La Russia e il rapporto di amore e odio verso il mining di Bitcoin
Crediamo nella completa trasparenza con i nostri lettori. Alcuni dei nostri contenuti includono link di affiliazione e potremmo guadagnare una commissione attraverso queste partnership. Tuttavia, questa potenziale compensazione non influenza mai le nostre analisi, opinioni o pareri. I nostri contenuti editoriali vengono creati indipendentemente dalle nostre partnership di marketing e le nostre valutazioni si basano esclusivamente sui nostri criteri di valutazione stabiliti. Per saperne di più clicca qui.

Il centro di mining di Bitcoin della regione della Buryatia (o Burazia), in Russia, beneficerà di un potenziamento energetico grazie a una centrale termica rinnovata che dovrebbe entrare in funzione “prima della fine del 2029”. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa statale TASS, la nuova centrale “non produrrà solo calore, ma anche elettricità”.
Questa iniziativa permetterà alla regione di “costruire una riserva energetica” che offrirà supporto anche a Ulan-Ude, la capitale della regione, per affrontare i “crescenti carichi sulla rete elettrica”, come ha dichiarato il governo locale.
Le crescenti richieste del mining
Il significativo incremento del mining di criptovalute appare essere “responsabile” dell’aumento di questo carico sulla rete elettrica. Quest’anno, il presidente Vladimir Putin ha notato che la Buryatia e altre regioni hanno registrato un aumento dell’attività di mining di BTC e che i miner stanno esercitando una pressione notevole sulle reti elettriche della zona.
Attualmente, la Buryatia è servita dalla Gusinoozerskaya TTP, una centrale la cui costruzione risale all’era sovietica (è stata completata alla fine degli anni ’70).

La centrale ha subito danni a giugno 2022, quando un guasto a un trasformatore e il successivo incendio hanno provocato un’interruzione di corrente per diversi giorni.
“Il progetto ci permetterà di aggiungere due ulteriori unità di potenza alla Gusinoozerskaya. in questo modo ci sarà una riserva aggiuntiva” – ha dichiarato Yevgeny Lukovnikov, Vicepresidente del Governo Locale.
Il governo della Buryatia è così fiducioso nel successo della centrale che ha affermato che sarà in grado di fornire 300 MW di potenza perfino alla Mongolia, con cui confina nella parte meridionale.
Il fornitore locale di energia starebbe investendo oltre 418 milioni di dollari nel progetto di rimodernizzazione.
I piani per mettere in funzione la stazione “TPP-2” risalgono all’epoca sovietica. I progettisti sovietici iniziarono i lavori alla fine degli anni ’70, quindi seguirono una serie di interventi, tra cui anche la messa in funzione di una caldaia a vapore nel 1991. Tuttavia, il progetto è rimasto incompleto da allora, sebbene questa singola caldaia continui a fornire il 30% della capacità di riscaldamento di Ulan-Ude.
Accuse ai miner
La TASS ha spiegato che i miner di criptovalute a Irkutsk hanno “parzialmente creato il problema del deficit energetico, che ha indebolito l’affidabilità dell’approvvigionamento elettrico in Buryatia”.
Il Ministero dell’Energia russo ha riportato “diversi problemi” legati al deficit energetico nel tradizionale hotspot russo del mining di Bitcoin di Irkutsk. E ha dichiarato che “a causa dello sviluppo del mining, ora si stanno verificando problemi di approvvigionamento elettrico nel distretto Irkutsk-Cheremkhovo dell’Oblast di Irkutsk”. Ha anche segnalato problemi “nella parte meridionale della Buryatia e in alcune aree del Krai di Zabaikalsky”.

Putin ha affermato che “il mining comporta gravi conseguenze per le imprese, le abitazioni e i sistemi di servizi comunali”.
Nonostante la reputazione della Buryatia di hotspot per il mining di Bitcoin, Yevgeny Lukovnikov, ha tenuto a sottolineare come la maggior parte dei miner che operano nella regione sia illegale. Ha affermato, infatti, che “in Buryatia esistono soltanto due imprese autorizzate a svolgere attività di [crypto] mining e che il consumo energetico di entrambi è controllato in modo scrupoloso”.
“Abbiamo praticamente eliminato il mining di criptovalute in Buryatia. Siamo molto attenti a questo. […] Se il mining di criptovalute comporta un elevato consumo e influisce sulla vita nella regione, allora dovrebbe essere limitato. E in alcuni casi, i miner dovrebbero essere disconnessi dalla rete.”
Yevgeny Lukovnikov
Tuttavia, nonostante le parole dure di Lukovnikov sul mining di Bitcoin, la Buryatia – come l’Irkutsk – nella realtà adottano un approccio più ondivago nei confronti dei miner…
Il governo di Irkutsk, infatti, da un lato ha a sua volta intensificato le misure contro i miner ma dall’altro ha cercato di attrarli nella regione…
Il governo di Mosca, invece, sembra più severo e si appresta a iniziare a tassare il mining industriale di criptovalute. Alcuni esperti, però, ritengono che questo aiuterà la Russia a costruire fondi in Bitcoin da utilizzare in accordi commerciali internazionali con aziende estere.
Di conseguenza, diverse regioni, storicamente svantaggiate per quanto riguarda il mining di Bitcoin, hanno annunciato ambiziosi piani per lo sviluppo di centri dati all’avanguardia.
Gli esperti russi nel settore delle criptovalute stimano che oltre il 90% dei miner nel Paese si concentri esclusivamente sul Bitcoin.
Leggi anche:






