147 dollari è solo leggermente superiore a quello di 146 dollari alla fine del 2022 ed è inferiore del 71% rispetto al massimo storico di 517 dollari toccato nel maggio 2021.

A dire il vero, questo calo percentuale non è affatto tra i più elevati, ma è l’ammanco nel 2023 che rende ribassista il sentiment sul prezzo di Monero.

Vale la pena notare che durante la precedente grande corsa al rialzo, quella del 2017, il prezzo era salito fino a oltre 400 dollari, quindi quello attuale è molto al di sotto di quello che era all’inizio del 2018. Inoltre, il valore di mercato di XMR tende a essere un po’ più costante rispetto a quello di altre criptovalute, forse proprio a causa del suo continuo utilizzo come moneta principale per la privacy, insieme a Zcash.

Andamento del prezzo di Zcash (ZEC)

Tuttavia, se Monero capitalizza più di 2,7 miliardi di dollari, Zcash (ZEC) ne capitalizza meno di un quinto, ovvero poco più di 500 milioni di dollari.

Oggi perde quasi il 3% e dall’inizio dell’anno ha perso addirittura il 14%. La situazione pre-ZEC, dal punto di vista dei prezzi, è quindi ancora peggiore di quella di Monero. Infatti, rispetto ai massimi storici di inizio 2018 perde oltre il 95% e durante l’ultima grande corsa al rialzo non è riuscita a raggiungere nuovi massimi.

Il prezzo di ZEC tende inoltre a essere meno volatile rispetto alla media di lungo periodo, anche se XMR è ancora più stabile.

 

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