Tether risponde per le rime alle accuse del WSJ relative a presunti documenti bancari falsificati

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Il principale emittente di stablecoin Tether ha risposto al Wall Street Journal che nei giorni scorsi  aveva pubblicato un articolo in cui si affermava che Tether e i suoi affiliati avrebbero falsificato documenti e creato società di comodo per aprire alcuni conti bancari circa quattro anni fa.

Il WSJ ha pubblicato il reportage questo venerdì, citando e-mail e documenti ricevuti da Stephen Moore, uno dei proprietari di Tether Holdings Ltd.

Le accuse del WSJ

Il WSJ sostiene che l’incidente è avvenuto dopo che quattro anni fa è fallita la Crypto Capital Corp. che per anni è stata la principale banca ombra di criptovalute prima che le autorità la chiudessero nel 2018. Aveva legami con diverse entità crypto, tra cui Tether e la sua consociata Bitfinex.

Il WSJ sostiene che Tether e i suoi finanziatori avrebbero falsificato fatture e contratti alla fine del 2018, quando hanno perso l’accesso al sistema bancario globale. I documenti falsificati gli avrebbero permesso di creare nuovi conti bancari.

Uno di questi intermediari, un importante commerciante di tether in Cina, stava cercando di “aggirare il sistema bancario fornendo fatture di vendita e contratti falsi per ogni deposito e prelievo”… Alla fine, le società (Tether e Bitfinex) sono state in grado di aprire almeno nove nuovi conti bancari per società di comodo in Asia nel corso di nove giorni nell’ottobre 2018”, si legge nel rapporto.

La risposta di Tether

Venerdì pomeriggio, il responsabile tecnologico di Tether, Paolo Ardoino, ha risposto in maniera piccata all’articolo del WSJ, sottolineando anche come fosse “pieno di  imprecisioni e disinformazione”. Paolo ha anche utilizzato la divertente espressione: trombetta da clown, per definire la notizia.

Poco dopo i commenti su Twitter di Ardoino, Tether ha pubblicato una smentita ufficiale all’articolo, osservando che si trattava di un ulteriore tentativo di creare FUD da parte del WSJ:

La notizia riportata dal Wall Street Journal su accuse vecchie di anni è del tutto inesatta e fuorviante. Bitfinex e Tether hanno programmi di conformità di livello mondiale e aderiscono ai requisiti legali applicabili in materia di antiriciclaggio, conoscenza del cliente e finanziamento del terrorismo.

Bitfinex e Tether sono partner orgogliosi delle forze dell’ordine globali e assistono abitualmente e volontariamente il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e altre organizzazioni di polizia in tutto il mondo nella prevenzione del riciclaggio di denaro, del terrorismo e di altri crimini da parte di malintenzionati.

Questi attacchi ingiusti non ci distoglieranno dal proseguire con questi sforzi e dall’offrire la più liquida e affidabile esperienza in stablecoin, che il mercato ha chiaramente riconosciuto facendoci diventare i leader del settore.

 

Attacchi continui a Tether

Vale la pena notare che questa non è la prima volta che Tether risponde al WSJ accusandolo di disinformazione e FUD. A dicembre, la società di stablecoin ha risposto a un articolo del WSJ che accusava Tether di avere riserve potenzialmente inaffidabili per i suoi prestiti garantiti.

Tether ha negato le accuse, affermando che i suoi prestiti erano sovracollateralizzati da attività “estremamente liquide” e che prevedeva di ridurre a zero i prestiti garantiti entro la fine di quest’anno.

Problema cripto-bancario

Nel frattempo, il rapporto del WSJ è arrivato in un momento in cui le società di criptovalute stanno rivivendo le difficoltà di accesso ai servizi bancari.

Giovedì scorso, la banca cripto-friendly Silvergate Capital Corporation è stata oggetto di un intenso scrutinio a causa di problemi operativi. Ciò ha indotto diverse società di criptovalute, tra cui Coinbase e Kraken, ad abbandonare la banca e il suo servizio.

 

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