La ripresa di Bitcoin è dovuta alla sospensione dei dazi di Trump o a un trend sostenibile?

Bitcoin torna a far parlare di sé, ma questa volta in positivo, con un’impennata che gli ha permesso di superare gli 82.000 dollari e segnare un +6,08% giornaliero.
Il rialzo di BTC e del mercato è arrivato dopo l’annuncio del presidente Donald Trump che, sorprendentemente, ha deciso di rinviare di 90 giorni l’implementazione dei dazi su molte nazioni.
Le ragioni di questa decisione sono state affidate a un comunicato postato su Truth, il social network preferito del Tycoon.

In base alla mancanza di rispetto che la Cina ha mostrato nei confronti dei mercati mondiali, con la presente aumento la tariffa imposta alla Cina dagli Stati Uniti d’America al 125%, con effetto immediato. A un certo punto, si spera nel prossimo futuro, la Cina si renderà conto che i tempi in cui poteva approfittarsi degli Stati Uniti e di altri Paesi non sono più sostenibili né accettabili. Al contrario, e considerando il fatto che oltre 75 Paesi hanno contattato rappresentanti degli Stati Uniti – inclusi i Dipartimenti del Commercio, del Tesoro e l’Ufficio del Rappresentante per il Commercio – per negoziare una soluzione sulle questioni in discussione relative al Commercio, alle Barriere Commerciali, ai Dazi, alla Manipolazione Valutaria e ai Dazi Non Monetari, e che questi Paesi, su mio forte suggerimento, non hanno in alcun modo reagito o preso contromisure contro gli Stati Uniti, ho autorizzato una PAUSA di 90 giorni e l’applicazione, durante questo periodo, di una tariffa reciproca sostanzialmente ridotta, pari al 10%, anch’essa con effetto immediato.
La reazione è stata immediata: l’S&P 500 ha messo a segno un +9,5%, il miglior risultato in un solo giorno dal 2008, mentre il mercato crypto ha guadagnato quasi il 6% in capitalizzazione e il Nasdaq è in rialzo del 10%.
Bitcoin è salito fino a 82.500 dollari (+9%) prima di ritracciare leggermente, ed Ethereum ha guadagnato oltre il 13%. Anche XRP, Flare e Ondo hanno registrato rialzi significativi, con performance a doppia cifra.
Sul fronte derivati, il movimento ha colto alla sprovvista molti trader, portando a liquidazioni per quasi mezzo miliardo di dollari in 24 ore.
Le previsioni su Bitcoin
Adesso gli occhi sono tutti puntati su BTC: sarà davvero questo il bottom del suo prezzo? Tra gli analisti, ad esempio, c’è già chi comincia a intravedere i segnali di un possibile breakout.
Ali Martinez, voce nota nel panorama crypto, ha suggerito che Bitcoin potrebbe puntare agli 84.000 e poi agli 87.000 dollari, a patto che riesca a mantenersi sopra l’importante livello di supporto degli 80.700 dollari.

Anche Rekt Capital, altro nome di riferimento tra gli analisti tecnici, osserva che BTC è ormai a un soffio (circa il 2%) dal ritestare la sua linea di downtrend. Un eventuale superamento potrebbe aprire le porte a una nuova fase di trend rialzista.

Come si vede nel grafico qui in alto, Bitcoin si trova a ridosso di una linea di resistenza discendente che ha delimitato il trend ribassista degli ultimi mesi. La linea blu collega i massimi decrescenti da gennaio in avanti, tracciando un percorso ben visibile di vendite costanti a ogni tentativo di ripresa.
Ora BTC è tornato a testare questa soglia, distante solo un 2% rispetto al punto attuale, poco sopra gli 82.000 dollari. Il breakout di questa linea potrebbe rappresentare un segnale tecnico forte: un’inversione del trend che aprirebbe a una fase più costruttiva per i prezzi. Al contrario, un nuovo rifiuto confermerebbe che il mercato non ha ancora la forza per cambiare marcia.
Il grafico in basso aggiunge invece un elemento chiave: la posizione di Bitcoin rispetto alle sue medie mobili esponenziali, in particolare la 21-week EMA, che funziona spesso da linea guida nel Bull Market.

In passato, come si vede nel cerchio evidenziato a sinistra, la rottura di questa media aveva anticipato l’inizio di una fase ribassista. Ora la situazione si è ribaltata: BTC si trova appena sotto la stessa media mobile, che si è inclinata verso il basso e si aggira intorno agli 86.500 dollari.
Se il prezzo riuscisse a riconquistare questo livello, con un successivo consolidamento, sarebbe un segnale tecnico importante, capace di invertire il sentiment e rilanciare il trend rialzista. Al momento, però, il rischio di una nuova correzione rimane possibile, soprattutto se questa media continuerà a fare da barriera alla risalita dei prezzi.
Nel frattempo, le voci sul mercato si moltiplicano. C’è chi parla dell’arrivo di ingenti capitali cinesi su Bitcoin, come Arthur Hayes, ex CEO di BitMEX, che ipotizza un afflusso massiccio di liquidità asiatica verso il settore crypto.
A mettere un freno agli entusiasmi arrivano però i dati on-chain. Secondo CryptoQuant, nelle ultime due settimane le riserve di Bitcoin su Binance sono aumentate di oltre 22.000 BTC, raggiungendo i massimi recenti a 590.874 unità.

È un segnale che non va sottovalutato: storicamente, un aumento delle riserve sugli exchange viene spesso interpretato come una maggiore disponibilità a vendere da parte degli investitori.
Il tutto avviene in un contesto macro ancora incerto, tra timori legati all’inflazione e attesa per i prossimi dati sull’indice dei prezzi al consumo (CPI) negli Stati Uniti.
In sintesi, se da un lato la price action suggerisce l’inizio di una possibile ripresa, dall’altro alcuni indicatori invitano alla prudenza.
La tenuta del supporto e la reazione del mercato ai prossimi segnali economici saranno fondamentali per capire se il trend rialzista ha davvero basi solide o se si tratta solo di un rimbalzo tecnico destinato a sgonfiarsi.






