Vitalik Buterin vuole una Proof-of-Stake più semplice

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Laura Di Maria
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Il cofondatore di Ethereum, Vitalik Buterin, ha proposto tre metodi alternativi per semplificare il design della proof of stake della blockchain di Ether.

Buterin propone un’attenta analisi del meccanismo di convalida dei blocchi così come funziona oggi e come potrebbe essere migliorato per diventare più semplice e accessibile a un maggior numero di utenti. Questo però senza rallentare l’operatività di rete, già parecchio esposta alla grossa mole di dati processati quotidianamente.

La necessità di intervento è spiegata da Buterin in un dettagliato post sul blog. L’intento è risolvere i possibili problemi legati al sovraccarico del sistema e il relativo rallentamento, se si continua a operare con l’attuale meccanismo di consenso di Ethereum.

Le tre proposte per risolvere il problema, si concentrano sulla riduzione del numero di firme necessarie per ogni slot della blockchain.

Secondo Buterin, la sicurezza di Ethereum si fonda attualmente sull’operato di 895.000 validatori che ne assicurano la massima decentralizzazione possibile. L’insieme di questi validatori è responsabile dell’elaborazione di circa 28.000 firme ogni giorno e 1.790.000 post-SSF. La sua proposta mira a ridurre il carico a 8.192 firme per slot post-SSF.

Proposta di semplificazione della Proof of Stake di Ethereum

La prima proposta di Buterin suggerisce la possibilità di passare a pool di staking decentralizzate. In questo modo, spiega lo sviluppatore, si cerca di semplificare il processo di proof of stake riducendo il numero di singoli validatori.

Per raggiungere questo obiettivo sarebbe necessario aumentare il numero minimo di ETH da mettere in staking per validare i blocchi. In questo modo i singoli validatori o i gruppi più piccoli sarebbero forzati a cooperare per creare delle pool.

La proposta di Buterin in questo caso è “aumentare la dimensione minima del deposito a 4.096 ETH e creare un tetto totale di 4.096 validatori”.

La seconda proposta introduce un doppio livello per lo staking così da garantire sicurezza ed efficienza della rete, insieme alla massima collaborazione possibile. In questo caso si tratterebbe di creare “un livello ‘heavy‘ che partecipa con lo staking di 4.096 ETH per la finalizzazione dei blocchi e un livello ‘leggero’ che non preveda un minimo per la partecipazione alla convalida.

La terza proposta di Buterin Il cofondatore di Ethereum, Vitalik Buterin, ha proposto tre metodi alternativi per semplificare il design della proof of stake della blockchain di Ether.. In questo modo si potrebbe distribuire il processo di validazione in modo più uniforme nella rete. In pratica suggerisce: “Per ogni slot, scegliamo 4.096 validatori attualmente attivi, e regoliamo attentamente questo insieme in ogni slot in modo da avere ancora sicurezza”.

Perché non fare solo i comitati?

Vitalik Buterin ha evidenziato i limiti del modello di sicurezza basato sui comitati o committees utilizzato da altre blockchain. Questo modello, che seleziona un gruppo di validatori in modo casuale per ogni slot, non è in grado di proteggere il sistema in caso di attacco al 51%.

In un attacco di questo tipo, il costo economico per gli autori è minimo, poiché la maggior parte dei validatori coinvolti nell’attacco rimane invisibile, visto che non ha partecipato al comitato.

Al contrario, l’attuale sistema di Ethereum impone severe penalizzazioni per attacchi simili, tagliando un’ampia frazione dei depositi dei validatori attaccanti.

È vero che l’approccio di Ethereum con alta penalizzazione risulta più efficace, ma potrebbe risultare troppo punitivo. La risposta potrebbe essere quindi una soluzione equilibrata che mantenga comunque un’elevata quantità totale di Ethereum che può essere messa in staking, ma con alcune concessioni sulla responsabilità attribuita ai validatori.

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