Il governo USA chiede più trasparenza sulle emissioni del mining – Nuove leggi in arrivo?

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Marcello Bonti
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Gli Stati Uniti si stanno attivando per complicare la vita ai miner di criptovalute. Di recente è stato riproposto un disegno di legge sulla rendicontazione delle emissioni inquinanti per le operazioni di mining crypto, con particolare attenzione alle attività che impiegano più di cinque megawatt di energia elettrica.

Lo scorso venerdì, il senatore degli Stati Uniti Edward Markey e il rappresentante Jared Huffman hanno rivelato l’intenzione di reintrodurre al Congresso il Crypto-Asset Environmental Transparency Act. L’obiettivo è, ancora una volta, promuovere una maggiore trasparenza riguardo il mining crypto e il suo impatto ambientale.

La bozza era stata già presentata al Congresso a dicembre 2020, mentre il senatore Jeff Merkley la sosteneva al Senato.

In pratica il disegno di legge mira a rendere più trasparente il processo di mining dei grossi impianti di estrazione di crypto. Misure più rigide verranno quindi attivate per gli impianti che consumano più di 5 megawatt di energia o per “gli impianti di mining che fanno capo alla stessa società con un carico individuale inferiore a 5 megawatt, ma cumulativo superiore o uguale a 5 megawatt”.

Una stretta su più fronti per garantire il minimo impatto ambientale

Nel disegno di legge si fa riferimento all’ente per la salvaguardia dell’ambiente, l’EPA, che dovrebbe coordinare varie agenzie per calcolare l’impatto del mining crypto negli Stati Uniti. Per questo scopo il budget disponibile è di 5 milioni di dollari e il lavoro dovrebbe essere pronto entro 18 mesi dall’approvazione della legge.

Il senatore Markey che ha promosso la bozza, ha citato in un comunicato stampa anche le 16 organizzazioni non governative a favore della nuova norma, tra cui Greenpeace USA, Sierra Club, Food and Water Watch e National Stop Crypto Coalition. Ha dichiarato che:

“Mentre noi siamo al lavoro come nazione per affrontare una crisi epocale in cui salute e sicurezza dei nostri cittadini sono a rischio, i miner crypto assorbono megawatt dopo megawatt dalle nostre reti pubbliche ed emettono gas serra alle stelle, solo per arricchire se stessi.”

Markey presiederà presto i lavori della sottocommissione per la qualità dell’aria e la sicurezza nucleare della Commissione Ambiente e Lavori Pubblici del Senato. L’incontro sarà “incentrato sull’urgente necessità di reprimere il crescente impatto ambientale del mining crypto”.

La morsa degli enti USA sulle crypto

Si intensifica il giro di vite sulle criptovalute negli Stati Uniti. Oltre alla nuova proposta sul mining, l’intero settore crypto è sotto il mirino dei legislatori statunitensi come naturale reazione agli eventi fallimentari che si sono verificati lo scorso anno.

In particolare la SEC all’inizio di febbraio ha raggiunto un accordo con l’exchange crypto Kraken obbligandolo a interrompere l’offerta di programmi di staking ai clienti USA e a pagare una sanzione da 30 milioni di dollari.

Azioni legali potrebbero profilarsi all’orizzonte anche per Paxos, la società registrata negli Stati Uniti che emette la stablecoin Binance USD (BUSD). Secondo la SEC, BUSD può essere considerato alla stregua di un titolo azionario non registrato.

Il Governo indiano, invece, raccoglie il plauso internazionale e in particolare del Fondo Monetario Internazionale e degli Stati Uniti. La nazione ha manifestato la volontà di coordinare lo sforzo normativo internazionale sulle criptovalute durante il recente G20.

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