Wallet misterioso invia $20.000 all’indirizzo di Satoshi Nakamoto – Omaggio o errore?
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Un wallet sconosciuto ha inviato l’equivalente di 20.000 dollari in Bitcoin al leggendario indirizzo del Genesis Block di Satoshi Nakamoto. Si tratta del trasferimento più consistente verso il wallet del creatore di Bitcoin negli ultimi quattro mesi. La transazione è stata rilevata da Arkham Intelligence nella giornata di ieri, 30 giugno: 0,185 BTC sono stati inviati all’indirizzo… una goccia nell’oceano, visto che già contiene circa 117 miliardi di dollari in Bitcoin inattivi sin dalla scomparsa del creatore nel 2011.
Il trasferimento rappresenta la seconda donazione più grande all’indirizzo di Satoshi da febbraio, quando un altro utente aveva inviato 200.000 dollari in seguito a un prelievo da Binance.
Gli analisti di Arkham sospettano che l’ultima transazione sia stata o un prelievo accidentale da un exchange oppure un tributo deliberato da parte di “un veterano di Bitcoin che restituisce qualcosa” in onore del misterioso fondatore. Negli anni, infatti, non sono mancati pagamenti deliberati in forma di tributo da parte dei primi sostenitori di Bitcoin, nonostante l’assenza di comunicazioni da parte di Nakamoto da oltre 14 anni.

I dati storici rivelano un pattern di donazioni periodiche agli indirizzi di Satoshi, con trasferimenti che negli ultimi anni sono variati da 7.140 a 1,17 milioni di dollari. La maggior parte dei trasferimenti di grande entità sembra essere collegata a prelievi da exchange, suggerendo possibili errori degli utenti piuttosto che donazioni intenzionali, anche se le motivazioni dietro queste transazioni restano incerte.

Qualsiasi movimento da parte anche di solo uno di questi indirizzi probabilmente scatenerebbe una forte volatilità di mercato e attirerebbe un’eccezionale attenzione globale.
Prelievi dagli exchange alla base del misterioso schema di donazioni
L’analisi di Arkham suggerisce che il recente trasferimento sia con tutta probabilità partito da un exchange o da un servizio crypto, in linea con quanto osservato in precedenti donazioni simili.
Il trasferimento da 200.000 dollari di febbraio, per esempio, era partito da un wallet personale dopo che il mittente aveva prelevato i fondi da Binance.

I dati storici sulle transazioni mostrano variazioni significative sia negli importi sia nella frequenza delle donazioni. Un anno fa è stato effettuato un trasferimento da 1,17 milioni di dollari dall’indirizzo bc1***6v2, il più grande mai registrato verso l’indirizzo di Satoshi. Negli anni precedenti ci sono stati importi minori: 67.790 dollari due anni fa e 41.670 dollari tre anni fa.
Nel frattempo, i miner dell’era originaria di Bitcoin hanno drasticamente ridotto l’attività di vendita: nel 2025 sono stati venduti solo 150 BTC, contro i 10.000 BTC ceduti l’anno precedente.
Secondo alcuni analisti, queste donazioni potrebbero essere interpretate come un gesto di sostegno da parte della community nei confronti dei miner dell’epoca di Satoshi, i quali contribuirono alla sicurezza della rete nelle fasi iniziali.
Speculazioni sull’identità di Satoshi: cresce l’interesse tra indagini e cause legali
Il mistero sull’identità di Satoshi Nakamoto si è intensificato notevolmente negli ultimi mesi, complice l’aumento di indagini, documentari e procedimenti legali volti a svelare chi sia il creatore di Bitcoin.
Le ipotesi più recenti ruotano attorno a Jack Dorsey, cofondatore di Twitter. Alcuni ricercatori indicano una serie di coincidenze temporali e legami con il movimento cypherpunk come indizi a suo favore. Lo studio di Sean Murray ha evidenziato presunti collegamenti tra Dorsey e Nakamoto, tra cui l’interesse condiviso per la crittografia e riferimenti nautici presenti nel primo codice sorgente di Bitcoin.
Matthew Sigel di VanEck ha definito queste prove “interessanti e meritevoli di ulteriori approfondimenti”, anche se diversi critici le hanno respinte, ritenendole speculazioni prive di fondamento concreto.
Allo stesso tempo, le affermazioni di Craig Wright di essere Satoshi Nakamoto hanno trovato una conclusione definitiva con la sua condanna per oltraggio alla corte. Il giudice James Mellor, infatti, ha condannato Wright a un anno di prigione, con pena sospesa per due anni, dopo aver riscontrato “prove schiaccianti che dimostrano come non sia il creatore di Bitcoin”.
Anche la pressione legale sulle agenzie governative è aumentata: l’avvocato esperto di criptovalute James Murphy ha intentato cause legali basate sul Freedom of Information Act contro il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale (DHS). Murphy chiede l’accesso a documenti relativi a presunti rapporti secondo cui il DHS avrebbe identificato Satoshi Nakamoto in California, anche se l’agenzia non ha mai confermato ufficialmente queste affermazioni.
Il regista HBO Cullen Hoback, invece, ha indicato nel suo documentario il developer canadese di Bitcoin Core, Peter Todd, come il creatore di Bitcoin. Dopo questa rivelazione, Todd si è ritirato dalla scena pubblica per motivi di sicurezza.
Numerosi tentativi di identificare il creatore di Bitcoin si sono concentrati anche su noti esponenti del movimento cypherpunk, tra cui Nick Szabo, Hal Finney e Len Sassaman. Ognuno di questi candidati possiede solide competenze tecniche e legami storici con lo sviluppo di Bitcoin ma la verità non è ancora venuta a galla.
Nonostante gli sforzi sensazionalistici per rivelare l’identità di Nakamoto, un risultato non si è ancora ottenuto. Tanto più che all’interno della community crypto sono in molti a domandarsi se sia etico cercare di smascherare Satoshi.
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