The Rock Trading ha chiuso- Dove sono i controlli dell’OAM?
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Siamo fautori di un rapporto basato sulla più totale trasparenza con i nostri lettori. Ed è per questo che teniamo a sottolineare che alcuni dei nostri contenuti potrebbero includere link di affiliazione, da cui poter guadagnare una commissione attraverso queste partnership.Alla fine The Rock Trading ha chiuso definitivamente i battenti. Venerdì avevamo dato la notizia che l’exchange italiano era in difficoltà, ma nel giro di poche ore le difficoltà si sono trasformate nell’impossibilità di gestire la liquidità e da sabato la piattaforma non è più accessibile. I peggiori timori, nonostante le dichiarazioni del board di non preoccuparsi e di non generare false preoccupazioni, alla fine si sono avverati.
Oggi chi si collega a The Rock Trading può visualizzare un triste comunicato che invita gli utenti ad avere pazienza. Nuovi aggiornamenti – assicurano – arriveranno in tempi rapidi. Dichiarazioni di comodo, come le rassicurazioni inviate tramite Telegram prima che la piattaforma chiudesse insieme a tutti i i social network. IL CFO Andrea Medri aveva cercato di tranquillizzare gli utenti menzionando una non identificata revisione del sistema, a cui pochi probabilmente avevano creduto.
Siamo di fronte a un nuovo FTX
Anche se il decorso del malato è stato più o meno simile, è chiaro che a cambiare è la portata del fallimento. The Rock Trading ha dimensioni ridotte anche se è stato stimato che serve un bacino italiano di utenti di oltre 35mila persone.
In realtà, il comune denominatore a cui bisogna prestare attenzione è quello della regolamentazione. Tutti gli exchange per operare in un Paese devono sottostare a normative più o meno stringenti prima di ottenere l’autorizzazione. Autorizzazioni che dovrebbero garantire i clienti degli exchange, anche se poi questo non avviene.
E il motivo è da ricercarsi nella mancato interesse da parte delle istituzioni di proteggere gli utenti. La smania di certificazioni e controlli è sempre incentrata sull’aspetto fiscale ed economico, mai su quello della sicurezza. Una volta assicurata la loro fetta di guadagni, gli organismi di controllo si limitano a guardare o a certificare quello che viene detto loro di certificare.
The Rock Trading e i controlli dell’OAM
L’exchange italiano era ritenuto un’eccellenza del made in italy per longevità e chiarezza delle certificazioni. The Rock Trading era iscritto all’OAM, l’Organismo competente in via esclusiva ed autonoma per la gestione degli Elenchi degli Agenti in attività finanziaria e dei Mediatori creditizi. E avevano anche una mission, quello di tutelare il consumatore garantendo:
- la professionalità degli iscritti e il mantenimento nel tempo dei requisiti necessari allo svolgimento della professione;
- il controllo e la vigilanza sulle attività degli operatori al fine di verificare il rispetto della normativa di riferimento;
- l’affidabilità delle informazioni pubbliche inerenti gli iscritti;
- il contributo al riconoscimento professionale degli iscritti negli elenchi valorizzandone la trasparenza e la correttezza nei comportamenti;
- il contributo alla regolamentazione, insieme alle altre attività competenti, del mercato di riferimento.
E non stiamo parlando di un istituto privato. Sul sito web ufficiale dell’’OAM leggiamo che è:
dotato di poteri sanzionatori nei confronti degli iscritti necessari per lo svolgimento dei suoi compiti istituzionali. E’, a sua volta, sottoposto alla vigilanza della Banca d’Italia. Il funzionamento dell’OAM è regolato dal proprio Statuto, approvato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, sentita la Banca d’Italia. I componenti del comitato di gestione dell’Organismo sono stati scelti da parte dello stesso Ministero tra persone dotate di comprovata competenza in materie finanziarie, economiche e giuridiche, nonché di caratteristiche di indipendenza tale da assicurarne l’autonomia di giudizio.
Insomma, l’OAM non ha solo uno statuto approvato dal ministero dell’economia e delle Finanze, ma i suoi componenti sono scelti dal ministero ed è sottoposto alla vigilanza della Banca d’Italia.
Eppure, qualcosa, nonostante tutte queste nomine e controlli non ha funzionato. Il Governo, che quest’anno ha voluto tassare le criptovalute chiedendo di pagare un’aliquota di rientro per qualcosa che fino a ieri non esisteva, forse dovrebbe dare anche qualche risposta.
Aggiornamento: dopo questo articolo siamo stati contattati dall’OAM che ha voluto rilasciare alcune precisazioni riguardo il suo ruolo e le sue funzioni di controllo, che sono rivolte prevalentemente agli intermediari del credito.