Corea del Sud: emendamenti fiscali su Bitcoin svelati a luglio
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Sebbene debba ancora fare un annuncio formale in merito, un certo numero di eminenti organi di informazione della Corea del Sud afferma di ritenere che il Ministero della strategia e delle finanze della nazione abbia preso una decisione in merito – e lo farà ceracando di perseguire una soluzione fiscale basata sulle plusvalenze.
Per Kookmin Ilbo e Chosun, il ministero, in collaborazione con il Ministero della Scienza e delle TIC , farà un annuncio ufficiale per richiedere le modifiche della legge fiscale il prossimo mese.
Queste proposte saranno quindi passate all’Assemblea nazionale, che si riunirà in sessione successiva a settembre. A condizione che l’emendamento passi al parlamento, l’imposta sul reddito sarà imposta sugli utili del trading in criptovalute a partire dal prossimo anno.
La notizia segue anni di discussioni – con Seoul che aveva iniziato a parlare di cripto-tassazione nel dicembre 2017.
Sebbene Seoul non abbia mai spinto con determinazione per imporre tasse, decidere esattamente come tassare il reddito legato alle criptovalute si è rivelato problematico.
I ministeri e i regolatori hanno trascorso mesi a discutere dei pro e dei contro di un piano che prevede che il reddito derivante da transazioni cripto sia un “reddito trasferibile”, come azioni o proprietà.
Altre voci nel governo, tuttavia, stavano spingendo Seoul a considerare i guadagni cripto classificabili come “altri redditi” nella legge sull’imposta sul reddito – come pagamenti di interessi, vincite alla lotteria e pagamenti di dividendi.
Tuttavia, le ultime notizie sembrano indicare che il Ministero della strategia e delle finanze, che alla fine ha l’ultima parola sulle questioni relative alla fiscalità, abbia finalmente deciso, scegliendo il modello fiscale delle plusvalenze.
Chosun cita un portavoce dell’Ufficio del bilancio dell’Assemblea nazionale affermando che la fiscalità cripto contribuirebbe a “prevenire l’elusione fiscale utilizzando [criptoasset]” e a limitare il “surriscaldamento” del mercato “speculativo”.
Esperti legali mettono in dubbio i piani, affermando che il calcolo dei tassi di pagamento delle criptovalute in Fiat sarebbe problematico e che l’applicazione probabilmente sarebbe irta di difficoltà.
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