Mantle lancia il protocollo di staking liquido non custodial su Ethereum

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Laura Di Maria
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Il progetto layer-2 di Ethereum Mantle offrirà il servizio di staking liquido, grazie al quale sarà possibile ottenere liquidità (oltre al rendimento dello staking) in cambio del deposito di ETH.

Una soluzione interessante, specie per lo staking dei token di Ethereum in cui lo sblocco avviene dopo un periodo lungo e non ben precisato in partenza.

Mantle lancia lo staking liquido Mantle LSP per Ethereum

L’annuncio del Liquid Staking Protocol è arrivato dalla stessa compagnia lunedì con un post su X, ex Twitter. In pratica, sarà possibile depositare in staking i token ETH e partecipare alla convalida dei nodi mentre in cambio si ottiene liquidità tramite il token $mETH.

In pratica si ha un doppio vantaggio,  il rendimento dello staking e la liquidità da impiegare in altri investimenti mentre i propri ETH restano bloccati nel pool.

Il nuovo servizio di liquid staking è stato introdotto da Mantle dopo aver sviluppato la propria chain Layer 2. Si tratta di una soluzione sempre più comune e non senza conseguenze per la sicurezza e l’integrità di Ethereum.

Il liquid staking consente di continuare a disporre di un proprio capitale a fronte degli asset depositati in staking e, come c’era da aspettarsi, questa soluzione è diventata parecchio popolare su Ethereum.

Il problema, però, è l’eccesso di concentrazione di staking su quei protocolli che consentono la conversione in liquid staking come Lido, Coinbase e Binance. Circostanza che può arrivare a compromettere il principio di decentralizzazione su cui si basa Ethereum.

La soluzione di Mantle al problema della centralizzazione del LSP

Mantle ha ideato una soluzione che vorrebbe risolvere il problema della concentrazione del liquid staking in poche pool di grandi dimensioni. Per farlo propone una vasta gamma di soluzioni.

La proposta è stata lanciata sul forum di governance di Mantle lo scorso luglio. Quindi è passata attraverso varie fasi di sviluppo, una fase alfa a ottobre, poi seguita da una fase permissionless per allargare possibilità d’accesso e partecipazione.

Adesso Mantle LSP permette lo staking di Ethereum che, in cambio, genera i token Mantle-staked ether (mETH) che riflettono la quantità di ETH messi in staking. Ma non si sa in che proporzione, cioè se il valore di 1 mETH equivalga a quello di 1 ETH.

Jordi Alexander, Chief Alchemist di Mantle, ha introdotto i vantaggi della nuova soluzione proposta dal protocollo layer-2. Ha evidenziato, in particolare, il vantaggio che ne deriverebbe dato che massimizza le occasioni di rendimento del capitale per gli utenti.

Il settore dei derivati di liquid staking, LSDfi, ha conosciuto nel corso del 2023 un successo notevole. Ma di fatto ha accentrato in soli tre grossi player la maggior parte dello staking di Ethereum, Lido, Binance e Coinbase.

Mantle si prepara a giocare un ruolo decisivo nella competizione per lo staking liquido. Infatti, dopo la sua fusione con BitDAO lo scorso maggio, Mantle è diventata una tra le maggiori pool di staking con depositi per 470 milioni di dollari in Ethereum e oltre 200 milioni di dollari in stablecoin. Questo stando alle stime di DeepDAO.

Buterin teme l’eccessiva concentrazione dello staking

Anche il cofondatore di Ethereum, Vitalik Buterin, si è detto preoccupato per l’eccessiva concentrazione nelle mani dei fornitori di liquid staking di Ethereum.

Lido, una tra le maggiori pool di staking liquido, controlla oggi oltre il 32% dello staking di Ethereum e conta sulla collaborazione con diversi validatori.

Secondo Buterin è necessario valutare soluzioni che garantiscano meccanismi di sicurezza più solidi, in particolare per tutelare la decentralizzazione.

In questo senso si stanno muovendo diversi gestori di pool di liquid staking che hanno deciso di autolimitarsi. Si tratta di una regola che permette di tutelare la natura decentralizzata di Ethereum limitandosi a non possedere più del 22% del mercato dello staking di ETH.

A questa iniziativa hanno preso parte alcune tra le maggiori pool di staking di ETH, come Rocket Pool, StakeWise, Stader Labs, Diva Staking e Puffer Finance. Queste si sono formalmente impegnate a rispettare la regola dell’autolimitazione.

Peccato però che proprio la maggiore pool di staking liquido, Lido Finance, abbia deciso di non prendere parte alla decisione.

La proposta era stata presentata a giugno, al voto della governance. Meno della metà dell’1% dei votanti era a favore della regola dell’autolimitazione. Il 99% dei possessori dei token di governance di Lido, LDO, hanno votato contro l’autolimitazione e in favore dell’ulteriore crescita.

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