Il governo Meloni rinuncia all’innovazione e al digitale, la UE vieta il Bitcoin e altre fake news
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La nomina dei ministri ha confermato che il governo Meloni rinuncia ufficialmente al Ministero dell’innovazione e del digitale, un dicastero importante affidato in passato a Paola Pisano e Vittorio Colao dai governi precedenti. Una rinuncia criticamente aspramente da più parti anche perché molte iniziative, come i bandi sul PNRR (il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) rischiano la cancellazione a causa delle tempistiche stringenti.
E per il PNRR parliamo di circa 235 miliardi di euro dedicati a digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura. Insomma, un ministero importante soprattutto per poter affrontare al meglio le grandi sfide sulla digitalizzazione che aspettano l’Italia.
Questo però non significa che il governo Meloni non se ne occuperà o che rinuncerà all’innovazione. Molte competenze saranno infatti assorbite dal ministero dello Sviluppo economico, ribattezzato delle imprese e del made in Italy, affidato al senatore Adolfo D’Urso di Fratelli d’Italia, insieme al collega Raffaele Fitto, che ha la delega agli Affari europei, alle politiche di coesione e al Pnrr.
Crypto e politica
Del resto anche le criptovalute e la loro regolamentazione sono stati i grandi assenti all’interno dei programmi dei partiti politici Italiani. Solo Movimento 5 Stelle e Lega si sono infatti presi la briga di nominarle nei programmi elettorali.
Basta “spulciarli” velocemente per scoprire che il partito di Matteo Salvini ha proposto: “l’introduzione di un quadro normativo che preveda una specifica definizione e classificazione delle criptovalute e dei token, al fine di svilupparne l’utilizzo e considerata l’esigenza di stabilire anche sul mercato italiano regole per le infrastrutture e gli attori di questo nuovo mondo della finanza digitale”.
Il Movimento 5 Stelle ha invece proposto un piano industriale basato sulle tecnologie strategiche per il futuro “manifattura digitale, fintech, valute digitali, intelligenza artificiale e robotica, agrifoodtech, aerospazio, web3, semiconduttori, scienze della vita, creazione di contenuti digitali, metaverso, nanotecnologie e quantum computing”. Trovate i programmi completi dei due partiti in questa news.
Vietato il Bitcoin in Europa?
E che ci sia bisogno, oltre che si di un ministero dedicato al digitale e all’innovazione anche di maggiore attenzione, lo dimostrano diverse fake news circolate nei giorni scorsi che mettevano in guardia su un presunto divieto da parte dell’UE di Bitcoin e criptovalute, con tanto di virgolettato minaccioso:
“Se risultasse necessario ricorrere a distacchi di carico nei sistemi elettrici, gli Stati membri devono essere pronti anche a interrompere l’estrazione di cripto-attività. In una prospettiva a più lungo termine, è importante mettere un termine alle agevolazioni fiscali e ad altre misure a favore dei soggetti attivi nel crypto-mining attualmente in vigore in alcuni Stati membri”
Come da copione si trattava di una interpretazione errata di un testo, effettivamente redatto dall’UE: Domande e risposte: Piano d’azione dell’UE sulla digitalizzazione del sistema energetico.
Si trattava però di un discorso più ampio, e il divieto riguardava espressamente il “mining”. Ipotesi che in ogni caso non avrebbe ripercussioni sulla Blockchain di Bitcoin che è in grado di funzionare, come è già successo in passato con il ban della Cina, anche senza una larga porzione di miners, adeguando il suo livello di difficoltà in maniera autonoma.
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