Regno Unito: regolamentazione dei mixer di criptovalute

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Jaroslaw Adamowski

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Ultimo aggiornamento:

Febbraio 8, 2023 11:44 CET

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La National Crime Agency (NCA) del Regno Unito ha invitato le autorità del paese a regolamentare i mixer di criptovalute decentralizzati, che consentono transazioni bitcoin (BTC) multipartitiche, sostenendo che il processo può essere utilizzato dai criminali per riciclare denaro da fonti illecite ed evitare di essere scoperti.

Gary Cathcart, capo dell’indagine finanziaria presso la National Crime Agency, ha dichiarato al Financial Times che,

Utilizzando un software open source che consente il rimescolamento e la ridistribuzione delle criptovalute, il processo “può essere utilizzato per fornire un servizio di “stratificazione”, sfornando denaro criminale, oscurandone le origini e la pista di controllo, in modo simile a come un’attività in contanti potrebbe essere utilizzata dai criminali per legittimare il contante attraverso il sistema bancario”.

Un’analisi del novembre 2021 della società di sicurezza informatica Intel 471 fornisce informazioni sul ruolo della combinazione di criptovalute nell’offuscare l’origine dei guadagni criminali. Uno dei wallet ha gestito transazioni di BTC superiori a 54 BTC (2,1 milioni di USD) tra giugno 2020 e luglio 2020.

Regolando il processo, la NCA afferma che le autorità potrebbero obbligare i mixer a rispettare le normative antiriciclaggio del Regno Unito, eseguire controlli sui clienti e tenere traccia delle tracce di controllo che consentirebbero di identificare i proprietari di criptovalute.

Cathcart ha affermato che a causa di ciò, le forze dell’ordine britanniche potrebbero indagare adeguatamente “quella che spesso è un’attività criminale grave”, inclusi attacchi ransomware, frode, crimine sponsorizzato dallo stato e terrorismo.

Inoltre è interessante notare che, di fronte a un maggiore controllo da parte di agenzie governative come la NSA, CoinJoin, un servizio di mixaggio di BTC che fa parte di Wasabi Wallet, ha recentemente iniziato a inserire nella blacklist bitcoin legati ad attività illegali, come confermato da Adam Ficsor, co-fondatore del wallet.

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