L’impero di Sam Bankman Fried ha iniziato a sgretolarsi molto prima del crollo crypto
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Il rapporto, però, smentisce le precedenti dichiarazioni di Sam Bankman-Fried, secondo le quali Alameda godeva di buona salute fino all’inizio del crollo delle criptovalute nel novembre 2021. A quel punto, Bankman-Fried era già fuori dalla carica di CEO di Alameda, e l’azienda è stata guidata congiuntamente da Caroline Ellison e Sam Trabucco fino all’agosto 2022, e poi dalla sola Ellison.
Caroline Ellison si è scusata per il suo ruolo nel crollo di Alameda e FTX. Inoltre ha accettato di dichiararsi colpevole di sette reati, che includono accuse di frode telematica e frode in titoli e riciclaggio di denaro.
“Assenza totale di un quadro di gestione del rischio”
Secondo quanto riferito dal Wall Street Journal, la mancanza di processi formali e di un quadro di riferimento in Alameda era così evidente che Austin Campbell, trader di asset digitali presso CitiBank, è diventato scettico nei confronti dell’azienda quando la banca e Alameda cercavano una partnership nel 2020.
Parlando con il WSJ, Campbell ha dichiarato:
“Un aspetto che ho notato subito e che ci ha fatto infuriare è stata la totale mancanza di un quadro di gestione dei rischi”.
Arbitraggio giapponese
Inoltre Sam Bankman-Fried e Alameda hanno conseguito guadagni significativi, sfruttando un’opportunità di arbitraggio tra i prezzi delle crypto in Giappone e nel resto del mondo nel 2017 e 2018. Quando il divario di prezzo si è poi ridotto e Alameda ha dovuto trovare altri modi per guadagnare. Sembra che già all’epoca l’algoritmo di trading di Alameda faceva perdere denaro, effettuando offerte sbagliate sulle oscillazioni dei prezzi.
Nel rapporto si legge che nella primavera del 2018, il patrimonio di Alameda si era ridotto di due terzi, attestandosi a circa 30 milioni di dollari. Inoltre viene riportato che la ragione del calo del patrimonio netto è stata “una grossa perdita su XRP”. Per rimanere a galla, quindi, Alameda richiedeva investimenti sempre più ingenti da parte di soggetti esterni, a cui Bankman-Fried aveva offerto ai finanziatori rendimenti fino al 20% all’anno.
Inizia il mercato ribassista
Tuttavia, Alameda ha continuato a operare e a realizzare profitti per anni, fino a quando i problemi hanno iniziato ad accumularsi verso la fine del mercato rialzista del 2021.
Alla fine del 2021, Alameda ha iniziato ad investire fino a 1 miliardo di dollari nella società di mining Genesis Digital Assets, che operava in Kazakistan. L’investimento è stato descritto come il più grande di Alameda, ma sfortunatamente è avvenuto proprio prima che il mercato crypto iniziasse a crollare nel 2022.
Nel rapporto di WSJ si legge:
“Il tempismo è stato terribile: Il valore di bitcoin è crollato e con esso i profitti dei miner”.
Dopo il crollo dei prezzi, le insolvenze hanno iniziato a diffondersi in tutto il settore, e Bankman-Fried è dovuto intervenire più volte per sostenere le aziende in crisi.
I problemi si sono aggravati quando i creditori hanno iniziato a chiedere indietro i loro soldi. Dato che molti degli investimenti della società erano illiquidi e non redditizi, Bankman-Fried vide solo una via d’uscita: spinse la società di trading a prendere in prestito miliardi di dollari da FTX, fondi che l’exchange deteneva per conto dei clienti.
Nonostante gli sforzi per mantenere a galla l’azienda, sembra che Bankman-Fried si sia reso conto alla fine che le pratiche commerciali di Alameda non erano sostenibili. Infatti in un documento che ha mostrato prima del fallimento, così come riportato dal WSJ, si legge:
“Credo che per Alameda Research sia giunto il momento di chiudere. In tutta onestà, forse lo era già un anno fa”.
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