Worldcoin minaccia la sovranità nazionale. Adesso è stato bannato!

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Ci va giù pesante l’Assemblea Nazionale keniota nei confronti di Worldcoin. L’ambizioso progetto del padre di ChatGPT di creare un nuovo strumento per l’umanità si dovrà difendere dall’accusa di minaccia alla sovranità nazionale e spionaggio.

Le testate locali hanno riportato la notizia sabato scorso, 30 settembre. L’Assemblea ha anche recriminato le dichiarazioni del Segretario di Gabinetto del Ministero dell’informazione, comunicazioni e dell’economia digitale, in evidente confitto di interessi.

Worldcoin accusato in Kenia di spionaggio e di minaccia alla sovranità

L’accusa che pende su Worldcoin è di essere coinvolta in atti di spionaggio e di costituire una minaccia per la sovranità del Paese.

L’indagine è in corso dallo scorso agosto da parte di un Comitato istituito ad hoc per rispondere alle accuse mosse dall’opinione pubblica in merito al sospetto che Worldcoin violi le norme sulla tutela dei dati personali.

Worldcoin era finita sotto i riflettori lo scorso agosto quando le autorità avevano imposto di interrompere le attività nel paese.

L’accusa che pesa sulla compagnia è di aver illecitamente raccolto dati sensibili della popolazione, informazioni che riguardano la salute e l’identità dei cittadini kenioti.

I dati sono stati raccolti grazie a un’aggressiva campagna promozionale che ha promesso 7.000 scellini kenioti in crypto, al cambio attuale circa 45€, in cambio della registrazione sull’app.

Durante le indagini è emerso che Worldcoin ha raccolto dati di oltre 350.000 persone a Nairobi, dove ha allestito una trentina di stand in centri commerciali e scuole da maggio del 2021.

Una situazione gravemente torbida

Sotto accusa oggi sono le società a cui fa capo il progetto Worldcoin e cioè Tools for Humanity (TFH) Corp e la tedesca Tools for Humanity (TFH) Gmbh. Le ipotesi di reato riguardano le violazioni delle norme sulla protezione dei dati, dei consumatori e crimini informatici.

Sotto i riflettori c’è anche il segretario di gabinetto del Ministero dell’informazione, comunicazioni e dell’economia digitale: Eliud Owalo, che nel 2022 aveva dichiarato che la compagnia operava nel pieno rispetto della normativa vigente.

Peccato che le operazioni di raccolta dati fossero iniziate già da un anno e la società che gestisce Worldcoin non risulta in alcun modo iscritta nel registro delle imprese, il Business Registration Services, che autorizza a operare in Kenya.

Altro dato che emerge dai resoconti delle testate locali, Owalo ha operato in aperto conflitto di interesse dal momento che la società che presiede, Sense Marketing, ha operato come intermediario non autorizzato per la raccolta dei dati personali.

Le autorità chiedono un’indagine sulla società madre di Worldcoin

La commissione che segue la vicenda è a guida del deputato della regione occidentale di Narok. Gabriel Tongoyo sta attuando misure per fare luce sulle attività della compagnia sull’archiviazione e accesso ai dati raccolti.

Le indagini condotte dalla commissione hanno rivelato che Worldcoinla ha richiesto la registrazione come responsabile del trattamento dei dati il 22 agosto 2022, cioè un anno dopo l’inizio delle attività nel Paese.

Nessuno sa come sono archiviati i dati personali raccolti da Worldcoin

Worldcoin è la secondogenita di Sam Altman, già ideatore di ChatGPT. Si tratta di una compagnia che opera in un settore, se possibile, ben più controverso di quello che ha permesso al chatbot più famoso di tutti i tempi di diventare un fenomeno di massa.

L’obiettivo di Worldcoin è generare un’identità online universalmente riconosciuta e impossibile da contraffare. Peccato che la tecnologia che dovrebbe creare le identità digitali scannerizzando l’iride è già stata sfruttata per creare false identità.

Proprio gli account provenienti dal Kenya sono stati usati per aggirare controlli normativi in aree critiche come la Cina.

In pratica, le immagini dell’iride vengono inviate in tempo reale a server di terze parti dove vengono poi convertite in un codice digitale univoco.

Worldcoin sostiene che i dati raccolti sono archiviati in modo sicuro sui server di Amazon Web Services in Sudafrica, ma permangono i dubbi sulla capacità di rivalersi sui dati archiviati e se sia possibile richiederne la verifica o la cancellazione.

Nonostante le pressioni normative, Worldcoin ha continuato ad attrarre un numero impressionante di nuove iscrizioni in tutto il mondo.

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