La Russia vuole vietare le criptovalute per salvare il rublo?
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L’ultimo in ordine di tempo riguarderebbe l’introduzione di un divieto di circolazione delle crypto, ad eccezione dei token russi.
L’iniziativa, promossa da Anatoly Aksakov, presidente del Comitato per il mercato finanziario della Duma di Stato, fa parte di una più ampia iniziativa governativa volta a regolamentare l’ecosistema delle criptovalute in un contesto di crescenti tensioni geopolitiche.
Il rublo è in pericolo?
Dall’inizio della guerra in Ucraina le criptovalute sono state il modo migliore per cambiare i rubli in euro o in dollari, dato che gli uffici di cambio non offrono più questa possibilità.
Secondo Aksakov, bisogna però limitare le transazioni in criptovalute “non russe” per rafforzare la supremazia del rublo:
“Le attività finanziarie digitali emesse all’interno della giurisdizione russa e il rublo digitale saranno consentiti. La necessità di un divieto è dovuta al fatto che le criptovalute sono ormai una moneta che sta sostituendo il rublo nel Paese. Ma solo la valuta russa adempie alla missione di unità monetaria, da cui questa decisione“.
"🇷🇺 Russia moves closer to a total #Crypto ban! Aksakov acknowledges Russian firms using crypto in international trade, but the central bank aims to assert control. Governor Nabiullina insists crypto should stay out of the Russian economy. Lawmakers hint at banning transactions… pic.twitter.com/y8OnuD8XsI
— The Times of PiNetwork (@PiNetwork24X7) April 29, 2024
Il disegno di legge prevede eccezioni per i miners di criptovalute e per i progetti test riguardanti le CBDC della Banca Centrale russa.
In effetti, il mining di criptovalute genera entrate significative. Secondo il portale crypto Statista, i miners generano più di 2,59 miliardi di dollari e la Russia è attualmente al quarto posto per quanto riguarda le revenue del mining.

Continua il dibattito interno
Al momento è in atto un intenso dibattito tra i politici russi. Artem Kiryanov, vicepresidente del Comitato di politica economica della Duma di Stato, insiste sull’importanza di norme precise:
“La regolamentazione delle criptovalute dovrebbe essere sancita dal codice digitale, che definirebbe chiaramente l’apparato concettuale e la prassi giudiziaria comune“.
Al contrario, il ministro delle Finanze russo Anton Siluanov ha una posizione più moderata, e sostiene una regolamentazione che consenta l’utilizzo delle criptovalute nelle transazioni nazionali e internazionali. Anche Elvira Nabiullina, a capo della Banca di Russia, è favorevole all’uso sperimentale delle criptovalute in ambito internazionale.
Secondo alcuni rapporti, le aziende russe avrebbero utilizzato le criptovalute, tra cui USDT di Tether, per acquistare componenti di tecnologia militare.
In un caso degno di nota, Andrey Zverev, un operatore russo con sede in Cina, avrebbe utilizzato USDT nel 2022 per aggirare i canali bancari tradizionali e acquistare componenti di droni per operazioni militari in Ucraina, evitando i controlli solitamente associati alle istituzioni finanziarie soggette a sanzioni.
Insomma, la Russia si sta quindi muovendo verso una regolamentazione delle criptovalute piuttosto complessa, che da un lato vorrebbe limitare le valute digitali per favorire il rublo, ma dall’altro deve fare i conti con le sanzioni internazionali.
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