Il presidente argentino Milei è stato denunciato per aver promosso falsi token LIBRA
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Il presidente dell’Argentina, Javier Milei, è stato accusato di frode per aver promosso un token crypto chiamato LIBRA. Nel corso della giornata di ieri, domenica 16 febbraio, gli avvocati locali hanno presentato la causa presso il tribunale penale.
Secondo quanto riportato nella denuncia, Milei ha promosso su X questa nuova criptovaluta che ha rapidamente raggiunto una capitalizzazione di mercato di circa 4,5 miliardi di dollari.
In quell’occasione, il presidente aveva dichiarato che LIBRA mirava a “incoraggiare la crescita economica finanziando piccole imprese e startup”.
La criptovaluta, sviluppata da KIP Protocol e Hayden Davis, poteva essere ottenuta accedendo a un link che indirizzava gli utenti a un sito web chiamato vivalalibertadproject.com, un indirizzo URL che fa chiaramente riferimento alla frase con cui Milei conclude sempre i discorsi e i messaggi pubblicati sui suoi social media.
Kobeissi Letter, fondato da Adam Kobeissi, ha chiosato su X:
“Alla fine la notizia si è rivelata reale perché molti altri politici argentini l’hanno pubblicata”.
Il post è stato però cancellato e nel giro di poche ore il valore del token è crollato. Secondo i dati della piattaforma di analisi Dexscreener, il crollo ha causato perdite per milioni di dollari ai suoi investitori.
Poche ore dopo Milei ha scritto un messaggio in cui dichiarava di non avere alcun legame con l’iniziativa crypto: “Non ero a conoscenza dei dettagli del progetto e dopo esserne venuto a conoscenza ho deciso di non continuare a diffonderlo”. Alcuni osservatori hanno addirittura pensato che il suo account sia stato hackerato.
Secondo i dati forniti dalle fonti Kobeissi Letter e Bubblemaps, nelle prime tre ore dalla pubblicazione del post di Milei su X, gli insider di LIBRA hanno iniziato a incassare 87,4 milioni di dollari.
L’Ufficio del Presidente smentisce il coinvolgimento di Milei nelle criptovalute
In una dichiarazione rilasciato nella giornata di sabato 15 febbraio, l’Ufficio del Presidente ha sottolineato che Milei non era coinvolto in nessuna fase della promozione delle criptovalute e ha deciso di rimuovere il post per evitare ulteriori speculazioni.
Uno dei querelanti, l’avvocato Jonatan Baldiviezo, ha dichiarato alla testata AP News che:
“È stato commesso un reato di frode e le azioni del presidente Milei sono state essenziali”.
La petizione contro il presidente Milei è stata firmata da due avvocati, tra cui Baldiviezo, da un ingegnere e dall’economista Claudio Lozano, che in precedenza ha presieduto la Banca Centrale Argentina.
I querelanti affermano che le azioni del Presidente sono state un’operazione di “rug pulling” e che ha violato la legge sull’etica pubblica.
Le indagini inizieranno presto
Secondo quanto riportato dalla testata AP News, lunedì la giustizia penale assegnerà un giudice al caso per seguire le indagini. Inoltre, come ha confermato l’Ufficio del Presidente, l’Ufficio anticorruzione argentino agirà immediatamente.
L’amministrazione Milei ha prontamente dichiarato:
“Tutte le informazioni raccolte nel corso dell’indagine saranno consegnate alla magistratura per determinare se qualcuna delle aziende o degli individui legati al progetto del protocollo KIP abbia commesso un reato”.
Inoltre, secondo le dichiarazioni dell’amministrazione, il Presidente ha incontrato di recente i rappresentanti di KIP Protocol nel suo ufficio.
In un video rilasciato sabato 15 febbraio, uno dei rappresentanti di KIP Protocol, Hayden Mark Davis, ha incolpato Milei per il fallimento di LIBRA “nonostante gli impegni presi in precedenza”.






