Accordo tra Ripple e SEC: in gioco 125 milioni di dollari
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Dopo quasi cinque anni di battaglia legale, Ripple e la SEC hanno presentato una richiesta congiunta al tribunale di Manhattan per chiudere definitivamente la causa in corso, che per anni ha rappresentato un vero e proprio tormentone per il mondo crypto.
Le due parti hanno chiesto al giudice di revocare l’ingiunzione contro Ripple e di procedere con lo sblocco della sanzione civile da 125 milioni di dollari. Il piano è semplice: 50 milioni andrebbero alla SEC, come concordato nel nuovo accordo, mentre i restanti 75 milioni verrebbero restituiti a Ripple.
L’ultima parola spetta alla giudice Analisa Torres, che aveva già bocciato a maggio un primo tentativo di ridurre la sanzione a 50 milioni, chiedendo che venissero dimostrate le “circostanze eccezionali” necessarie per modificare il giudizio finale.
Con la nuova richiesta depositata ieri, Ripple e SEC proveranno a dimostrare che quelle circostanze si sono verificate: chiudere il caso sarebbe nell’interesse di entrambe le parti, eviterebbe ulteriori appelli e porterebbe a un uso più efficiente delle risorse legali.
Ripple libera di operare? Forse ci siamo
Se il tribunale dovesse approvare la proposta, Ripple potrebbe finalmente scrollarsi di dosso ogni restrizione operativa. E con 75 milioni in più nelle casse, la società tornerebbe nel pieno controllo del proprio futuro.
Ma la vera notizia sarebbe un’altra: con questa mossa, XRP otterrebbe finalmente il pieno riconoscimento legale negli Stati Uniti. Un dettaglio che potrebbe fare la differenza per quanto riguarda l’adozione istituzionale.
Il nuovo corso della SEC sotto la guida di Mark Uyeda, subentrato a Gary Gensler, segna un allentamento della linea dura contro il settore crypto. L’agenzia ha già ridimensionato le azioni legali contro altri big del panorama crypto come Coinbase e Kraken.
Anche per Ripple, il clima è cambiato. A marzo, il CEO Brad Garlinghouse aveva confermato il ritiro dell’appello da parte della SEC, definendolo “una vittoria su tutta la linea, per Ripple e per l’intero settore crypto.”
Insomma, il caso Ripple è stato un vero e proprio banco di prova per quanto riguarda la regolamentazione delle crypto negli Stati Uniti.
Se il giudice dovesse dare il via libera finale, non solo si chiuderebbe un capitolo lungo cinque anni, ma si aprirebbe la strada a un nuovo approccio normativo, più maturo e orientato alla cooperazione.
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