Pump.fun è in crisi. Che ripercussioni avrà sul settore delle meme coin?
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Pump.fun, la controversa piattaforma che consente a chiunque di creare la propria criptovaluta, è già stata bandita nel Regno Unito e ora è scomparsa anche da X, il popolare social network. L’improvvisa sospensione dell’account ufficiale – così come quella dell’account personale del suo fondatore, Alon Cohen – ha colto di sorpresa molti utenti.
Si tratta indubbiamente di un nuovo e significativo ostacolo per il launchpad basato su Solana, già sotto pressione da qualche tempo a questa parte.
Le restrizioni imposte da X sono arrivate senza alcun preavviso o spiegazione ufficiale, generando una vivace ondata di speculazioni tra gli addetti ai lavori e la comunità crypto in generale. Diverse teorie sono emerse riguardo alle possibili motivazioni dietro queste misure drastiche, ma nessuna conferma è stata fornita finora, lasciando spazio a molte incertezze sul futuro della piattaforma e del suo ecosistema.

Sebbene alcuni abbiano ipotizzato un legame con azioni regolatorie della Securities and Exchange Commission, questa eventualità sembra poco probabile. All’inizio di quest’anno, infatti, l’agenzia aveva dichiarato che la maggior parte delle meme coin in circolazione non rientra nella sua giurisdizione.
Circolano inoltre voci secondo cui pump.fun e numerosi account affiliati avrebbero fatto ricorso ad “API pirata e non ufficiali” per monitorare in modo intensivo le conversazioni e le tendenze legate alle meme coin su X. Queste API non ufficiali, ottenute o utilizzate al di fuori dei canali autorizzati, avrebbero permesso di accedere a dati in tempo reale a costi significativamente inferiori rispetto alle soluzioni ufficiali fornite dalla piattaforma. Si stima che, grazie a questo stratagemma, pump.fun abbia risparmiato fino a 100.000 dollari al mese di spese per l’accesso ai dati.
L’utilizzo di queste API non autorizzate, però, costituisce una chiara violazione dei termini di servizio di X, che vietano espressamente l’accesso o l’uso non autorizzato delle proprie interfacce di programmazione. Questo comportamento ha probabilmente contribuito alla decisione di sospendere gli account coinvolti, sottolineando come l’ecosistema crypto debba comunque operare nel rispetto delle regole imposte dalle piattaforme tecnologiche.
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Piove sul bagnato…
Il tempismo di queste restrizioni si rivela particolarmente sfavorevole per pump.fun che, proprio in questo momento, sta cercando di raccogliere 1 miliardo di dollari attraverso una vendita di token. Essere esclusi da X significa perdere un canale cruciale di visibilità e comunicazione, un duro colpo soprattutto considerando che gli investimenti di venture capital nel settore degli asset digitali stanno già registrando un rapido rallentamento. Questa perdita di presenza sui social rischia quindi di compromettere seriamente le possibilità di successo della raccolta fondi e la crescita futura della piattaforma.
Secondo alcune indiscrezioni, i dirigenti starebbero valutando di condividere i ricavi con i detentori di token. Questa sarebbe stata una proposta interessante nel pieno del boom delle meme coin all’inizio dell’anno, quando i ricavi derivanti dalle commissioni superavano regolarmente i 5 milioni di dollari al giorno. Tuttavia, dato il drastico calo registrato negli ultimi mesi, con ricavi che ora raramente superano 1,5 milioni di dollari, l’iniziativa appare meno allettante.
I critici temono anche che il lancio del token $PUMP potrebbe distogliere l’attenzione dalle stesse meme coin che il sito era nato per promuovere, rendendo così i futuri lanci molto meno efficaci.
Le ripercussioni sul mercato delle meme coin
È interessante osservare come le difficoltà di pump.fun abbiano influenzato il valore delle meme coin più note che, nelle ultime 24 ore, hanno registrato performance nettamente peggiori rispetto alla maggior parte delle principali criptovalute. Fartcoin è scesa del 10%, così come PEPE e BONK hanno perso valori simili. Anche $TRUMP ha vissuto una giornata difficile, tornando sotto i 10 dollari.
Le reazioni da parte della community crypto sono state di ogni tipo e non sono mancati utenti che si sono detti compiaciuti perché bolle speculative come quelle delle meme coin spesso creano eccessi tali da far crollare mercati rialzisti altrimenti sani, trascinando con sé anche criptovalute più consolidate come Bitcoin ed Ether.
Va detto, però, che non si tratta di un fenomeno nuovo, né sarebbe giusto attribuire tutta la colpa a pump.fun. Molti neofiti, affascinati dal sogno di arricchirsi, sono rimasti scottati da diverse mode che hanno attraversato il mondo crypto negli ultimi anni…
In ogni caso, ci sono evidenti segnali che la mania per le meme coin abbia ormai raggiunto il suo culmine. Negli ultimi circa dodici mesi sono stati immessi nell’ecosistema quasi 10,7 milioni di token di questo tipo. La concorrenza è semplicemente troppa e, matematicamente, è impossibile che tutti abbiano successo.

L’inarrestabile calo di pump.fun
I dati di Dune Analytics mostrano come l’attività su pump.fun abbia iniziato a diminuire drasticamente. Mentre durante il picco vertiginoso di gennaio 2025 venivano lanciati oltre 60.000 nuovi token al giorno sulla piattaforma, questo numero si è più che dimezzato. In un certo momento, più di 40.000 indirizzi unici creavano criptovalute su questo sito ma ora questo dato è sceso a 16.000.
Nelle prossime settimane c’è comunque una buona probabilità che @pumpdotfun e gli account affiliati risolvano i problemi con X e riescano a riottenere i loro profili. L’impressione, però, è che dopo una corsa selvaggia e incredibilmente redditizia, alimentata dall’onda emotiva della vittoria elettorale di Donald Trump, ben difficilmente si potrà ritornare al successo di inizio anno.
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